Anni fa, con ancora i piani quinquennali, aprire un negozio era un'attivitą che ti dava sufficienti garanzie per una crescita nel tempo, capacitą personali permettendo. E devo dire che era un'attivitą a cui avevo pensato e per cui frequentai i corsi del Capac per l'iscrizione al Rec. Qualche anno dopo la liberalizzazione del settore ha distrutto tutto: via l'avviamento, via il negozio di quartiere, largo alle vie con una sola merceologia, che di fatto hanno fatto crescere gli affitti degli spazi in certe zone, espellendo le tipologie con meno ricarico. Libero mercato, si diceva: in realtą era come fare una competizione tra due piloti, uno con la Ferrari, l'altro con la Panda. Quello con la Ferrari ha vinto: se vendo fuffa fatta in Cina che mi costa 0,50 al pezzo a 50 euro, ho i soldi per pagare qualsiasi affitto. Se la vendo a 100, posso permettermi anche quattro dipendenti in un centro commerciale per l'orario 10/22 7 giorni su 7 con aria condizionata e parcheggio. Se poi vendo solo il marchio col franchising, elimino pure i rischi d'impresa. Nel frattempo chi vende altre cose con ricarichi minori, come le edicole o i ciclisti, muore, strozzato dai costi. Chiude e ti arriva la banca, o la pizzeria/kebab, dove puoi applicare lo stesso concetto dell'abbigliamento, un ricarico importante, ma con un minimo investimento iniziale, in cui la parte fondamentale la fai tu se hai voglia di lavorare dalle 10 alle 23 ogni giorno 7 giorni su 7 sperando di non ammalarti mai.
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