>Forse, prima di pensare a come incrementare la produttività, bisognerebbe incrementare il lavoro, ma per incrementare il lavoro bisogna anche pensare a porre le condizioni per una crescita del mercato reale, ovvero fornire ai lavoratori (e ai pensionati) gli strumenti per comprare quello che si produce o si vende.
>Questo sta accadendo?
>No.
E' ancora tutta una generalizzazione. Innanzitutto occorre analizzare il mercato del prodotto/servizio in oggetto e fare un business model che stia in piedi, con una netta proposizione di valore. Passato questo step occorre verificare se i nostri prezzi sono in linea con quelli della concorrenza. Se sono palesemente fuori scala, il business è finito, oppure posso cercare di produrre all'estero e mantenere in casa il design, ad esempio. Se sono un po' più alti, posso tentare economie o differenziare il prodotto. Tra le economie c'è un recupero di produttività, che non riguarda solo la manodopera, ma anche gli impianti, i costi dell'energia, gli overhead e - perchè no - se l'azienda è padronale anche gli utili (difficile se l'azienda è quotata). Se riesco a tornare concorrenziale, l'azienda funziona e le persone lavorano. Se per diversi motivi non posso, prima o poi l'azienda chiude, inutile immettere capitali: è il business model che non rende.
Quindi, non è vero che produttività e lavoro non sono connessi. Forse non lo sono per chi ha sempre lavorato come dipendente e quindi non ne ha avuto la diretta percezione (me compreso). Ma da quando lavoro per me stesso ho capito la stretta correlazione tra produttività (umana, tecnologica, di processo, costi fissi, flessibilità) e volumi di lavoro.
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21/02/2013 - 