> >Dopo 152 anni di Nord che produce e Sud che compra, con il collasso dell'economia europea a fare da veicolo, era normale che arrivasse questo momento momento. Se il Sud riduce i consumi al minimo, il Nord produce a vuoto, quindi non vende e deve contrarre produzione e occupazione. > >Claudio, non è proprio così.
Mirco, io invece insisto nel dire che la crisi internazionale sembra aver fatto dimenticare il principale problema italiano: la questione meridionale. In pochi ne parlano, ormai sempre più fuori dall’agenda politica. La redazione di Rai Parlamento ha analizzato proprio la questione meridionale nell’ambito della recessione continentale. Invitati a parlarne, Adriano Giannola (presidente Svimez – associazione degli economisti per lo sviluppo del Mezzogiorno), Nicola Morra (Movimento 5 Stelle) e Mario Marazziti (Scelta Civica per l’Italia). Tutti con toni meridionalisti fortemente avversi alle politiche dello Stato dall’Unità ad oggi. Infine, un viaggio nell’eccellenza del Distretto di Nola, dimostrazione di un Sud virtuoso che, messosi autonomamente in condizione di non essere divorato dalla criminalità organizzata, è stato capace di decollare e primeggiare. Ecco perché, se prima lo Stato non farà il suo dovere, non ci sarà mai un Sud competitivo. Altro che piagnistei. Se poi vogliamo approfondire e affrontare l'argomento "questione meridionale" sarà necessario fare riferimenti storici e ripartire da quel maledetto giorno in cui i Savoia decisero di invadere il Sud in nome dell'Unità d'Italia. E questa amarezza noi la portiamo ancora dentro.. Ma è necessario conoscere la Storia, quella vera per affronatare questo argomento.
http://www.youtube.com/watch?v=TWh8R3vmvZM
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