> Secondo me il TFR è un furto. In buona sostanza, il lavoratore lascia al datore di lavoro una mensilità all'anno. Il datore di lavoro usa questa ingente massa di denaro come più gli piace, riconoscendo interessi minimi. Se ogni persona mettesse da parte quella mensilità e la investisse anche in modo supersicuro, il capitale alla fine sarebbe enormemente maggiore. Invece, non si capisce perchè le banche prestano i soldi alle aziende al 10% e i lavoratori, coattamente, devono farlo per pochi punti percentuali. > >Il TFR è nato prima delle pensioni e ora è solo un'anacronistico modo di gabbare i lavoratori. Naturalmente, allo Stato non è parso vero poterci mettere le mani sopra.
Facci caso a un particolare, Luca. Una volta la liquidazione, poi divenuta TFR nel 1982, era una mensilità del dipendente che finiva all'imprenditore. Ora finisce nei fondi. Il problema di base sta tutto qui. Noi, generalmente, continuiamo a ragionare ancora con i parametri di un'economia produttiva. Lo stato (che, come dici tu, ha messo le mani sopra al TFR nel 2005) è già più avanti, e infatti ha già spostato i soldi dei dipendenti dai vecchi "padroni d'azienda" a banche, assicurazioni etc. Per lo Stato, ormai, il nostro mondo di lavoratori e imprenditori, è già superato e viene lentamente prosciugato a favore del - più redditizio? O più potente? - mercato finanziario. Se è così (aspetto smentite :-)) , siamo fregati. |