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È il momento della serietà  (mes #99753)
di Luigi Verdicchio il 22/10/2012 18:25:19

messaggio letto 493 volte
(2 risposte)

Sergio,
innanzitutto parto dal tuo gigantesco equivoco su ciò che ho scritto e penso.

Condivido pressoché totalmente la tua analisi sui diritti, ma ti è forse sfuggito che ho scritto la parola diritti tra le due virgolette.

<“Ho scritto: siamo nella "ca..a, ANCHE in conseguenza di un passato in cui molti di quei "diritti" sono stati distribuiti a piene mani. Quelle decisioni da irresponsabili costano ancora moltissimo alla nostra economia".
Ho fatto l'esempio ANCHE dei pensionati baby che, legalmente, percepiscono una pensione da quando avevano poco più di 30 / 40 anni, avendo lavorato appena 15 / 20 anni.”


Non considero un diritto ottenere una pensione per la vita dopo soli 15/20/30 anni di lavoro. Ciò avveniva soprattutto negli anni 70/80 ma anche in anni più recenti. La definisco cultura della difesa ad oltranza di qualsiasi fattispecie del mondo del lavoro.

Non considero un diritto l'arbitrio praticato dei molti dipendenti pubblici, che per quella stessa cultura, pensano di avere il diritto di timbrare il cartellino per poi andarsene a fare shopping o a svolgere altri lavori.
Ricordi il ministro Brunetta come veniva contestato, specie da una parte della politica della sinistra. Sembrava che le cose stessero cambiando, ma ancora oggi scopriamo dalla cronaca eventi sconcertanti e rispetto ai quali guai a parlare di licenziamento in tronco.

Non considero, ovviamente, un diritto i tantissimi privilegi della politica, non solo quelli più vergognosi. In regione Lombardia, per esempio, i gruppi consiliari ricevono finanziamenti molto inferiori di quelli che abbiamo scoperto nella regione Lazio, ma sempre troppo elevati.

Non parliamo di schiavitù perché in Italia alcune aziende sono costrette a ridimensionare alcuni aspetti contrattuali per poter competere con aziende straniere. Le quali, non dimentichiamo, pagano l’energia il 30% in meno perché non hanno rinunciato all'energia nucleare o, ancor più grave, sono prive di liberi sindacati o legati strettamente al governo del loro paese.

Alcuni anni fa ho svolto attività di consulenza dirette a verificare la rispondenza di aziende, fornitrici di materiali per supermercati, ai requisiti tecnici organizzativi stabiliti dal cliente. Tra essi vi era il rispetto agli standard europei SA8000. La norma, come molti sapranno, richiede di accertare il rispetto dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori, la tutela contro lo sfruttamento dei minori, le garanzie di sicurezza e salubrità del posto di lavoro. Nei due anni di quella mia attività la norma è risultata non rispettata solo da parte di un sub-fornitore che ha la sede nella repubblica popolare cinese. Cosa ne pensa l’ex o non ex comunista italiano?

Sergio, dalla caduta del muro di Berlino e crollo del comunismo sovietico è intervenuto un fatto che ha stravolto l’economia del pianeta: la globalizzazione. Fatto questo che ha messo in competizione le aziende europee con quelle cinesi, indiane e brasiliane, ove i diritti sono poco di moda, i salari molto meno della metà di quegli italiani e stanno ancora costruendo centrali nucleari.

In Europa, tuttavia, sta resistendo l’economia tedesca che, come saprai, ha fatto le riforme a tempo debito, mentre noi siamo costretti a farle di corsa e molte altre dovranno essere varate per dare un futuro ai nostri figli e nipoti.
Chiudo offrendo una riflessione del corriere della sera di oggi.

http://www.corriere.it/editoriali/12_ottobre_22/normalita-chimera-panebianco_4d760a46-1c0a-11e2-b6da-b1ba2a76be41.shtml
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