> Segnalo senza polemiche agli addetti ai lavori quanto già sottolineato a Dompè l' anno passato: il tratto che collega la via Emilia circa dalla zona agip e passa per il primo palazzo uffici Eni per arrivare fino alla fraz. San Martino è pericoloso oltretutto se prima i lavori occupavano una parte più ristretta oggi sei uno spettacolare bersaglio per le macchine. Cara Amministrazione urge una riflessione!
E' vero, non solo una soluzione per i pedoni, ma anche per le biciclette. Infatti, la pista ciclabile sulla via Emilia, si interrompe all'altezza della statua di Ghandi. Poi il nulla. Per arrivare a San Martino e perchè no, anche a Rogoredo, si deve passare necessariamete sulla trafficata Via Emilia senza nessuna "protezione" per le biciclette.
E poi , bisognerebbe che tutte le strisce pedonali, diventino anche ciclabili, si dovrebbe dare un seguito a tutte le piste ciclabili esistenti e fare in modo che tutte siano collegate tra di loro. Poi dato che l'Italia si deve adeguare alle norme europee con velocità massima 30 all'ora in città, avere un viale de gasperi così largo tutto destinato alle autovetture non ha più senso, uno spazio potrebbe essere sicuramente destinato alla nuova pista ciclabile, cancellata nel passato. Una pista ciclabile, protetta con delle strutture, non necessariamente costose, per azzittire già da subito tutti quelli che sostenevano che la pista precedentemente esistenze, già a norma europea, non era "in sicurezza". Sarebbe un piccolo passo in avanti, verso una maggiore civiltà.
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