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Lo sapevano. Lo sapevano.  (mes #101775)
di Daniele Borriero il 21/01/2013 15:00:02

messaggio letto 678 volte
(2 risposte)

Guido Carli, Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, 1971:

“Il perseguimento dell’unione monetaria con forte anticipo sull’integrazione delle economie può danneggiare alcune di esse e non consente una distribuzione fra i paesi membri dei vantaggi e degli svantaggi connessi con il processo di unificazione. L’integrazione riguarda i fattori produttivi, le istituzioni in cui tali fattori sono organizzati, le norme che ne regolano e ne promuovono la circolazione, i prelievi fiscali e previdenziali, i trasferimenti di reddito compensativi. Senza l’integrazione delle economie, la rinuncia dei paesi membri all’uso autonomo del tasso di cambio e degli altri strumenti di politica monetaria può danneggiare alcuni di essi”.

Rudiger Dornbusch, economista del MIT, Foreign Affairs 1996:

“La critica più seria all’Unione monetaria è che, abolendo gli aggiustamenti del tasso di cambio, trasferisce al mercato del lavoro il compito di adeguare la competitività e i prezzi relativi (…) Diventeranno preponderanti recessione, disoccupazione e pressioni sulla Bce affinché inflazioni l’economia”.
Una volta entrata l’Italia, con una valuta sopravvalutata , si troverà di nuovo alle corde, come nel 1992, quando venne attaccata la lira”.


Cito le parole testuali di Visco:
"Un’Italia fuori dall’euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi, tranne la Russia da cui compra l’energia. Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso."

Cito Alberto Bagnai sull'uscita dall'euro come soluzione ORA
"Si fa molto terrorismo, ma di fatto nel medio periodo il cambio recupera il differenziale di inflazione accumulato col paese di riferimento negli anni del cambio fisso. Così è successo in Argentina, così successe anche all’Italia quando uscì dallo Sme nel 1992. Nel caso attuale, la svalutazione sarebbe attorno al 20%. (...) In realtà tutti gli studi negano ci sia un rapporto diretto tra svalutazione e inflazione: sempre a stare agli studi scientifici, è lecito attendersi un aumento dell’inflazione fra i 2 e i 4 punti (non certo 20!). Le ricordo cosa successe nel ’92 dopo una svalutazione del 20%: l’inflazione scese dal 5 al 4%."

Lo sapevano. Lo diceva Robert Mundell.
Ma lo diceva anche Bettino Craxi nel 1997:

“Si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre, ma per noi nella migliore delle ipotesi sarà un limbo e nella peggiore un inferno. Bisogna riflettere su ciò che si sta facendo: la cosa più ragionevole sarebbe stato richiedere e anzi pretendere, essendo noi un grande paese, la rinegoziazione dei parametri di Maastricht”.


Eppure, ancora oggi, tutti i politici e i media hanno questa posizione:

(21 Settembre 2012): Samaras alla riunione Icd a Roma ''Per noi sarebbe un incubo e un disastro uscire dall'euro. La Grecia ce la fara', ve lo assicuro, e fara una 'rentree' spettacolare che dara' slancio all'Ue e sara' modello di democrazia e liberta''' nel mondo."

La Repubblica: "Tecnicamente, è un incubo: bisognerebbe rivedere i trattati europei e rivotarli, stampare la nuova moneta, riprogrammare computer e bancomat con la nuova valuta. Ma, economicamente, è molto peggio: all'impatto del default selvaggio bisogna aggiungere nuovi elementi. La fuga di capitali diventerebbe una certezza, nel tentativo di spostare i propri euro all'estero, prima della conversione.
Agli sportelli delle banche, ci sarebbe l'assalto. Verrebbero varati stringenti controlli sui movimenti di capitali e, probabilmente, ci sarebbe anche un congelamento dei conti correnti bancari, come in Argentina. La nuova moneta sarebbe svalutata, rispetto all'estero. Questo rilancerebbe le esportazioni (escludendo ritorsioni commerciali da parte degli ex partner europei), ma l'Italia, uscendo dall'euro, uscirebbe anche dall'Unione europea e non potrebbe più usufruire dei vantaggi del mercato unico. (...) Per una economia, come quella italiana, profondamente integrata in Europa, sarebbe un massacro: molte aziende, con incassi in lire e debiti in euro, finirebbero schiacciate e, a catena, dovrebbero chiudere."
http://www.repubblica.it/economia/2011/11/10/news/fuga_di_capitali_e_blocco_dei_conti_cosa_succede_se_l_italia_fallisce-24758407/

E allora? Quello che doveva avvenire è avvenuto, quello che era previsto è diventato realtà. L'economia non è un mistero.
Crisi Lehman, mutui subprime, la crisi è arrivata e ovviamente ha colpito dove si era previsto colpisse e dove si pretendeva fosse la parte più debole da sacrificare.
Questa Europa aveva deciso a priori chi sacrificare, nel caso fosse stato necessario.
E i media ci raccontano che è per il nostro bene, illudendoci che questa sia l'unica scelta possibile.
Se questa non è e non è stata una posizione ideologica...

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