>Questo potrà probabilmente valere per qualcuno. >La maggioranza di chi lavora, ieri come oggi come domani, deve fare lavori esecutivi e basta. >In parte perchè è ciò che richiede l'organizzazione del lavoro, in parte perchè molte gente non si sente di avere velleità e si sente in grado di fare solo lavori esecutivi.
Non capisco proprio quello che vuoi dire, Andrea. Innanzitutto, per svolgere un lavoro "esecutivo" (ci sono lavori non esecutivi? se sì, spariranno) contano moltissimo le competenze che possiedi. Vuoi un esempio? I contrattisti internazionali nel settore dell'oil & gas. Sono operai, con forti competenze, che hanno sviluppato con impegno, studio e dedizione, che si collocano a progetto, per periodi definiti, nei cantieri per il mondo. Sono super pagati e la loro sicurezza non è nel posto di lavoro, ma nelle loro competenze e nella loro disponibilità. Sono autonomi e responsabili.
>Questa massa (la maggiornaza di chi lavora e lavorerà) non potrà mai avere alcun potere negoziale e per questi io dico che il datore di lavoro se reputa necessario debba poterli licenziare senza falsi escamotage tipo stato di crisi, figura non conforme al piano industriale, etc., etc.: tutte perdite di tempo burocratiche.
Chi non saprà fare questo passaggio, sarà destinato alla precarietà e alla schiavitù.
>Ciò che io penso debba esserci é la ricollocazione: tu datore di lavoro pensi che sia meglio fare a meno di quel lavoratore? Bene fallo anche in tre secondi, però solo se hai trovato un altro posto per lui.
Il lavoro salariato è morto, Andrea.
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