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La continuità dei percorsi (ciclo)pedonali inesistente. (mes #96168)
di Gianfranco Coribello
il 05/06/2012 11:39:44
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messaggio letto 526
volte
(1 risposta)
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Perché arrivati al confine del centro abitato di un comune il marciapiedi scompare?
La storia dell’uomo ci insegna che questo ha usato sempre per muoversi anche per compiere grandi distanze, le leve inferiori. I nostri nonni, i nostri genitori erano grandi camminatori, noi ci inventiamo il jogging per far finta di zampettare. Eppure basterebbe poco, una legge che impegni i comuni a raccordare gli stessi con piste ciclopedonali dando continuità pedonale a chi non possiede un mezzo, a chi vuol muoversi a piedi, a chi con il blocco del traffico non vuole rinchiudersi in casa.
Creiamo il pedibus per invogliare a camminare e non curiamo i percorsi?
Vogliamo che i cittadini usino più razionalmente la macchina, che gli anziani si muovano, che i giovani usino piedi e bici? Iniziamo a costruirgli percorsi sicuri, senza fargli camminare ai bordi delle provinciali o nella terra di nessuno tra comuni confinanti.
Esempi:
-il tratto Paullese via gela-coop (per raccordarsi con quello di Peschiera) -via Cupello (in curva!!) -via monticello dove ci sono gli orti invece dei marciapiedi -via risorgimento (per raccordarsi con quello presente di SGM) -il tratto via Emilia ple supercortemaggiore- S.Martino (raccordo per Milano)
gf =====
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