> >A me di nazioni con basso consumo interno che producono per altri stati vengono in mente solo le ex repubbliche sovietiche , in Europa, dove i salari bassissimi non consentono di ampliare i consumi interni, ma si produce solo per altri stati. > >Il vero campione del basso consumo interno e di conseguenti straordinari risultati nell'export sono i paesi nordici, in particolare la Germania. Negli anni, a nulla sono valsi i tentativi dei vari governi tedeschi di stimolare la domanda interna attraverso riduzioni fiscali o altro: la curva sembra essere anaelastica. Da cosa deriva? Dalla loro cultura e qui ti vengo incontro: basta guardare la loro storia. Dopotutto, dove ha avuto origine la riforma protestante, la critica verso lo sfarzo e il potere mondano della Chiesa? Ti rendi conto del gap culturale che emerge quando si viene a conoscenza che in molte comunità protestanti il Pastore lo si fa a turno? > >Quindi, sono d'accordo con te che tutte le economie hanno una domanda interna. Ma l'Italia si è basata quasi esclusivamente su questa domanda, drogata dal debito. Qualche anno fa feci un survey su 50 multinazionali sull'attrattività del sistema italia: la maggior parte di esse si trovava qui per la domanda interna. Non per le competenze, nè per altro: solo perchè c'era una domanda, falsata appunto dal debito. Ora che tale domanda si è ridimensionata, il re è nudo. Quindi, dobbiamo tornare ad essere attrattivi e attivi sui fondamentali, non perchè siamo degli spreconi a debito. > >E comunque dobbiamo rassegnarci al fatto che in un'economia globale che rallenta, siamo in molti di più che in passato a mangiare nella stessa pastoia. Quindi, se alcuni paesi migliorano il loro tenore di vita, altri, se non si differenziano, lo peggiorano, e noi siamo tra questi.
Non è solo questione di economia globale, è l'economia stessa a definirlo: se ci sono paesi che esportano ci sono altri che importano. In economia la somma dei bilanci dei paesi va a 0, come nella contabilità della partita doppia. Quindi uno stato ben amministrato sopravvive grazie all'equilibrio nel tempo tra domanda interna-estera-mercato interno e lo strumento della svalutazione e dell'inflazione quando si rende necessario in seguito di squilibri, e una unione di stati con una sola moneta sopravvive solo se vengono rispettate le regole dell'AVO, cosa che l'UE non ha fatto. La Germania ha avuto un calo della domanda interna a seguito delle riforme del mercato del lavoro (la Germania ha sempre avuto redditi alti nel passato, e la loro utilitaria era quella che da noi era una vettura media), che hanno abbassato i redditi dei tedeschi, ma hanno fatto aumentare la competitività del prodotto tedesco, unitamente alla "svalutazione" della valuta nel passaggio dall'euro al marco (ricordi quando ti dicevo che con l'Euro in Grecia era diventato meno conveniente far le vacanze? La dracma con l'euro si era... rivalutata. Idem è successo in Italia.). Quindi la Germania ha potuto esportare prodotti più competitivi sul piano del prezzo che sono stati accolti in quei mercati dove la moneta, rivalutata, ora costituiva un handicap per le esportazioni. Insieme al flusso di capitali destinati a finanziare la vendita dei prodotti, questi hanno determinato l'accumulo di debito estero nei paesi del sud. In pratica la Germania ha adottato una politica mercantilista nei confronti del sud Europa. Non esistono paesi importatori senza paesi esportatori, non esistono paesi creditori senza paesi debitori, e ognuno dovrebbe essere responsabile in Europa di questa situazione, Germania come Italia, perché non è necessariamente più cattivo chi si indebita rispetto a chi fa credito, come ci insegna la vicenda dei mutui subprime. La Germania non offre prodotti con un valore aggiunto superiore al nostro, o perlomeno, non ha potenzialità superiori alle nostre. Una VW Polo o una Skoda Fabia costruite da turchi o ungheresi non sono dei miracoli di tecnologia, e una centralina Siemens non credo si possa ritenere a un livello di tecnologia inarrivabile dall'industria italiana, e vorrei ricordare che la Fiat Uno fu per anni la vettura più venduta in Europa. Ora, è la Golf (da sempre uguale a se stessa), seconda la Fiesta (tedesca), terza la Clio (Francese), quarta la Polo (tedesca). Auto noiose e banali come poche, da rimpiangere le nostre belle Alfa Romeo e Lancia.
RecSando
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