> >Quindi, non è vero che produttività e lavoro non sono connessi. Forse non lo sono per chi ha sempre lavorato come dipendente e quindi non ne ha avuto la diretta percezione (me compreso). Ma da quando lavoro per me stesso ho capito la stretta correlazione tra produttività (umana, tecnologica, di processo, costi fissi, flessibilità) e volumi di lavoro. >
Certo, sono connessi. Ma è connesso anche il mercato, ed è qui che la questione non funziona: la legge della domanda e dell'offerta sostiene da sempre il mercato, non si possono offrire merci a un mercato che non le domanda, perché non ha più i soldi per comprarle. Certo, puoi abbassare i costi legati alla produzione delocalizzando e lasciando qui (pochi) dipendenti altamente specializzati, ma avrai in conseguenza tanti disoccupati, minor distribuzione delle ricchezze e una platea di consumatori ridotta. Il problema è che la questione viene sempre vista da un solo lato, ovvero quello di un'azienda che deve essere concorrenziale e quindi deve garantire una sempre maggior produttività, prodotti adeguati alla concorrenza, etc, ma ci si dimentica che qualcuno dovrà acquistare quei prodotti, ovvero ci devono essere abbastanza persone con un reddito adeguato per comprarsi una borsetta, un'auto, una bicicletta, un paio di pantaloni, e che al contempo devono sopravvivere le strutture commerciali e distributive che consentano l'accesso a quei prodotti e questo lo ottieni solo un una piena occupazione, condizione che il privato da solo non può ovviamente garantire (e qui è importante l'apporto del pubblico, che si vuole invece gradualmente eliminare). Per chi lavora nell'editoria... puoi proporre il miglior prodotto sul mercato, ma se l'edicolante fa resa anticipata - come stanno facendo tutti oggi - muori. Giusto per fare un esempio. Vuoi innovare? Il sistema distributivo ti dice di no, perché non vuole assumersi dei rischi. Che fai? Il sistema è complesso, lo sappiamo tutti, ma ha funzionato distribuendo in maniera equa le ricchezze nel mondo occidentale (e creando rispettivi mercati adeguati ed equilibrati dal mercato dei cambi) finché sono continuate le politiche di regolamentazione dei mercati finanziari, ovvero prima della deregulation http://it.wikipedia.org/wiki/Deregolamentazione Ora tutto sta semplicemente crollando - per noi - come ampiamente previsto. Diciamolo chiaramente, quando puoi fare utili enormi speculando su Cds, derivati vari, come stanno facendo quella decina di istituzioni finanziarie globali che sappiamo, di una delle quali anche Monti era a "libro paga", che cosa importa dei problemi del mercato reale, della gente come noi? Ma perché credi che le liquidazioni siano finite nel mercato finanziario? Per garantirci la pensione integrativa? Chi sta pagando i "buchi" delle banche, con l'austerity, l'IMU etc.? http://www.wallstreetitalia.com/article/1392870/crisi-euro/salvataggio-banche-spagna-e-solo-la-fase-1-i-mercati-osservano-l-italia.aspx
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