<Poiché sono ignorante in materia chiedo qualche chiarimento su quella che è chiamata edilizia sociale. Sono case popolari o stiamo parlando di edilizia convenzionata (ex 167 per intenderci)? Credo che siano due concetti molto diversi. Inoltre mi riesce molto difficile pensare che in luoghi particolarmente appetiti da un mercato immobiliare che a San Donato non conosce crisi, si possano riservare case a queste tipologie di costruzione. Siamo proprio sicuri che sortiranno l’effetto sperato?>
Il termine “edilizia sociale” viene ormai usato in senso più largo per indicare le varie tipologie di case diverse dall’edilizia di libero mercato: quindi le case popolari in affitto ma anche l’edilizia convenzionata, case a riscatto e quelle ad affitto calmierato, ecc.
A San Donato purtroppo non ci sono più molte possibilità per affrontare il problema casa (come diciamo con onestà intellettuale nel nostro programma - pag. 39 e 40): perché non vi sono praticamente più aree, perché in passato si è costruito poche case popolari tanto che la loro percentuale è addirittura inferiore a quella nazionale che è già fanalino di coda in Europa, perché da anni si costruisce solo edilizia libera ( a parte le case di Via Leopardi in 167 che possono già essere vendute sul libero mercato), perché la legge chiedeva ai comuni di destinare dal un minimo del 40% ad un massimo del 70% delle aree a edilizia 167 (convenzionata ed in affitto) ma i comuni non l’hanno fatto (a san Donato la percentuale è solo del 16%!) ecc, ecc . Quel che si può fare è appunto non perdere le uniche e ultime possibilità rimaste, quelle che Massimiliano ha indicato nella risposta: sono tutti interventi possibili (non dipendono dalla bontà d’animo della proprietà ma da scelte politiche realizzabili) anche se non sono in grado di dare risposte esaustive al problema casa. Nel caso di aree dismesse, per esempio, il comune può dire “ti concedo il cambio di destinazione solo per realizzare case non di edilizia libera” e in tal caso concorda un tot in edilizia convenzionata, un tot in affitto; per l’utilizzo del contributo di costo di costruzione il comune può valutare se privilegiare l’acquisto di appartamenti da dare in affitto o a riscatto, ecc.
Se vuoi approfondire ti riporto di seguito la pag. 39 e 40 del programma dove viene trattato il tema riguardante la casa. Ciao Mimma
PROGRAMMA CANDIDATO MISTRETTA – Casa, bene comune
<A San Donato non solo i prezzi delle case sono altissimi, ma vi è anche una percentuale di edilizia pubblica inferiore addirittura a quella nazionale che è già agli ultimi posti in Europa. Moltissime famiglie sono in lista d’attesa mentre da anni è in atto una vera e propria espulsione per “censo” che in 15 anni ha provocato la sostituzione di circa la metà della popolazione. Ogni anno, infatti, 1.000-1.500 persone sono costrette a lasciare San Donato perché le case le costano troppo: più del 50% sono giovani, seguiti dalle coppie che vogliono “ingrandire” la famiglia ma non riescono a “ingrandire” la casa, a causa dei costi esorbitanti. Nonostante questa situazione, sia con la precedente amministrazione di centro sinistra che con quella attuale dicentro destra, i piani urbanistici approvati contengono solo edilizia libera con prezzi inaccessibili, con il risultato “collaterale” che moltissime abitazioni restano invendute. San Donato rischia di diventare un paese di anziani benestanti e, pur costruendo case, rischia di non riuscire a costruire un tessuto sociale consolidato e sufficientemente eterogeneo per età e classi sociali e dove siano presenti le varie generazioni: nonni, figli, nipoti. Il nostro comune, oltretutto, dispone di un territorio non molto esteso che è stato in gran parte “consumato”, quindi con poche possibilità ormai di poter intervenire efficacemente.
POSSIBILI INTERVENTI •Stabilire una quota di edilizia sociale in ogni intervento abitativo senza aumenti di volumetrie. •In caso di cambi di aree dismesse o di cambi di destinazione da terziario - commerciale a residenziale prevedere 100% di “Edilizia Sociale” di varie tipologie (in affitto, a canone calmeriato, edilizia convenzionata, ecc) senza aumenti di volumetrie. •Aumentare il numero di alloggi comunali da destinare anche alle giovani coppie utilizzando il Contributo Costo Costruzione che la legge ha istituito proprio perché venga destinato alle politiche abitative, utilizzando gli eventuali introiti ancora disponibili derivanti dai passaggi diritto di proprietà case ex L.167. •Prelazione case ALER in caso di dismissione. •Redarre il regolamento di applicazione del Piano Sociale Abitativo di cui il comune si è dotato in modo da poter mettere in atto le varie strategia previste nel Piano stesso. •Nessun progetto di vendita o di privatizzazione del patrimonio pubblico o della sua gestione. >
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