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Il presente intermedio


Le teorie sulla profezia si fondano in gran parte sulle ambiguità e incertezze della nostra nozione del futuro e pretendono che il futuro si sviluppi dal presente o coesista con esso. Un approccio in un certo senso nuovo a tale problema fu proposto nel 1934 da H.F. Saltmarsh.

Saltmarsh inizia col mettere in evidenza che ciò che convenzionalmente chiamiamo presente non lo è affatto. Perché quando percepiamo qualche cosa consideriamo l'evento e la nostra percezione di esso come se avvenissero simultaneamente nel tempo. Ma la percezione sensoria non avviene nello stesso istante. Infatti, oltre al tempo necessario perché le nostre percezioni raggiungano il cervello, bisogna aggiungere il tempo di elaborazione dei segnali in arrivo. Quindi, la percezione di qualsiasi evento avviene dopo l'evento stesso.



Di conseguenza, abbiamo due specie di presente. L'intervallo tra questi due presenti può essere considerato come un terzo livello, o presente intermedio, nel cui ambito gli eventi possono accadere o iniziare ad accadere. Possiamo spingere la congettura sino ad affermare che è proprio in questo intervallo di tempo che alcune persone ricevono segnali dal futuro. Dal momento che ogni transizione richiede tempo, è molto improbabile che il contenuto del presente intermedio raggiunga la nostra coscienza intatto ed invariato. Possiamo quindi dire che il presente intermedio, come quello reale, non è raggiungibile dalla nostra normale consapevolezza e che il loro contenuto non può essere esattamente lo stesso di quello della nostra normale percezione. E' in quella area intermedia, tra l'evento e la sua percezione, che può avvenire la precognizione.




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