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Prima o poi, il petrolio finirà. E noi cosa faremo ?  (mes #91565)
di Luciano Monti il 28/02/2012 18:24:58

messaggio letto 472 volte
0 risposte

in risposta a Giorgio Soave (mes. #91065)
<< Bè nella crisi ci siamo già.
>Basterebbe, per esempio, una crisi politica in Algeria che fornisce 1/3 del nostro petrolio e buona parte del gas, per provocare una impennata dei prezzi e un aggravamento della crisi economica. >......... Già sono tanti i paesi europei che cercano di ridurre i consumi ricorrendo alle fonti di energia alternative. .......... per il riscaldamento domestico e i consumi domestici di elettricità c'è a disposizione l'energia solare. E c'è Enel che finanzia gli investimenti. Se vivessi in campagna ci avrei già fatto un pensiero.........>>

A leggere questo stralcio di articolo si può, forse, trovare qualche spunto di ottimismo:
“Energie verdi e lavoro. Ecco l'Italia che ce la fa”
Il presidente di Symbola Ermete Realacci racconta in un libro la ricetta per uscire dalla crisi, Dall'economia sostenibile e dall'innovazione 4 nuovi posti su 10 e boom dell'export Energie verdi
di ANTONIO CIANCIULLO

<< Un'impresa su 4 tra il 2008 e il 2011 ha investito in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e a minor impatto ambientale, con la percentuale che l'anno scorso è schizzata al 57,5 per cento tra le aziende piccole e medie. Queste imprese green sono quelle capaci di competere sui mercati internazionali (con una percentuale quasi doppia rispetto alla media) e di creare occupazione: il 38 per cento dei posti di lavoro nati nell'industria e nei servizi nel corso del 2011 è collegato agli aspetti ecologici della produzione.
Sono i dati da cui parte "Green Italy" - il libro firmato da Ermete Realacci, deputato pd e presidente di Symbola, la Fondazione per le qualità italiane, e appena pubblicato da Chiarelettere - per indicare l'uscita dal tunnel, la via per superare le difficoltà di un paese incerto, che fatica a uscire da una crisi particolarmente dura perché si è saldata a una difficoltà precedente.
I numeri del declino sono impressionanti. Il primo decennio del nuovo millennio ha segnato per l'Italia un record negativo: la crescita è stata la più bassa in tutta l'Unione europea (lo 0,2 per cento annuo contro una media dell'1,1 per cento). La disoccupazione giovanile supera il 29 per cento. L'evasione fiscale viaggia attorno al 17 per cento. Il giro d'affari delle ecomafie sottrae alla collettività 19 miliardi di euro l'anno. Le disuguaglianze, con la metà del paese che si divide il 10 per cento della ricchezza, tagliano le gambe alla crescita.
Eppure, anche con questo zaino sulle spalle, l'Italia ce la può fare, può tornare a occupare un ruolo di primo piano sul palcoscenico globale. A patto di trovare la strada giusta. "Si dice che siamo un paese povero di materie prime: non abbiamo il petrolio, il rame, le terre rare che servono all'elettronica", osserva Realacci. "Ma abbiamo altre materie prime di tutto rispetto: il sole, il paesaggio, la creatività, l'intraprendenza, grandi saperi artigianali, la bellezza, la cultura, le tradizioni. L'Italia può e deve ripartire da qui, e non è poco. Se questo è il nostro patrimonio, la green economy è la ricetta migliore per valorizzarlo"........... >>
........ "L'assieme di tutte queste capacità produttive, con le radici nella tradizione e la testa verso il futuro, rappresenta la possibilità concreta per l'Italia di vincere la sfida della competizione globale", conclude Realacci. "Questo è un periodo di sacrifici: bisogna, come ha cominciato a fare il governo Monti, frenare gli interessi corporativi. Ma ci vuole anche un sogno. Se lasciamo che il futuro si riduca a essere un luogo di privazioni allora è meglio gettare la spugna. Il futuro è il luogo della speranza. E questa speranza in Italia ha fondamenta salde".>>

L’articolo completo lo trovi qui:
http://www.repubblica.it/ambiente/2012/02/24/news/energie_verdi_ecco_italia-30431257/

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