Se ritornare a casa di mammà può risolvere i problemi del Parco, ben venga. Ma da cittadino, lo considero comunque umiliante.
Con grandi fanfare e uno spirito da esproprio proletario, il Comune oltre 10 anni fa venne in possesso del parco e dei suoi impianti. Finalmente il parco - fino ad allora riservato ai privilegiati dipendenti dell'Eni - era diventato di tutti. Sto un po' enfatizzando, ma non troppo: questi discorsi li ho sentiti con le mie orecchie dall'allora amministrazione e da diversi funzionari della stessa area politica.
Dopo tutti questi anni non possiamo che consuntivare una sonora sconfitta: ancora una volta la collettività non è stata capace di gestire efficacemente i suoi beni. Per una ragione o per l'altra, le varie amministrazioni hanno prodotto come risultato un ammaloramento generale degli impianti e del parco, una voragine di denaro pubblico andato in fumo, per non parlare del fallimento del gestore selezionato con una gara, che ha lasciato molti piccoli e grandi creditori a bocca quasi asciutta.
Ora, con la coda tra le gambe, si ritorna da "mamma" (che nel frattempo, stando alle cronache, è diventata un po' zoccola) chiedendo aiuto. Meglio così che la rovina totale, non posso che apprezzare l'iniziativa, ma quando impareremo a diventare adulti?
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