Nella sua opera Autour du Chat noir, Maurice Donnay afferma : “Nel 1890, si respira un’aria nuova, un’aria di libertà. La Vie Parisienne , un giornale tra i più raffinati, rinnova la copertina. Al Moulin Rouge furoreggia la Quadrille naturaliste, le gonne delle ballerine diventano più corte, le forze dell’ordine indossano il képi Saumur, gli uomini accorciano i favoriti e le donne eliminano la crinolina. L’espressione fin de siècle comincia ad essere sulla bocca di tutti. Marianne getta via il berretto frigio. Si parla dei guanti neri di Yvette Guilbert, di calze da donna nere, si canta il ritornello Chat noir, si vede la vie en rose “.
A Parigi, l’anno 1890 si apre con un’epidemia d’influenza. Una malattia contagiosa, che provoca una vera strage, soprattutto tra gli impiegati dei negozi del Louvre. Il 4 gennaio si contano trecentosettanta morti. A Panama, se ne contano migliaia. Su 21.000 francesi sbarcati nell’istmo dall’inizio dei lavori, nove anni prima, diecimila sono deceduti a causa della febbre gialla.
Nel 1878, il principe Luigi Napoleone Bonaparte ottiene dal governo colombiano una concessione per la costruzione del canale di Panama. Ferdinand de Lesseps, responsabile dei lavori, acquisisce un’opzione di dieci milioni su tale concessione. Centinaia di migliaia di risparmiatori francesi, per la maggior parte piccoli risparmiatori, acquistano sulla fiducia le azioni di Panama. Il nome di Ferdinand de Lesseps gode di grande reputazione; l’imprenditore viene soprannominato “il grande francese”, il “fondatore di canali” e ciò giustifica il successo senza precedenti dei prestiti che propone. I lavori prendono il via il 1° febbraio 2881, sotto la supervisione di alcuni tecnici. Ai piani alti ci sono i bianchi, mentre gli operai sono per la maggior parte individui di colore che arrivano dalla Giamaica, dal Sud degli Stati Uniti e dal Senegal. IL futuro canale collegherà l’oceano Atlantico con l’oceano Pacifico, sarà lungo settantacinque chilometri e verrà scavato nel punto più stretto del continente americano, lo Stato colombiano di Panama, attraversando le colline della Culebra. Ma queste colline sono formate da un nucleo centrale in granito, avvolto in uno strato d’argilla spesso venti metri, il che fa sorgere enormi difficoltà tecniche. Le piogge tropicali, infatti, trasformano l’argilla in fanghiglia : le macchine restano impantanate e le gallerie appena scavate cedono, in quanto la terra si sfalda a causa del peso e dall’azione corrosiva delle acque piovane. Durante la stagione secca si riesce a lavorare, ma la pioggia torrenziale cade per sette mesi all’anno. Regna un’umidità costante. Emerge inoltre la necessità di deviare o arginare un fiume, il Chagre, le cui piene, durante la stagione delle piogge, sono incredibilmente violente. Come non bastasse, in quel punto, il fiume accoglie diversi affluenti: un habitat ideale per le zanzare. Intorno al 1880, la medicina non ha ancora scoperto che le zanzare sono portatrici della febbre gialla. In più, dovendo frenare l’invasione di formiche nelle case, vengono messi ai piedi del letto recipienti d’acqua, favorendo il moltiplicarsi delle zanzare. Risultato : il tasso di mortalità rea i dirigenti, gli operai e le loro famiglie cresce a dismisura.
Dopo sette anni di lavori, si viene a sapere che la Compagnia è in bancarotta. Nel dicembre 1888 si richiede un’istanza alle Camere per ottenere una proroga di tre mesi, che consenta di far fronte alle spese. Ottenuto un rifiuto, nel febbraio 1889 la Compagnia viene sciolta e liquidata. Più di 870.000 azionisti perdono il loro denaro e cadono in rovina. Il tasso di suicidi s’impenna.
Il progresso industriale accentua il divario tra i capitalisti e la classe operaia. A Parigi, gli affitti sono troppo cari; è l’inizio dell’esodo verso la periferia. Eppure la capitale resta la città più popolata, con più di due milioni di abitanti. Un quarto dei parigini è ritenuto indigente. Solo le classi privilegiate beneficiano dei progressi scientifici. L’elettricità comincia ad essere presente in alcune case, ma la sua diffusione è molto lenta; numerose abitazioni ne saranno prive fino al 1930. Si polemizza sulla locomotiva Crampton della Compagnia de l’Est, che il 2 giugno 1890 batte tutti i record di velocità su rotaia. Il 29 luglio dello stesso anno, ad Auvers-sur-Oise, Vincent Van Gogh muore all’età di trentasette anni. Due giorni prima si era sparato in pancia con un fucile, di fronte al Campo di grano con corvi. Il suicidio passa inosservato e nessuno immaginerebbe mai che i suoi quadri, per la maggior parte ceduti a un robivecchi dalla vedova del fratello Théo all’inizio del 1891, nel giro di qualche decennio saranno al centro di aste milionarie. E chi avrebbe mai creduto che il 9 ottobre 1890 sarebbe cominciata la gara per la conquista del cielo ? Quel giorno, un ingegnere di quarantanove anni, Clément Ader, riesce per la prima volta a far decollare un apparecchio più pesante dell’aria: il sio Eole s’innalza a venti centimetri dal suolo e percorre cinquanta metri.
