>E poi, francamente, questa ideologia per cui "pubblico" è meglio di "privato" rischia di influenzare negativamente la riflessione. Non deve essere un dogma: in alcuni casi è bene che determinate attività/beni restino pubblici (es. acqua), in altri casi (tantissimi) non ci sono ragioni sensate per cui un servizio/bene debba essere gestito (spesso male) dal pubblico. Va analizzato di volta in volta, considerando tutti gli strumenti (e.g. la concessione).
Ma qui non è in gioco l'alternativa pubblico-privato. Un luogo pubblico, un monumento pubblico sono "pubblici", cioè sono manutenuti dall'ente pubblico e sono frequentabili senza dover pagare, altrimenti sarebbero in concessione. Poi c'è la piccola ipocrisia di privatizzare un monumento pubblico per una sera e restituirlo alla cittadinanza il resto dell'anno. Ma si è creato un principio. Se il Ponte Vecchio può essere chiuso al pubblico per una sera, può esserlo per tutte le sere per una stagione. La cittadinanza perde un po' della sua proprietà. Fors è solo questione di misura. Se con quell'affitto di una serata si può pagare la manutenzione per un anno, forse vale la pena. Se si dà a Della Valle la manutenzione del Colosseo in cambio del solo diritto di reclamizzarlo, ben venga; si potrebbe accettare che lo usasse per un paio di sere all'anno per tenerci le sue sfilate, potrebbe starci. Ma se le serate diventassero di più la cosa cambierebbe. Non sarebbe più il Colosseo di Roma, ma,almeno per un po', il Colosseo di Della Valle. La fantasia degli imprenditori e degli addetti al marketing è infinita. Si è creato un precedente; vediamo come procede.
RecSando
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