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L'avviso sacro del 1949  (mes #96254)
di Giorgio Soave il 07/06/2012 06:59:34

messaggio letto 355 volte
(2 risposte)

in risposta a Danilo Lenci (mes. #96243)
>Sappiamo purtroppo però che la Chiesa su questo oppone una strenua resistenza mostrando una sua visione più vicina all'alto medioevo piuttosto che al terzo millennio.

Diciamo che la Chiesa ha una SUA visione, che per quanto rispettabile rimane una visione di parte.
Pretendere che la sua interpretazione della morale sia applicabile, anzi imponibile, a tutti gli italiani, è anche un modo per affermare la sua supremazia che non è giustificato.

Lo Stato italiano non ha suoi principi per stabilire delle regole morali, ma li deve prendere dalla morale comune corrente, che si basa abbondantemente sulla morale cattolica.
Una regola generale dovrebbe essere che lo Stato non dovrebbe proibire comportamenti che non siano di danno ad altri. Così in tutti gli Stati viene proibito l'omicidio o il furto, ma non viene proibita la convivenza senza matrimonio (anche se la Chiesa ha sempre cercato di imporvi una sanzione morale, visto che di più non può).

Sull'aborto la questione è aperta. E' omicidio o no ? Per la Chiesa l'ovulo fecondato è già un essere umano dotato di anima e di pieni diritti, ma mi pare una interpretazione un po' troppo estensiva, che addirittura va oltre la sua stessa dottrina di pochi secoli fa (secondo San Tommaso l'anima veniva infusa solo al 7° mese; prima il feto era solo dotato di vita vegetativa). La questione è almeno soggetta a interpretazione.

Per quanto riguarda il matrimonio tra persone dello stesso sesso, credo che in gran parte il dibattito si basi sull'interpretazione della parola matrimonio.
La nostra Costituzione dice:

Art. 29
1 - La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
2 - Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

Credo che al momento di stendere la Costituzione i padri costituenti non avessero proprio in mente il matrimonio degli omosessuali, anche se non era proibita l'omosessualità.
Credo che il problema non sia di permettere il matrimonio degli omosessuali, ma se mai la creazione di famiglie di tipo allargato, unioni giuridiche con diritti e doveri, fra persone di ogni tipo: omosessuali ma anche parenti, amici, sodali etc.
Personalmente resto contrario ad applicare la parola matrimonio a questi tipi di unione, che sono più in generale forme di associazione svincolate dalla sessualità.
La soluzione migliore l'hanno data come sempre i più razionali francesi: i PACS, patti civili di solidarietà, in cui persone diverse, non necessariamente omosessuali, assumono degli impegni reciproci di aiuto. In questo senso i nuclei sociali formati potrebbero essere definiti famiglie, ma il matrimonio resta un'altra cosa. Fa male la Chiesa a opporsi ai PACS, per l'ostinazione di non voler riconoscere che esistono gli omosessuali.

Ci sono altri comportamenti su cui la Chiesa ha da sempre assunto posizioni di retroguardia, venendo puntualmente superata: il divorzio per esempio (su cui ha tentato addirittura un piccolo colpo di stato organizzando un referendum puntualmente perso.
Il controllo delle nascite per esempio, che si basa sulla sola frase biblica: crescete e moltiplicatevi. Il mancato controllo delle nascite ci ha portato a un mondo sovrapopolato che sta consumando le risorse naturali al di là delle capacità esistenti, creando competizione economica e povertà di gran parte dell'umanità. Quando gli africani muoiono di fame perchè le donne hanno in media 6 figli e non ci sono le risorse per nutrirli tutti, il controllo delle nascite è un'esigenza vitale. E bene fa uno Stato laico a permetterlo, visto che non lede i diritti dei cittadini (se mai li lede la sua proibizione)


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