Mah.... Ho visto sia l'intervento di Margherita Hack che quello del vescovo di Verona.
Francamente non ho trovato in nessuno dei due un contributo molto utile, anche se per ragioni diverse.
La Hack sostanzialmente ci dice cose già sentite milioni di volte: lei é affascinata da quanto la mente umana riesce a scoprire al punto da idolatrarla: non può esserci niente oltre la razionalità. Semplicisticamente bolla la religione come 'l'insofferenza' dell'uomo nel non saper aspettare che la scienza ci dica compiutamente tutto. La Hack é convinta che la scienza un giorno ci spiegherà tutto e quindi la religione é soltanto poco più che uno psicofarmaco per persone insicure che non sanno convivere con le alterne fortune delle scoperte scientifiche.
Da brava scienziata compie poi ..... il suo atto di fede quando afferma che dopo morta non andrà in Paradiso ma le sue molecole vagheranno nello spazio e nella materia (certo che più fede di così....).
Il discorso del vescovo é stato invece estremamente prolisso e parlato con la propria lingua, non attento a comunicare almeno degli spunti a chi si professa non credente. Ha parlato da teologo e ciò era evidente negli stacchi sulla Hack dalla cui faccia traspariva una signora che educatamente ascolta qualcuno che 'parla ma non dice'.
A un certo punto poi il vescovo la spara addirittura troppo grossa ponendo l'equazione: ateo = egoista. Stendiamo un velo pietoso su questa sparata....
Nella sua inadeguatezza espositiva però il vecovo, ma ci vuole orecchio allenato a questioni teologiche per coglierlo, ha detto ciò che si poteva sintetizzare, e con parole più semplici, ma che è assolutamente fondamentale:
la differenza fra scienza e religione é che la scienza é protesa verso l'OGGETTO della ricerca che si cerca di comprendere, ammirare, conquistare.
La religione è invece il rapporto che l'uomo instaura con un SOGGETTO. E' con un soggetto (Dio) che l'uomo si relaziona e che quotidianamente sperimenta questa relazione fra soggetto e soggetto. E' una relazione che nulla toglie alla razionalità umana anzi che offre continui stimoli e spunti alla stessa razionalità. E' una relazione liberamente scelta non perchè, come pensano i Protestanti, qualcuno é 'miracolato' di avere il dono della fede e qualcuno è più 'sfigato' e non ce l'ha.... suvvia non perdiamoci in questo.... E', concludendo, (altrimenti sono prolisso come il vecovo) una relazione che permette non solo un dialogo 'astratto' nella preghiera, ma un'infinita possibilità di applicazioni nel relazionarci con gli altri uomini che ci circondano.
RecSando
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