>Non ci sono tasse giuste e ingiuste. Ci sono le tasse e basta, e bisogna pagarle.
In cosiddetto imprenditore mi sembra un po' un cretino, infatti è anche fallito.
Detto questo, non condivido la tua frase, Giorgio, espressa in modo assoluto. Io credo che vi sia un discrimine tra le tasse giuste e quelle ingiuste e sta nel rispetto da parte dello Stato del cosiddetto "Patto Sociale", quello che troviamo già siglato da altri per nostro conto fin dalla nascita.
E' ovvio che se le tasse non rientrano nell'economia in modo efficiente ed efficace in modo cronico, esse sono ingiuste. Non paghiamo le tasse per finanziare la laurea albanese del Trota, e nemmeno per foraggiare appalti multimilionari di amici di amici. Nemmeno per pagare milioni di burocrati che rallentano ogni atto amministrativo. Se vuoi farla semplice, metti un "nemmeno" davanti a tutte le puntate di Report :-)
Lo Stato non rispetta il patto sociale, ma chiede anche un inasprimento fiscale. Vuole ancora di più dai cittadini, perchè nell'infinita ingordigia di *tutti* i partiti, non solo hanno speso, ma hanno anche accumulato un everest di debiti.
Chiunque direbbe: "eh, no: ora basta!".
Con questo non sto dicendo che non bisogna pagare le tasse, tant'è che le pago fino all'ultimo centesimo vedendo sfumare ogni mio sforzo di miglioramento professionale (se pago le tasse, non investo sul mio futuro, ma su quello di questa classe dirigente nazionale). Ma che se vogliamo che il meccanismo funzioni si deve ripristinare una vera democrazia fondata sulla legalità.
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