Predire il futuro diventa comunque di moda. A ogni livello sociale, si consultano occultisti, cabalisti, maghi, cartomanti e pseudoveggenti che sostengono di conoscere l’avvenire e di comunicare con l’aldilà. I ciarlatani pullulano. Negli annunci dei quotidiani si legge : “Madame Duchatellier, 45 rue Sainte-Anne, numero uno in Europa, risponde a qualsiasi domanda sull’avvenire”. Oppure : “Mademoiselle Berthe, la famosa sonnambula cosciente, 23 rue Saint-Merri, riceve tutti i giorni dalle tredici alle sedici e risponde per corrispondenza “.
“Come distinguere i veri medium da coloro che sostengono di possedere il dono ?” si chiede il pittore francese James Tissot, che ha condotto accurati studi sui più celebri occultisti dell’epoca. Arriva alla conclusione che l’analisi dei fatti conduce a una convinzione in qualche modo scientifica. Già nel 1869, la DIalectical Society di Londra nomina una commissione, formata da trentatré membri, incaricata di studiare i fenomeni extrasensoriali. Nel 1882, sempre a Londra, nasce la Psychical Research Society, formata da note personalità scientifiche. Victor Hugo, Théophile Gautier, Victorien Sardou, Conan Doyle aderiscono allo spiritismo professato da Allan Kardec (il cui vero nome era Hippolyte- Leon Rivail, nato a Lione del 1804 e morto a Parigi nel 1869), che ne delinea i fondamenti : l’uomo non è composto solo da materia, esiste in lui un principio pensante connesso al corpo fisico attraverso il “perispirito”. Tale corpo pensante anima il corpo fisico e lo abbandona, come se fosse un abito usato, nel momento in cui l’incarnazione presente è completa. Una volta disincarnati, i morti possono comunicare con i vivi, direttamente oppure attraverso l’intermediazione di medium, in modo visibile o invisibile. Sorgono opinioni divergenti in merito; in molti sono convinti che lo spiritismo fornisca la prova scientifica della vita oltre la vita, altri, come l’illusionista e futuro cineasta Georges Méliès, cercano di dimostrare che le apparizioni spiritiche sono frutto di una messa in scena.
Nel marzo 1890, tutte le prime pagine dei giornali riportano una notizia : “Il cancelliere Otto von Bismarck ha lasciato il governo! Sua maestà Guglielmo II non si è opposto alle dimissioni. Secondo quanto ha affermato, per lui il cancelliere non è stato altro che un ‘incidente’… I francesi si chiedono cosa aspettarsi da una Germania armata fino ai denti di baionette e già in tenuta da guerra”. Nell’attesa, il 6 aprile, la Francia riesce a conquistare il bacino dl Niger con la presa di Segou. Il fucile Lebel e la polvere da sparo senza fumo suscitano l’entusiasmo di chi dirige le grandi manovre. Le rivendicazioni operaie preoccupano l’opinione pubblica.
Nel 1890, il 1° maggio diventa ufficialmente la giornata dei lavoratori, che rispondono all’appello dei socialisti a manifestare illegalmente. In Francia, i gruppi sindacalisti legali sono 280, contro i 587 illegali. Parallelamente, nelle città industriali, si formano comitati lavorativi.
Gli operai intonano il ritornello :
C’est Boulang’, boulang’, boulange, Boulanger qu’ il nous faut.
C’est huit heures huit heures huit heures
C’est huit heures qu’ il nous faut ..
Già nel 1889, anno del centenario della presa della Bastiglia, il 1° Maggio era stato scelto come simbolo della lotta dei lavoratori europei e statunitensi, in seguito alle manifestazioni americane del 1° maggio 1886 e 1887. Nel 1885, le organizzazioni operaie degli Stati Uniti avevano stabilito che il 1°maggio 1886 (giorno del rinnovo dei contratti) ci sarebbe stato uno sciopero generale per chiedere la giornata lavorative di otto ore. Lo sciopero più importante si tiene a Chicago, dove scendono in strada 40.000 persone. Gli imprenditori decidono allora di assumere i crumiri (gli scabs). Il 3 maggio, un numero variabile tra i 7.000 e i 10.000 scioperanti si ammassano davanti all’ingresso della fabbrica McCormick per insultare gli scabs, colpevoli di non aver aderito allo sciopero. La polizia carica, poi interviene l’esercito. Bilancio finale : sei morti e numerosi feriti. Il giorno successivo, 150.000 persone si riuniscono per protestare. La polizia carica di nuovo, si contano altre vittime. La città e in stato di assedio; cinque militanti socialisti rivoluzionari vengono arrestati, condannati e impiccati. L’anno successivo (1887), il 1°maggio si sciopera in tutte le grandi città degli Stati Uniti e si riesce così ad ottenere la giornata di otto ore.
