E' vero quando pensiamo al passato tutto ci sembra che un tempo fosse più semplice. Ma è proprio così? Se leggiamo cosa hanno scritto i nostri antenati, le loro vive parole, rimaniamo stupiti di come siano riusciti, con i loro mezzi, a fare osservazione che ancora oggi ci stupiscono e ci lasciano increduli.
A me sembra però che, alle difficltà di ieri, oggi si aggiungano quelle di un pensiero filosofico che fa fatica a star dietro alle evoluzioni della scienza. La velocità esponenziale dello sviluppo tecnologico e scientifico costringe a modificare i nostri comportamenti ed le abitudini culturali molto più velocemente di quanto vorremmo e siamo disposti ad accettare liberamente. E da qui che, penso, nascano i problemi nuovi e sempre più difficili da dominare con le logiche del passato e il solo aiuto delle tradizioni.
La posizione di Gulliver è quella che dovremmo imparare ad usare, scendendo dalla cattedra e cercando di capire come può apparire la nostra realtà se osservata da un un altro punto di vista. L'alto ed il basso sono concetti che con la fisica relativistica hanno perso il loro significato fisico, pur mantenendone uno soggettivo.
Alla tua affermazione "adesso che è morto, una parte di lui sopravvive in me" affiancherei un pensiero di Cartesio:
"La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli passati".
Ciao, sergio |