>Ora la domanda é: tutto quello che ho descritto come si può tradurre in un algoritmo matematico rigoroso?
Non ci sono algoritmi matematici rigorosi che rappresentino completamente la realtà, Andrea. Ci sono modelli, che vengono considerati validi a livello internazionale. Lo so che non hai particolare simpatia per il metodo scientifico, ma non ci si può appellare al Signore anche per gli indicatori (sto scherzando, non ti offendere, lo sai che ti stimo). Anche gli indicatori numerici, purtroppo, risentono di questa impostazione.
Quindi, ci si trova d'accordo a livello internazionale che la competitività viene misurata con indici e subindici, che sono a loro volta determinati da dati. Immagino che il modello, essendo stato studiato, abbia una sua ragionevole attendibilità. Se ci mettiamo a criticare tutti i dati, allora non vi è più nulla di certo (nel sensibile).
Che l'Italia sia poco competitiva lo vediamo anche nei fatti: aziende che lasciano il Paese, altre che stentano a crescere, retribuzioni basse, recessione, disoccupazione, giovani a spasso. Mi sembra abbastanza evidente. Tra l'altro, la tabella è interessante perchè sfata alcuni falsi miti: l'Italia non è messa male nella flessibilità del mercato del lavoro, meglio di tanti Paesi europei, mentre sembra che il problema della competitività sia solo quella.
Comunque, non devono per forza piacerti :-)))
Un abbraccio |