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lunga premessa (mes #101546)
di Daniele Borriero
il 15/01/2013 08:59:51
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messaggio letto 1002
volte
(1 risposta)
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in risposta a Mirco Rainoldi
(mes. #101521)
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No, non è giusto, ma la risposta deve essere necessariamente articolata, semplificando molto i termini per non tediare.
Quasi tutti sono convinti che lo Stato a fronte di un valore "n" (per comodità lo indichiamo con 100) di entrate fiscali (comunemente indicate con il termine "tasse"), restituisca "n" (100). Non è così.
Non lo è a livello temporale: vi sono alcuni periodi per esempio in cui è necessario che lo stato restituisca 105 o 110 o anche più. Nei periodi di crisi economica reale, per esempio, quando è necessario intervenire per rinsaldare i vari parametri che la compongono (non mi riferisco all'economia finanziaria, che stiamo salvando ora applicando, come fosse la stessa cosa, lo stesso metodo...). Lo ha fatto anche la Germania (oggi portata ad esempio tra i "buoni" nell'economia europea...) http://www.ceris.cnr.it/ceris/workingpaper/1996/Wp20_96.PDF), e per approfondire http://goofynomics.blogspot.fr/2012/03/cosa-sapete-della-slealta.html, e ovviamente lo abbiamo fatto noi creando debito. La stampa di nuova moneta o la svalutazione sono strumenti utili per questo, e il tutto probabilmente risulta meno rischioso per i cittadini e l'economia reale, soprattutto quando vi sia ancora piena occupazione e la capacità di bilanciare i pagamenti, che l'austerità, ovvero il processo opposto. Con l'euro è tutto cambiato: non si può più stampare moneta (vi ricordate che con i mutui in lire l'inflazione si mangiava l'entità della rata mensile e il mutuo con gli anni diventava meno gravoso?), non si può svalutare http://goofynomics.blogspot.it/2012/04/svalutazione-e-salari-ad-usum-piddini.html , costretti a rimanere agganciati a una moneta forte (che avvantaggia ovviamente chi prima aveva monete forti, come la Germania), vincolati dal fiscal compact a ridurre comunque il debito (ad libitum, se contemporaneamente, e inesorabilmente of course, il PIL cala) a percentuali senza logica apparente (andate sotto a questo link a vedere come nasce quel famigerato numeretto "60" http://goofynomics.blogspot.it/2013/01/verbum-domini-non-price-competitiveness.html), con le aziende sempre meno competitive di conseguenza che delocalizzano (quando non chiudono), tutto quel bel mondo dorato che ha permesso alle famiglie medie di avere in casa frigorifero, microonde e Ipad si sta sgretolando, portando con sé anche il concetto di uguaglianza stato=cittadini che ci piaceva tanto.
Non lo è a livello di partizione: vi sono cittadini che pagano 30 e ricevono 100 e altri che pagano 200 e ricevono 100. Ovviamente questi ultimi, generalmente i più ricchi, si dimostrano i più insofferenti al concetto di tasse, per ovvie ragioni. Il cittadino che riceve 100 a fronte di un'uscita pari a 30 diventa più ricco. Il miglioramento delle condizioni economiche del proletariato di un tempo e la nascita della classe media sono la conseguenza di questo sistema (in contemporanea all'aumento di produttività dovuto alle nuove tecnologie), che attua la redistribuzione delle risorse.
Da qui deduciamo che la contrapposizione comunismo/capitalismo che piaceva tanto a qualcuno http://www.corriere.it/politica/11_febbraio_26/premier-pericolo-comunista_dc34f1e4-41a4-11e0-b406-2da238c0fa39.shtml in fin dei conti nel nostro stato si risolveva in un equilibrio, che portava a redistribuire risorse che altrimenti ai "ricchi" sarebbe piaciuto di più avere nel proprio materasso (o alle Cayman, che in fin dei conti è la stessa cosa). Ovviamente semplificando la teoria economica, che se volete potete approfondire su libri o anche on line facendo adeguate ricerche. Che questa redistribuzione abbia fatto comodo all'economia reale è indubbio: serviva qualcuno per esempio che comprasse le Fiat 600 e le televisioni Radiomarelli, oltre alle Radio Geloso. Quando ovviamente queste cose si producevano in Italia, si vendevano agli italiani in larga parte e gli azionisti stavano lontani dalle fabbriche quel tanto che bastava.
Il vento cambia con gli anni 80. Separazione Banca d'Italia/Ministero del Tesoro, primo passo. http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=891110&chId=30
Ora siamo in fase avanzata di questo processo (di concentrazione delle ricchezze precedentemente distribuite) e ci si stupisce che i giardinetti pubblici (oh, come è cambiato il significato di questa parola negli anni) vengano privatizzati diventando a pagamento?
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