""Siamo alle solite e non sembra che serva a nulla ricordare che tutti i cittadini hanno pari diritti e doveri e, quindi, anche i credenti cristiani e cattolici presenti in parlamento siano liberi di esprimersi secondo la loro coscienza, come penso facciano i loro colleghi parlamentari che hanno convinzioni diverse e che, come te, non riconoscono alla Chiesa italiana e al Papa la libertà di esprimersi sui valori fondamentali umani e sociali. Questa è la democrazia""
Sostengo da sempre che se tutti noi rileggessimo ciò che abbiamo scritto prima di schiacciare il tasto invio, il più delle volte rinunceremmo o riscriveremmo. Sul fatto che la democrazia consista nel garantire a tutti gli stessi diritti e doveri non dovrebbero esservi dubbi. Da ciò deriva l’obbligo, per quelli che sono stati delegati a scrivere le regole della convivenza comune, a tener conto di tutti, senza escludere nessuno. Questo sembra un principio un po’più difficile da digerire, ma è anche esso elemento essenziale del concetto di democrazia. La prassi della metà più uno, potrà essere valida per le riunioni di condominio, ma, certamente, non vale per la formulazione delle leggi dello stato, che debbono essere valide erga omnes. Per essere più preciso: se una legge viola il diritto anche di un solo cittadino, è una legge ingiusta, se una legge, pur non essendo gradita ad alcuni, non viola alcun diritto è una legge valida. Non sono un cattolico che sale sui tetti o scende in strada ad urlare la propria appartenenza ogni giorno, ma sono ben fermo nel riaffermarla ed ho ben chiari due pilastri: la Costituzione ed i dettami della Chiesa in quanto espressione del popolo di Dio. Consiglio la rilettura attenta della Costituzione (le madri ed i padri costituenti non erano certo dei tonti) e per quanto riguarda l’esigenza della laicità suggerisco un ripasso della Lumen Gentium. Peppo
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