<Normalmente le aziende con molto lavoro chiedono di fare gli straordinari (pagati) per coprire le esigenze temporanee di lavoro, o assumono altro personale per coprire le future esigenze. Questi furbacchioni di Belluno invece hanno chiesto di lavorare di più (gratis). E gli operai, senza neppure il ricatto del licenziamento (perchè se c'è bisogno di lavorare di più significa che c'è lavoro), hanno accettato. E così facendo hanno tolto il lavoro ad altri nuovi assunti.
Con la mia riflessione non ho inteso dare ragione all'industriale di Belluno, bensì di domandarci perché i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro non abbiano affrontato a livello nazionale un confronto sul modello di quello tedesco, almeno in alcuni casi particolari.
La mia esperienza lavorativa mi ha portato a visitare ed operare per lunghi periodi in molte aziende europee, in particolare italiane, francesi, inglesi e tedesche. In Germania, già negli anni '70, i rappresentanti dei lavoratori partecipavano alla gestione dell'azienda. Non mi è mai capitato di assistere a scioperi e il confronto che facevo con quanto avveniva in Italia mi sconcertava. Ovviamente attribuivo la responsabilità di quanto avveniva in Italia, posso dire, in pari misura alle due parti.
Ma oggi che sembrano migliorati i rapporti (ripeto) mi chiedo, senza generalizzare e ove fosse possibile, nell'interesse delle aziende e, soprattutto, al fine di alleviare l'impatto della crisi sulla vita dei lavoratori e delle loro famiglie, non si potesse fare qualcosa di più che prendersela con l'Europa, con la politica (giustamente) o con il fato.
A conclusione sono portato a pensare che da noi si sconti ancora, seppur in forma ridotta rispetto al passato, la cultura della lotta di classe in cui ancora il datore di lavoro è chiamato "il padrone", come spesso accade di leggere sui quotidiani. |