> >Questo poteva essere vero molti anni fa, circa due generazioni fa. Purtroppo lo scenario è cambiato da tempo, Daniele. Lavoro da anni con tantissime piccole e medie imprese. La prima e seconda generazione di "padroni" era del tipo che dici tu, mentre poi è sopravvenuta la generazione di coloro che hanno goduto di quanto creato da padri e nonni, sperperando e non reinvestendo un centesimo nelle aziende, e spesso costruendosi patrimoni personali ingenti. Tutto questo spesso grazie a sovvenzioni statali di vario tipo. Conosco decine di questi imprenditori che si trovano oggi in difficoltà, completamente fuori mercato, con modelli di business obsoleti e con patrimoni immobiliari personali da paura. Questa è una delle cause del crollo della nostra economia: il debito ha "drogato" i cittadini e gli imprenditori con un falso benessere. >
Questo è vero, lo è per molti "imprenditori" furbetti degli ultimi vent'anni, che hanno solo cercato il modo di continuare a fare il massimo dei soldi col minimo sforzo prosciugando le risorse, economiche e umane, costruite dai padri e annichilendo le potenzialità della nostra nazione. E' vero, e Friedman ha solo saputo accontentare questa rapacità che è ormai radicata a livello globale definendo un nuovo modello di economia, in cui la rapacità è inversamente proporzionale al sudore della fronte e alle effettive capacità. L'Italia è in piena decadenza perché in mano a persone rapaci che frustrano le capacità di chi si dà ancora da fare, ma così è anche per il modello europeo che è sorto negli ultimi decenni, che ha visto prevalere gli interessi dei singoli stati e dei singoli soggetti alla creazione di un'Europa unita, nei popoli e nell'economia, capace di migliorare effettivamente la nostra vita.
RecSando
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