> <<Purtroppo si. Ora sarebbe interessante un redditometro "special edition" per i politici. Guadagni 12mila euro al mese e compri venti appartamenti? Scatta la corte dei conti. Chi meglio dei politici può dare l'esempio? > ><Credi che lo farebbero, Luigi. No, nè Monti, nè nessun'altro. >
A parte dubitare su questa volontà, visti i precedenti (vai al comma 9 pag. 14 http://www.senato.it/application/xmanager/projects/senato/attachments/dossier/file_internets/000/007/165/NL140.pdf), mi permetto di fare alcune considerazioni, per far capire in quale "cul de sac" siamo finiti. La lotta all'evasione (ma sarebbe anche bello parlare di quella all'elusione) è una cosa sacrosanta. Va però detto che per anni in Italia l'evasione fiscale è stata vista come un'incentivo all'economia e alla maggiore circolazione del flusso di denaro (e a un aumento dei consumi), abdicando in parte ad un ruolo che poteva essere pubblico (se i soldi dell'evasione e dell'elusione fossero entrati nelle casse dello stato). Ora ci troviamo con un crollo dei consumi interni. Il terrore per molti liberi professionisti/lavoratori autonomi/imprese per esempio è quello di uscire dai parametri che li definiscono congrui e coerenti. Non pochi, anche con i conti a posto, evitano di fare acquisti, o di assumere personale, per non cadere nelle spire di Equitalia. Inoltre, il recupero dell'evasione, purtroppo, non servirà a bilanciare questo mancato flusso di denaro con l'intervento di soldi pubblici nell'economia, quanto piuttosto all'obbligatorio riduzione del debito pubblico vincolata dal fiscal compact. Ai consumi interni, quindi, chi ci pensa?
RecSando
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