>. L’assenza dell’alternanza ha ritardato la maturazione verso una democrazia efficiente e ancora oggi stiamo pagando quell'immaturità, oltre che all'enorme debito pubblico che prese avvio con il consociativismo. > >Ciao >Luigi
OK, ma il debito pubblico si deve imputare alle scelte del governo, mica al PCI. Tenendo conto che l'aumento più vistoso si ebbe negli anni '80: nel 1980 era ancora del 60% del PIL, nel 1994 del 121,5%. (dati Banca d'Italia) E l'aumento non è dovuto alla crescita della spesa sociale, ma alla diminuzione delle entrate, in particolare quelle dovuta all'evasione dei resisti di capitale e imprenditoriali che nel 1980 era già del 60%! Teniamo conto poi che all'inizio degli anni 80 si separò Ministero del Tesoro e Banca d'Italia ponendo fine al finanziamento del debito da parte di un'istituzione pubblica. Fai il parallelo con la situazione attuale. I creditori diventarono soggetti privati, banche e assicurazioni. E aziende come Fiat e la Olivetti che ottenevano la metà degli utili investendo in prodotti di stato (e non nell'innovazione, che le avrebbe rese più competitive e le conseguenze si pagano ora). L'impennata poi si ebbe col trattato di Maastricht, col debito che passò dal 98% al 121 del PIL! Questo perché crescevano gli interessi, ovvero... l'attuale spread. L'aumento del nostro debito pubblico è costituito pertanto in massima parte da interessi che abbiamo pagato e dobbiamo pagare a investitori privati, non da un amento della spesa sociale che è sempre stata in linea con altri paesi europei, che godono anche di welfare più avanzati. |