In Francia, bisognerà attendere il 1906 perchè venga votata la legge che stabilisce il riposo domenicale e ancora più a lungo per ottenere la riduzione delle ore lavorative. Nel 1890, infatti, non esistono leggi che riguardano gli orari, il lavoro minorile e femminile. Per lo stesso tipo di lavoro e lo stesso numero di ore, una donna guadagna due volte meno rispetto a un uomo. A Parigi, gli stipendi femminili non superano i quattro franchi a giornata. Le lavandaie e le sarte ricevono due franchi. Le domestiche un franco e mezzo al massimo.
I vetturini, i conducenti di omnibus e i trasportatori percepiscono un salario medio di cinque franchi e settantacinque centesimi al giorno, per sedici ore di lavoro. Hanno diritto a due giorni di riposo al mese, non retribuiti. Gli impiegati dei negozi e dei grandi magazzini di Parigi ricevono cinque franchi al giorno, per una giornata lavorativa che può andare dalle quindici alle diciassette ore, a seconda della stagione e delle esigenze di vendita. I camerieri di caffè e ristoranti lavorano dalle otto del mattino fino a mezzanotte passata. Non sono pagati e si mantengono solo con le mance. I garzoni di macelleria lavorano da quindici a diciotto ore con un solo giorno di riposo l’anno. I macchinisti ferroviari fanno quindici o sedici ore al giorno, per uno stipendio annuo che va da novecento a mille franchi (numerosi sono gli incidenti dovuti alla stanchezza). Nell’industria privata, gli uomini percepiscono quattro franchi e ottantacinque centesimi al giorno, mentre le donne due franchi e quarantasei centesimi. Su 24.000 postini, 10.500 fanno turni quotidiani di ventotto chilometri a piedi; alcuni arrivano a quaranta chilometri. Guadagnano seicento franchi all’anno, e hanno diritto a una divisa e a due paia di scarpe. Quindi una famiglia con due figli non può campare senza aiuti esterni se arriva a meno di millecinquecento franchi all’anno.
“Un soldo è un soldo”, dice la saggezza popolare. Un soldo vale un ventesimo di franco o cinque centesimi. Un centesimo corrisponde a un centesimo di franco.
Una camiciaia che guadagna due franchi al giorno spende novanta centesimi per la spesa quotidiana, così ripartiti : venti centesimi per una libbra di pane, dieci centesimi per il latte, venticinque centesimi per una costoletta, dieci centesimi per la verdura e dieci centesimi per il burro. A pranzo, un buon numero di apprendisti di tredici-quattordici anni si accontenta di un cartoccio di patatine a due soldi, altri si concedono il lusso di aggiungere dieci soldi di affettati e due soldi di pane.
A qualunque ceto sociale appartenga, la donna è tenuta a obbedire al marito, ricevendo in cambio una semplice “protezione”. Il codice civile e le leggi la trattano come un’inferiore: il marito amministra sia i beni della coppia sia quelli personali della moglie. Per legge, quindi, le donne che lavorano non saranno autorizzate a gestire il proprio stipendio sino al 1907. Una donna sola e povera, alle soglie della vecchiaia, ha poche possibilità di sopravvivere; il mondo del lavoro le chiude le porte e la società l’abbandona.
“… l’espressione fin de siècle comincia a essere sulla bocca di tutti… si vede la vie en rose”
Ogni fine secolo provoca reazioni ambigue. Negli anni Novanta, si lodano i progressi scientifici, ma si temono gli inevitabili cambiamenti futuri; si guarda con nostalgia al passato e si denunciano vigorosamente, sia sui giornali sia nelle bettole, la libertà dei costumi, le estati troppo calde, gli inverni troppo freddi, lo spopolamento delle campagne, la letteratura pessimista e pornografica, il socialismo, gli intrallazzi finanziari, la criminalità galoppante, 1.130.000 d’immigrati belgi, italiani, svizzeri, spagnoli, russi, polacchi e altri ancora, che rappresentano appena il 2,9 percento della popolazione.
“La trasfusione di sangue è possibile nelle vene dell’uomo, come la trasfusione di luce nelle vene delle nazioni”, ha detto Victor Hugo. In questa fin de siècle, la Francia deve aprirsi al mondo.
Postfazione da "La donna del Père-Lachaise" di Claude Izner |