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Bomba ecologica Melegnano - Cerro al Lambro (mes #105246)
di Claudio De Nicola
il 13/05/2013 16:54:07
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messaggio letto 1136
volte
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in risposta a Claudio De Nicola
(mes. #105245)
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Riozzo di Cerro al Lambro: 67 anni di vergogna italiana La Chimica Saronio di Riozzo fu voluta dal Duce per la produzione di gas bellici, costruita a circa un km dalla Chimica Soronio di Melegnano (attiva dagli anni ’30 e che chiuse i battenti negli anni ’60 a causa dell’ ACNA Montecatini che l’acquistò per eliminare la concorrenza) che produceva coloranti. La chimica di Riozzo invece fu in funzione dal 1943 al 1945, da allora è chiusa (proprietà del Demanio Militare) e potrebbe contenere preoccupanti situazioni dato l’inquinamento cancerogeno che la chimica di Melegnano ha prodotto nell’ambiente e nelle persone. Le amministrazioni comunali in questi decenni hanno sempre fatto finta di niente. Dallo sviluppo di Riozzo degli anni 1970-80-90 (il primo lotto è del 1971) si è costruito attorno alla chimica di Riozzo come se niente fosse. l’ultimo lotto attorno alla chimica è del 2000-2001, di cui risulta essere stata eseguita la bonifica da parte del costruttore ( di cui sarebbe carino saperne i risultati, o è stata cavata solo la terra superficiale?)Nel 1981 (in pieno sviluppo edilizio del paese) sono stati resi noti i primi esami sui terreni, 20 campioni presi nelle discariche che ricadevano in parte a Melegnano e in parte a Riozzo e 2 nelle vasche di decantazione lungo il Lambro; in diversi casi la concentrazione di ammine aromatiche era di 1 mg/kg, una percentuale altissima visto che la percentuale dovrebbe essere in ppm( Parti Per Milione). Le ammine aromatiche (composti organici contenenti azoto e carbonio) prodotte in passato sono il più pericoloso cancerogeno insieme al benzene. Nonostante questo si è continuato a costruire. Per quanto riguarda la produzione bellica, dalla relazione ARPA prot. 95404 del 17/07/2009, si apprende che, durante gli anni della seconda guerra mondiale, la Saronio produceva probabilmente aggressivi chimici quali l’iprite (gas mostarda), il cloro liquido, il fosgene e il difosgene, la fenilcloroarsina, la cloropicrina e il cloroacetofenone. Nella chimica vi era un impianto ( ma non se ne conosce l’effettivo utilizzo perchè l’impianto fu fermato nel 1945) per la produzione di oleum (acido solforico concentrato + anidrida solforica) per reazioni di solfonazioni (reazioni in cui ad un composto chimico si aggiunge il gruppo SO3H) dal devastante impatto ambientale. Nelle zone di interesse regionale per il probabile inquinamento ci sono due palazzine di Riozzo e la zona artigianale di Via delle Industrie e nessuno si è mai preoccupato di avvisare i residenti di un eventuale pericolo, residenti che ignari da anni coltivano anche l’orto in giardino a ridosso del muro di cinta della chimica. Questo quello che si sa da esami fatti solo a campione in alcuni punti. Oltre all’inquinamento addotto durante la produzione, un altra domanda è: ma ciò che c’era dentro, sostanze chimiche ecc, che fine ha fatto? Italia Nostra Milano Sud – Est
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