>Gli incontri con i Sindaci della valle e i promotori del comitato, a sentire i telegiornali e comunicazioni varie, sono avvenuti in tutte le sedi e livelli, ma l'impressione piuttosto chiara è che non vogliono la TAV e basta, come se fossero una repubblica autonoma.
Anch'io penso che il progetto ormai sia a uno stadio troppo avanzato e che un ritiro dell'Italia sarebbe una brutta figura in Europa. Gli impegni internazionali vanno rispettati. Ho sentito anche che la Val di Susa dovrebbe ricevere notevoli compensazioni, che però sono ancora ferme nei cassetti ("Torino e la Valsusa stanno aspettando ancora adesso l’anticipo di venti milioni sui duecento previsti dall’accordo di programma firmato da Bresso e Berlusconi il 23 gennaio 2009 in vista dell’avvio dei cantieri.", dice Fassino. http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/444582/ )
E' vero anche che metà dei sindaci della valle sono contrari al progetto nel complesso e rifiutano di accettare compensazioni. E ho l'mpressione che stiano cavalcando la tigre della contestazione nella speranza che faccia il loro gioco quando invece è il contrario. I blocchi stradali e ferroviari in tutta Italia potrebbero giustificare un intervento duro in val di Susa. Siamo a uno stadio in cui qualcuno approfitta del NO TAV per cavalcare il malcontento generale per la crisi economica. L'ha detto Bersani in quella trasmissione: si rischia di finire ancora nel brigatismo.
RecSando
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