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Euro, fattore di aggregazione tra popoli diversi per arrivare all’Unione politica europea  (mes #101988)
di Franco Oriti il 27/01/2013 12:15:18

messaggio letto 1242 volte
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Saluti a tutte/i e Buon 2013.

L’euro sta superando la crisi ma altre ce ne saranno se non creiamo da subito l’Unione politica europea.

La nascita dell’euro e’ avvenuto dopo che l’Europa ha vissuto 50 anni di pace e prosperita’ tra paesi, popolazioni e culture diverse.

Politici europei con una visione lungimirante e per il bene futuro dell’Europa intera come Schumann, De Gasperi, Spinelli, ecc. hanno permesso che l’Europa avanzasse verso un destino comune e migliore.

Il Premio Nobel per la pace del 2012 all’Unione europea e’ la giusta coronazione per aver inseguito fin dalla sua nascita la pace, la convivenza ed il benessere di milioni di persone.

Elenco qui solo alcuni eventi fondamentali, avvenuti prima della nascita dell’euro, come, per esempio, la pacificazione tra Francia e Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale, la costituzione della Ceca, Euratom e Ce e l’elezione a suffragio universale del Parlamento europeo.

Altri governatori europei come Delors, Ciampi, Mitterand, Kohl, hanno, in modo altrettanto lungimirante, permesso di creare l’Unione economica e monetaria, sottolineo, economica e monetaria, a Maastricht, definendo i cosiddetti “parametri di Maastricht”.

Quindi l’euro non e’ nato solamente come un’Unione monetaria bensi’ anche come un’Unione economica con una propria Banca centrale europea a Francoforte; fino ad oggi, pero’, e’ stato inteso solo come Unione monetaria.

A mio parere l’euro non e’ oggi, ne’ lo sara’ domani, un problema perche’ fluttua normalmente verso l’alto o verso il basso a secondo del mercato ed in base a vari fattori interni ed esterni ma basterebbe, in primis, far rispettare i cosiddetti “parametri di Maastricht” ed i paesi dell’euro percorrerebbero sempre la retta via.

Per completare l’integrazione dell’Europa occorrerebbe che vi fossero altri Politici europei (lungimiranti e con una visione globale e a lungo termine) sulla attuale scena politica per compiere quel ulteriore passo di democrazia parlamentare in senso federale che sarebbe la creazione di un Governo europeo e, quindi, di una Politica unica europea con una sola politica estera e una sola politica di difesa.

In altre parole, la vera “discordia” alla radice della crisi europea e’ data dall’aver creato una moneta senza uno Stato, cioe’ senza un governo, senza politica economica, fiscale e di bilancio realmente europei.

Oggi la lira italiana o la dracma greca o la pesetas spagnola, ecc. come si sarebbero comportati e dove avrebbero trascinato i loro paesi e buona parte del continente europeo? Per fortuna non lo sapremo mai!

L’avvenire degli europei appartenenti all’area euro sara’ tutti i giorni appeso ad un filo perche’ l’area Euro deve adottarsi di quei cambiamenti istituzionali necessari per raggiungere gli obiettivi di sviluppo e crescita.

L’attuale Europa dei 27 non fa piu’ notizia se non per gli sprechi quotidiani dei loro burocrati. L’Ue dei 27 Stati non ha capacita’ di agire insieme politicamente, non parla con una sola voce (per esempio in politica estera) e pretende di adottare all’unanimita’ le decisioni da intraprendere. In altre parole, l’Ue appare sempre divisa e disunita, adottando ogni Stato membro diverse strategie ognuno per proprio conto.

La Svizzera (paese confederale) e’ proprio un esempio di lunga durata di convivenza tra popoli diversi dove co-esistono 3 lingue nazionali, diverse culture e razze ma dove esiste da tempo anche una sola moneta nazionale con un’unica politica estera, di difesa neutrale ed economica.

Gli Stati Uniti d’America (paese federale) permette allo Stato federato della California di navigare in acque peggiori della Grecia ma proprio la struttura federale permette loro di vivere meglio eventuali crisi (odierne e future) senza che vi sia il rischio di portarsi dietro altri Stati federati appartenenti alla stessa federazione. Gli USA, infatti, sono uno Stato veramente federale (cioe' hanno un Governo federale ed una banca federale, battono moneta, hanno una politica estera unica ed un’unica difesa) in grado di adottare decisioni valide per tutti gli Stati membri.

Solo uno Stato Federale Europeo potrebbe, quindi, affrontare le urgenti questioni di oggi (che non riguardano solamente l’euro) come l’inquinamento atmosferico, le immigrazioni dai paesi piu’ poveri, la ricerca alternativa al nucleare, ecc.

L'Ue , invece, nonostante oltre 60 anni di integrazione, e’ ancora divisa politicamente e ogni singola nazione pensa solamente ai propri interessi nazionali ed a salvaguardare i propri interessi locali a scapito di altri Stati membri dell’Ue.

Mai come oggi servirebbe creare un Stato Federale Europeo, magari partendo dai 6 Stati fondatori della Cee, con regole nuove (es. capacita’ di agire, abolizione del diritto di veto, governo europeo che parla con una sola voce ed eletto da un Parlamento sovranazionale democraticamente eletto a suffragio universale, politica estera unica, risorse finanziarie proprie, ecc...) e abbandonando definitivamente l'Europa dei 27 che ormai e’ divenuta semplicemente un’area di libero scambio e che ha imboccato la strada dell'impasse, della incapacita' di adottare decisioni e dell’egoismo nazionale.

Ovviamente una moneta senza Stato e’ una moneta zoppa; ecco perche’ ora e subito bisognerebbe che venissero costruite le strade per giungere alla Federazione europea e, quindi, alla sua Unione politica.

Occorre, quindi, interrogarsi oggi se, oltre l’euro, si possa raggiungere l’Unione politica e la Federazione europea per essere in grado di affrontare le prossime ed urgenti sfide che le future generazioni debbano affrontare per salvaguardare quello Stato sociale ed il benessere percepito fino ad oggi.

E’ giunto il momento di rifondare l’Europa mantenendo, pero’, l’euro che fino ad oggi ha garantito stabilita’ e coesione monetaria grazie ai cosiddetti lungimiranti parametri di Maastricht che vanno rispolverati e resi flessibili a seconda della congiuntura economica.

Il destino dell’euro, quindi, dipendera’ di come il “paradosso” dell’euro verra’ ora gestito dai politici europei e dai governanti dei suoi Stati membri, che dovrebbero guidare l’Europa con una visione globale e a lungo termine ed abbandonare per sempre la propria mentalita' nazionale (o provinciale o locale che sia) per pensare a livello sovranazionale ed europeo nell'interesse di tutti i suoi cittadini europei.

Con i miei migliori saluti.

Franco Oriti
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