>...secondo me anche questa dell'aggressività come cosa naturale e utile è una fiaba antropologica figlia di qualche interesse, se guardiamo con obiettività e mente aperta alla storia dell'umanità ci rendiamo conto che le cose più sublimi, belle e grandiose sono state prodotte in tempo di pace e fratellanza con la collaborazione...
Daniele, forse quello che dici è vero, ma ciò non toglie che l'essere umano sia straordinariamente aggressivo con il suo simile, molto di più della stragrande parte delle specie animali. In molte di esse vi è un'aggressività maschile per assicurarsi risorse e riproduzione, ma assai raramente questa aggressività porta alla morte dell'avversario, ad esempio. Inoltre, quasi nessuna specie prevede un accumulo illimitato di risorse da parte dei soggetti dominanti a scapito di tutti gli altri.
Tuttavia, ritengo che tale spinta gerarchica, rafforzata dalla tecnologia, non sia l'unica componente umana, ma ne esiste un'altra di tipo comunitario. Il DNA dell'essere umano si è sviluppato in comunità di 100-150 persone dedite prevalentemente alla caccia. In queste comunità la collaborazione e la cooperazione sono fondamentali e tutti hanno un ruolo: uomini e donne, giovani e anziani. E' questa dimensione che oggi troviamo molto debole, anche perchè manca totalmente il senso di comunità, dove la responsabilità del singolo verso la comunità stessa - e se stesso - risulta fondamentale.
Tuttavia, un messaggio di speranza: la natura tende sempre all'equilibrio, per cui, prima o poi, questo sistema è destinato a crollare. Purtroppo, la natura ha una morale intrinseca che non guarda in faccia a nessuno (quella che i credenti chiamano, secondo me, il disegno di Dio) e quindi spesso questi "ritorni all'equilibrio" non sono indolori. |