Dal testo dell'articolo a cui ti riferisci traggo questa frase: "La decisione, secondo quanto ha annunciato il 27 settembre l’azienda, non è legata a una situazione di crisi aziendale: semplicemente, nell’Europa meridionale i volumi di vendita sono calati di circa il 5% rispetto al 2011."
OK, oramai lo sappiamo tutti, viviamo in una crisi di sistema (europeo) che sta colpendo principalmente gli Stati più spendaccioni, quelli cioè che hanno vissuto per decenni al di sopra delle proprie disponibilità.
Non si esce da questa crisi denunciando solo le conseguenze che essa causa alle aziende e, soprattutto, ai lavoratori, alle loro famiglie e all'economia nazionale.
Cosa dobbiamo fare di fronte a queste realtà? Raccogliere le firme per il referendum che stai sostenendo, oppure occorre sostenere tutte quelle riforme che vanno nella direzione di favorire la nascita di nuove imprese, come ad esempio quella varata oggi dal governo chiamata "delle semplificazioni"?
Non basta, anzi è dannoso continuare a dare addosso al Governo Monti, senza saper contrapporre soluzioni diverse e dire come si finanzierebbe ciò che si vorrebbe che faccia il Governo.
È il momento della serietà. Criticare è facile e a mala pena servirà per raccoglie qualche manciata di voti. È emblematico che i sondaggi continuino ad indicare in Monti il personaggio più apprezzato rispetto ai partiti e a qualsiasi uomo politico, nonostante le tasse e tutte le negatività denunciate da "Il Fatto Quotidiano" e tutta la stampa di destra e di sinistra.
Nel farmi un esempio europeo di duro sciopero non a caso citi la Francia, cioè la nazione dove esisteva il secondo, in ordine di grandezza, partito comunista dei paesi democratici (il primo era l'Italia). La migliore scuola sugli scioperi è nata in Italia e Francia. Ma ora i problemi sono seri e con la sola protesta non si va da nessuna parte.
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<Io invece ti porto esempi di questi giorni, come questo, perché conosco persone che lo stanno vivendo sulla loro pelle: <Una multinazionale con i conti ampiamente in attivo che prima ha tentato licenziamenti individuali non consentiti ed ora vuole licenziare 8oo persone in Italia, un dipendente su 10 (il 30% tra gli impiegati, la maggior parte intorno ai 50 anni) http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/13/merico-compass/380067/ <La capacità e l' impegno lavorativo non c'entrano nulla: conviene utilizzare giovani precari che costano meno e se nessuno mette un freno converrà sempre. Alla faccia della responsabilità sociale. <Quanto ai sindacati stranieri non so se ti è mai capitato di vedere i servizi sugli scioperi in francia con la gente a piedi in tangenziale per il blocco totale dei trasporti, RER compresa.
RecSando
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