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Opting-out per le pensioni: è sostenibile?  (mes #102086)
di Daniele Borriero il 30/01/2013 08:21:28

messaggio letto 971 volte
(1 risposta)

in risposta a Daniele Borriero (mes. #102085)
La gestione non è affatto scellerata: per quanto riguarda la quota relativa alle pensioni dei lavoratori (FPLD) essa era in attivo di 4 miliardi e 447 milioni nel 2009 http://www.inps.it/docallegati/mig/doc/bilanci/bilanciosociale2009/parte_quinta_bilancio_sociale_inps_2009.pdf
Mastrapasqua (presidente INPS e non solo) dichiarava nel 2010 "”Ora abbiamo un sistema che, con quello della Svezia, è il migliore in Europa, collegato automaticamente alle aspettative di vita che vengono comunicate dall’Istat: è un sistema serio e sostenibile, anche se il dibattito politico interno è sempre in cerca di miglioramenti…Per anni l’Italia ha vissuto una sorta di vergogna previdenziale, tacciata come Cenerentola dell’Europa e questo giudizio ha inevitabilmente pesato. Ma in questi anni, con un cantiere durato 20 anni da Amato a Dini, da Prodi e Maroni, da Damiano a Sacconi, sono state fatte riforme importanti e ora abbiamo un sistema previdenziale serio e sostenibile".
Successivamente è stata fatta una ulteriore riforma delle pensioni che mi ha allontanato di ben 12 anni (rispetto al previsto numero di anni necessario per andare in pensione quando iniziai a lavorare) l'uscita dal lavoro.
Ora si prospetta l'idea di diminuire le entrate dell'INPS...
Quindi: chi pagherà l'INPS assistenziale in futuro?
Barbara Picutti forse ne sta già sperimentando le prime conseguenze (vedasi post sulle colf...) e un sospetto mi viene...
Questa modifica comporterà problemi anche sull'attivo dell'INPS previdenziale?
Siccome lo stato non potrà intervenire (col fiscal compact ha le mani legate), gli unici a pagarlo saranno o le imprese (aumentando la quota contributi) o i lavoratori (idem), oppure... i pensionati, che vedranno ridotta di molto la pensione.
Ovviamente tutto solo a vantaggio dei privati (assicurazioni e mercati finanziari).
Si passa quindi da una politica redistributiva dei redditi ai cittadini a una politica che trasferisce i redditi nelle mani di pochi soggetti.
Possiamo argomentare che l'INPS assisteva anche chi non ne aveva bisogno, ma se si voleva si doveva intervenire su questo, non certo mandando a gambe all'aria il sistema.
Da parte mia, l'attuale incertezza pensionistico mi ha costretto a rivedere alcuni progetti di vita che stavamo mettendo in atto, come per esempio l'acquisto di una seconda casa in una località dove ci saremmo trasferiti.
Questo tipo di decisioni infatti hanno conseguenze anche nel presente e incidono sul mercato interno.
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