Da parte mia lancio una provocazione. Perché quest'Italia si entusiasma così tanto per i comici che fanno - in maniere differenti, certo - politica? Perché la Costituzione deve essere propagandata da un comico? Perché l'opposizione politica più forte deve essere condotta da un (ex?) comico? Siamo diventati un popolo che non riesce più ad essere veramente serio, oppure siamo arrivati al punto che i comici riescono ad essere più credibili? E questo, perché? Quando è "arrivato" Monti molti cittadini hanno commentato "finalmente una persona seria". Ma... e i contenuti? Al di là del "modo di esprimere" quello che si dice, in maniera seriosa o giullaresca, al di là dell'appeal di una persona (anche Berlusconi ne aveva parecchio, per dire), della simpatia che essa può indurre, o della stima che essa può vantare, quanti ragionano effettivamente sui contenuti? Quanto consenso può spostare Benigni in prima serata? Quante persone, quanti giovani ha convinto che Auschwitz sia stata liberata dagli americani? Quanti hanno concluso, giustificandolo, che poco importa degli errori storici, quando una persona ti colpisce al cuore e ti commuove? Ecco, a me questo modo di ragionare fa paura. Perché porta a una conseguenza, che non è importante quello che si dice, ma come lo si dice. Da simpatici, da ruffiani, da apparenti geni, si può dire tutto ed essere convincenti. Cosa ha detto Benigni di veramente nuovo ed importante, in questo momento di forte crisi della democrazia, non solo in Italia, ma in Europa? Ecco, parliamo di quello. Ho amato Benigni quando faceva film come "Johnny Stecchino", quando faceva il comico a "L'altra Domenica" (ho avuto per anni una sua foto appesa in ufficio, in cui era ritratto il mio capo e tutto lo staff della trasmissione), l'ho sempre considerato un grande comunicatore, capace di far tracimare il suo talento dal palco alla platea, ma quando recitò Dante in TV... non lo gradii. Guardavo e ascoltavo Benigni, non Dante. http://dettaglitv.com/wp-content/uploads/2011/01/ho-tolto-le-parti-volgari.mp3 La sua personalità appiattì il capolavoro dantesco, lo piegò rendendolo adatto al pubblico e alla sua capacità recitativa, ma scorretto nell'esegesi. Tutti allora gridarono al genio, al Dante riscoperto e a un redivivo Alighieri. Io, convinto sempre di più che un genio lo possa capire solo un altro genio http://www.arcadiaclub.com/articoli/riconoscere_genio.htm, :-) trovai torme di giornalisti che contrabbandavano l'attore per un nuovo Pico della Mirandola, per un Alighieri resuscitato, c'era chi cercava addirittura analogie nelle rispettive sembianze. E che è? Tutti diventati improvvisamente geni? Io che genio non sono, o mi facevo passare per stupido, criticando il supposto genio che non sapevo riconoscere, o per antipatico, o snob, che è divenuto sinonimo di quello a cui non piace Benigni. Peggio che criticare l'Ikea: Benigni risulta intoccabile ai più. Qualcuno ci prova http://www.odanteobenigni.it/ Simpatico com'è, può dir tutto quello che vuole.
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