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È il momento della serietà (lungo) (mes #99921)
di Sergio Solimena
il 30/10/2012 23:41:41
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messaggio letto 430
volte
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in risposta a Luigi Verdicchio
(mes. #99844)
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Caro Luigi, ho letto con attenzione le tue considerazioni e devo constatare che abbiamo punti di vista diversi su questioni importanti.
Per esempio tu ritieni che la CGIL sia rigida e che i sindacati della CISL e della UIL siano più ragionevoli. Questa affermazione, detta così è troppo generica per essere accettata o rifiutata.
Facciamo un esempio e prendiamo il caso Fiat. In questo caso non ho timore di dire che la CGIL aveva ragione. L’attacco ai diritti dei lavoratori è stato un falso pretesto per far credere che i problemi delle Fiat si risolvono diminuendo i tempi di pausa, compresi anche quelli necessari ai bisogni igienici. Invece il problema è industriale e culturale: la Fiat ha poche innovazioni di prodotto, la sua qualità è riconosciuta tra le più basse e non è più neppure economica. Io ho sempre avuto e credimi sempre voluto una Fiat, ma la prossima volta che acquisterò un auto non sarà più così.
Marchionne è stato preso ad esempio dalla nostra classe industriale, una classe che in Italia ha sempre governato ma che non è neppure riuscita a chiedere alla politica di preparare un piano industriale. L’unico piano che conosco è quello dell’imprenditore Lucio Gelli, si chiamava: Propaganda due, ed è meglio conosciuto come P2, organizzato massonicamente e con l’obiettivo di abbattere la democrazia in Italia
Tu chiedi che le aziende devono costituire sempre più un corpo unico con i propri dipendenti.
Ciò si potrebbe condividere se le aziende adottassero comportamenti leali verso i propri lavoratori, ma così non è. Non si può licenziare senza giusta causa. E’ una questione di principio senza il quale non ha alcun senso pensare ad un corpo unico. Non è poi vero che si licenziano le persone per scarso rendimento. Magari fosse così. Si sarebbero potuti licenziare molti dirigenti che hanno fatto molto peggio che non avere alcun rendimento, hanno invece provocato danni alle proprie aziende ottenendo, oltretutto, anche buone uscite milionarie., La verità è che le aziende multinazionali licenziano ed assumono seguendo piani strategici che tengono in poco conto le differenti realtà produttive. Siamo in una situazione in cui nessuno, dirigenti e dipendenti insieme, ha più la sicurezza che lavorando bene riuscirà a mantenere il proprio posto di lavoro e così garantire un reddito e una sicurezza alla propria famiglia.
La Confindustria italiana, e anche questo Governo, stanno lavorando per rendere sempre più precario ed insicuro il posto di lavoro.
E tu chiedi che in queste condizioni azienda e lavoratori costituiscano un corpo unico? Ma è pura fantasia. Si ha anche il coraggio di pensare che per rilanciare l’economia si dovrebbero aumentare i consumi, Ma come? Aumentando i licenziamenti o la precarietà? E per di più con questi prezzi in continuo aumento?
Certo c’è la crisi, eppure la nostra classe industriale e politica non la contrasta con misure credibili. Perché non pretende che ci sia una concorrenza libera e leale costruita con capitali puliti? Perché invece protegge società fittizie, scatole cinesi vuote, da cui escono soldi di dubbia provenienza? Perché non adotta criteri di trasparenza per attirare imprenditore stranieri che investano in Italia dove c’è ancora un patrimonio umano e di conoscenze di livello assoluto. Perché non si fa una vera guerra alle organizzazioni criminali che stanno comprandosi tutte le aziende italiane e come un cancro devastano tutta la nostra economia. Perché si lascia che i nostri migliori ricercatori abbandonino l’Italia, le sue università per andare all’estero?
Ecco queste sono domande a cui dovrebbe rispondere un Governo onesto. Neppure Monti sta rispondendo pur continuando a parlare di crescita senza spiegare né come né su quali pilastri potrebbe iniziare a svilupparsi. Certamente è un primo ministro competente cha ha risollevato l’Italia dal discredito internazionale in cui il Governo Berlusconi l’aveva portata. Per questo dobbiamo dirgli grazie. Ma chi ha perso il lavoro, chi è in crisi e non riesce a vedere un futuro e pensa che domani toccherà a lui perdere il posto di lavoro, come fa a ringraziare il Governo Monti? Per uscire dalla crisi si pensa di aumentare l’IVA che pagano tutti, invece che mettere una patrimoniale sui redditi alti ed eliminare la moneta contante facendo così una vera lotta contro l’evasione fiscale. Se invece di aumentare l’IVA la diminuissimo, avremmo l’aumento dei consumi e si favorirebbe l’emersione di redditi nascosti. Le due cose insieme creerebbero un sistema virtuoso di finanziamento dello Stato che aiuterebbe l’economia a crescere e a far conseguentemente diminuire il debito pubblico. Infatti lo Stato smetterebbe di finanziarsi attraverso l’indebitamento che è la vera causa dell’aumento del rapporto debito su PIL. E il debito pubblico diminuirebbe a parità di spesa pubblica, perché ciò che dagli anni ’80 ha fatto crescere il debito pubblico, fino al superamento del PIL (119/100 nel 2010), è stata la spesa per interessi, e non la spesa pubblica che è rimasta pressoché costante e nel 2011 si è avuto un avanzo primario attivo del +0,2% .
Insomma Luigi sarebbe ora che i cittadini chiedessero seriamente al Governo un piano per far crescere il nostro Paese e ridare lavoro e serenità ai cittadini, senza credere nei miracoli, nei proclami e nelle promesse fatte solo di parole ma anche di azioni concrete per la riduzione dei diritti di chi ha sempre meno e che si vorrebbero fa passare per lussi.
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