<Io non mi riferivo all'elettorato anticomunista (che secondo te ormai è marginale, ma che io penso invece sia ancora importante, grazie a 60 anni di terrorismo ideologico) Mi riferivo all'elettorato cattolico. Perchè mai dovrebbe rifiutare di votare a sinistra per schierarsi invece con politici corrotti, sostenitori del privato contro il pubblico e della competizione contro la solidarietà, in una parola poco cristiani ?
Io non pretendo e non mi permetto d’interpretare il pensiero dell’elettorato cattolico che non vota a sinistra e che vede in essa l’avversario politico. Sono cittadini che hanno ideali e libere posizioni politiche per le quali vanno rispettati come tutti gli altri elettori e non, che non si recano ai seggi elettorali.
Non mi piace, tuttavia, quel “60 anni di terrorismo ideologico” perché è un’offesa al buon senso e alla verità storica.
Il comunismo italiano, pur con caratteristiche proprie è stato la sezione italiana dell’Internazionale comunista fondata dai bolscevichi. E il PCI ha intrattenuto costanti rapporti con il PCUS fino alla sua disintegrazione del 1989. Certo, io credo che da Berlinguer in poi, il PCI avesse maturato pienamente la scelta democratica e non avrebbe mai permesso l'interferenza nella democrazia italiana di uno Stato totalitario come era l'URSS.
I democratici italiani avrebbero però gradito che nel momento del cambio di nome il PCI avesse fatto una dignitosa autocritica sul passato, in particolare sul suo silenzio e persino di aver negato ciò che il mondo libero sapeva della reale situazione di povertà e di privazione delle libertà civili e religiose nell'URSS, come in tutti gli Stati a regime comunista.
E tu parli di terrorismo ideologico e ti meravigli che tanti italiani che hanno vissuto tutto o in parte quel periodo storico possano ancora non ritrovarsi in partiti che vengono da quella storia?
In secondo luogo non puoi trascurare e rispettare quanti non aderiscono ad un partito di sinistra perché credono in una società ispirata al liberalismo o al popolarismo europeo i cui principi cardine sono la vita umana, la famiglia basata sul matrimonio, l’economia sociale di mercato, la libera scelta educativa, ecc.
Concordo tuttavia con la considerazione che in alcuni particolari momenti della vita del Paese possano essere prevalenti, come è nell'attualità, gli interessi verso un riformismo che adegui finalmente l’Italia agli altri paesi europei più avanzati, ad iniziare dalla lotta senza quartiere alla corruzione.
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