Se dobbiamo spostare l'attenzione sulle imprese italiane, posso dirti che un problema c'è, ed è quello che tu stigmatizzi. Purtroppo nulla è stato fatto a livello dirigenziale per limitare la diffusione di quel fenomeno che descrivi, anzi. Conosco persone di quelle che si "fanno il culo così", hanno una piccola impresa di recente costituzione, che lavorano per conto di altre imprese più grandi e anziane, che al termine dei lavori... non pagano le fatture. Due miei conoscenti sono a casa proprio per questo: le loro ditte hanno centinaia di migliaia di euro non pagati e ovviamente con i debiti accumulati hanno chiuso. Bisognerebbe intervenire affinché sia possibile modificare il sistema di tassazione, che punisce le imprese creditrici, e soprattutto modificare i tempi della giustizia in maniera da rendere più difficile questo andazzo. Sono tantissimi i liberi professionisti che vengono pagati "a babbo morto" da imprese quotate in borsa, io stesso posso testimoniare che questo "stile" lavorativo ha avuto inizio una ventina di anni fa, col paradosso che si rifiutavano le commesse dalle ditte che non si conoscevano per evitare di correre rischi... trovarsi con 4/5 milioni per fattura e averne parecchie non pagate su cui si versavano iva e tasse, era un rischio che era meglio non correre. Lo stesso si fa ora con le amministrazioni pubbliche... tutti soldi che non girano, imprese che non crescono. C'è una specie di collo di bottiglia, di tappo messo affinché le imprese più giovani e capaci non riescano ad emergere, mentre magari il mercato è dominato da imprese che tentano di tutto pur di fregare e non pagare il lavoro degli altri. Dipendenti compresi. Sai quante persone conosco che sono andate a lavorare all'estero perché qui, in Italia, ora non trovano le condizioni non per lavorare, ma per essere pagati per il loro lavoro. Come dire, è prevalso il costume di non rispettare chi lavora e il lavoro, e questo è ben protetto e garantito.
RecSando
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16/03/2013 - 