> Finché il problema della disoccupazione resta circoscritto si possono fare anche discorsi teorici a livello comunale di interventi possibili. Quando la percentuale supera un certo livello, cosa può fare il comune?
Molte cose, perchè se crediamo che lo Stato possa fare qualcosa per favorire il lavoro, anche il Comune, nell'ambito delle sue responsabilità/possibilità, può farlo.
>Non certo creare posti di lavoro.
Non è vero. Può ad esempio facilitare l'imprenditoria. Può creare laboratori di sviluppo di competenze: ti faccio un esempio, il locale del famigerato Circolino, quello dato dal Comune alla ONLUS La Lente, versa in condizioni pietose di completo abbandono. Può essere trasformato in un laboratorio di competenze, dove le persone possono fare lezioni per baratto su diversi temi, sul modello della http://milano.tradeschool.it/. In questa sede si possono fare anche workshop, presentazioni di aziende sul territorio, presentazioni di mestieri anche artigianali, imprenditori, etc. Può essere fatta maggiore integrazione con l'Informagiovani. Potrei andare avanti per ore.
>E neppure chiedersi come fare perché l'offerta coincida con la domanda. Se le ditte chiudono semplicemente non c'è offerta
Questo è un errore fondamentale. Se le aziende chiudono, che fai? stai a casa a girare i pollici? CREA qualcosa insieme ad altri. In Italia tutti vogliono fare i manager o gli impiegati, mentre servono più artigiani e imprenditori.
>Partiamo dal significato del lavoro: >è la monetizzazione del tempo di una persona.
Questa poi non me l'aspettavo, una visione del lavoro che reputo l'origine di tutti i mali. Un cliente non ti paga il tempo, ma i risultati, le competenze. Se non sai fare nulla di utile, nessuno ti paga.
Mi sa che i primi corsi li faccio a voi... :-))) sto scherzando!!!
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