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Il bollettino del disatro  (mes #97437)
di Danilo Lenci il 13/07/2012 17:41:08

messaggio letto 431 volte
(1 risposta)

in risposta a Luca Isabella (mes. #97413)
Luca, in parte avevo già risposto anche recentemente ma ovviamente non posso pretendere da ognuno la massima attenzione ai miei scritti, non lo meritano e quindi chiedo scusa in anticipo se mi ripeto.

Vediamo con ordine.

Primo fermare la speculazione, che drena risorse senza produrre nessun beneficio e che continuando di questo passo porterebbe il paese al collasso.
Come?
Trasformare la BCE in prestatore di ultima istanza.
Questo è a mio avviso la risposta più efficace ed è anche il provvedimento che richiede più tempo per essere realizzato. Bisogna che i paesi dell'euro prendano atto che uscire dalla nostra divisa sarebbe più oneroso che rimanerci. Ma tutti devono fare i conti con questo handicap vs le altre economie. Se anche la Francia arriva a produrre una razionalizzazione della spesa significa che nessuno può pensare di fare spallucce. La stessa Germania secondo me avrebbe tutto da perdere dal naufragio euro. Pensa a quanti mld ha prestato in fondi comuni che hanno sostenuto i debiti sovrani di Grecia, Spagna, Italia etc, se l'euro fallisce quando li rivede quei danari? E inoltre ancora di più; la fortuna della Germania è la capacità di esportazione soprattutto in Europa. Se queste importazioni crollano perchè i paesi compratori non hanno più euro da spendere, che se ne fanno i teutonici dei loro prodotti invenduti nei magazzini?
Quindi chiarire bene agli altri partner qual'è la posta in gioco e quali le inevitabili ricadute.

Nel frattempo, secondo me bisogna lanciare un messaggio chiaro agli speculatori che qui in Europa non troveranno vita facile e che operare da noi, costa e costerà sempre di più.
Possiamo fare a meno degli speculatori. Abbiamo bisogno di investimenti produttivi non di ingrassare scommettitori che spostano capitali puntando sul rosso e il nero con un click del mouse.
Divieto vendite allo scoperto (e non m'importa se a Londra lo fanno, che vadano là a farlo, qui vogliamo solo gente seria che voglia fare qualcosa che non sia solo profitto), Tobin tax su transazioni finanziarie (vogliamo applicarle solo su grossi volumi di scambio? ci sto), suddivisione delle banche in commerciali e d'affari, nazionalizzazione di almeno una banca la quale abbia il solo compito di sostenere le imprese concedendo il credito necessario affinchè queste possano continuare a lavorare senza essere costrette a chiudere o indebitarsi coi cravattari.

Quando parlo di modello di sviluppo alternativo rispetto all'attuale, che è basato sulla produziuone infinita di merci, indipendentemente da una reale richiesta e dalla sostenibilità sia nel consumare materie prime che ambiente che potremo semplificare con 'produci, usa e poi getta' comincerei a pormi la domanda cosa produrre, per chi e come produrlo.

Fammi fare un piccolo esempio sulla la mobilità delle persone e delle merci.

Serve di più avere linee ad alta velocità per far viaggiare le scatolette di tonno, o un sistema di trasporto pendolare che uniscano in modo efficente (con ricadute positive su traffico ed inquinamento) dalle periferie ai centri e tra centri e centri?
Poi se uno deve viaggiare da Lisbona a Kiev è più facile che lo faccia in aereo che in TAV, non trovi?
Non abbiamo bisogno forse di autobus ecologici, o di auto a propulsione ad impatto zero?
E allora perchè lasciare che Fiat (che ormai appartiene al contribuente italiano) chiuda la Irisbus, che svenda le sue innovazioni come nel recente passato: motori a metano, ABS? Per realizzare cosa? SUV per il mercato USA e vecchie punto e panda per il mercato italiano, che tra l'altro non riesce più a vendere? Intanto stiamo rinunciando ad un grande progetto industriale che coinvolga oltre alle maestranze, ricerca ed università (anche questo è un concetto che avevo già espresso) per realizzare tutta una serie di veicoli, su gomma su ferro del nuovo millennio?
Potrei parlare di trasporto aereo, navale, settori in cui abbiamo ancora il know how per realizzare soluzioni che diano risposte alla domanda e che allo stesso tempo salvaguardino la vivibilità per gli esseri viventi su questo pianeta ben definito nei suoi confini e risorse.

Mi fermo, ho scritto già abbastanza per annoiare.

Spero di non essere incappato nella vaghezza ma d'esser stato sufficentemente pratico e concreto senza sfociare nel luogo comune. Abbi pietà.

Chiedo solo reciprocità nel caso tu volessi rispondere.

Domande tipo: 'cosa intendi per grandi patrimoni?' che mi hai sottoposto in passato, io la eviterei..
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