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Il libro di Thoth
(testo a cura di un'utente Recsando)
Thot è una Divinità rappresentata dagli antichi Egizi con la testa di
Ibis. Ad egli viene attribuita l'invenzione della scrittura, quindi qualcosa di tremendamente "magico" per ogni tempo, ma a tutt'oggi restano ignote tanto
le sue origini che la sua vera natura, nonché l'epoca esatta di una sua possibile permanenza terrena.
Anche Thoth può dunque essere aggiunto alla lista dei possibili visitatori giunti da altri pianeti, se si predilige ritenere valida la
teoria extraterrestre, oppure a quella delle divinità o potenze (Elohim, angeli, semidei), se si preferisce credere al mondo dello Spirito,
oppure ancora a quella dei semplici Maestri, vale a dire persone in qualche modo illuminate o particolarmente dotate che in ogni epoca e
cultura hanno contribuito in modo rilevante all'evoluzione della specie Umana.
Sulla base delle fonti che abbiamo, vale a dire alcuni papiri e varie
iscrizioni tra le quali la più nota e facilmente consultabile rimane la cosiddetta "Stele di Metternich" conservata al museo del Cairo, sappiamo
solamente che in un'epoca imprecisata e collocabile all'incirca tra 40.000 e 9.000 anni fa, Thoth avrebbe appunto inventato la scrittura allo scopo di
redigere il "Libro": testo "assoluto" che avrebbe descritto minuziosamente il rituale da compiere per giungere ad una completa trasformazione dell'Uomo
da comune mortale ad ipotetica Divinità Re del creato. Il "Papiro di Turis", la cui traduzione venne pubblicata verso la fine
dell'800, narra che un gruppo di iniziati Egizi facendo uso delle formule contenute nel misterioso libro avrebbero tentato una specie di colpo di
stato ai danni del Faraone. Il golpe fallì miseramente e i congiurati andarono incontro ad una triste fine, ma immediatamente dopo la loro
condanna il Faraone decise di completare l'opera decretando anche la distruzione del libro allo scopo di evitare ulteriori guai.
Da questi eventi, ammessa la credibilità dei cronisti dell'epoca, si
possono dedurre due cose:
1) Che le formule contenute nel libro non furono malgrado tutto sufficienti
a consentire ai congiurati di salvare la pelle, quindi non avevano valore "assoluto".
2) Che il libro finì distrutto prevalentemente per ragioni di ordine
pubblico.
Si può quindi ipotizzare che il leggendario Libro altro non fosse che uno
dei tanti testi Iniziatici illuminati fortemente destabilizzanti per il sistema e che le misteriose formule, come al solito, rispecchiassero, forse
cripticamente, esperienze iniziatiche a carattere del tutto personale.
Una seconda fonte, sempre storicamente attendibile, narra invece di un
presunta maledizione del libro di Thoth che avrebbe portato allo sterminio una intera schiatta di Principi Egizi, portando infine, anche in questo
caso, alla distruzione del papiro a scopo cautelativo. Nessun testo riporta tuttavia prove certe dell'esistenza terrena di Thoth
né aneddoti sulla sua ipotetica vita e tutto quanto di lui rimane sono soltanto le innumerevoli rappresentazioni in forma di
Divinità e le cronache dei culti a lui tributati. Si ritorna quindi alla domanda dalle cento pistole, dato che tutto si perde
nella notte dei tempi tra leggenda, fede e immaginazione.
Non é del resto tanto importante avere riscontri storicamente attendibili.
Basti pensare che a tutt'oggi, a distanza di "appena" 2000 anni, si scatenano ancora diatribe su
Gesù Cristo e le prove certe delle sua esistenza non sono storicamente meno confutabili di molte altre. Al di
là dei riscontri e delle dimostrazioni più o meno scientifiche rimangono però
i contenuti e soprattutto ha un valore quasi assoluto ciò che la figura, storica o mitologica che sia, rappresenta o finisce per rappresentare per
l'intera Umanità. Nel caso specifico Thoth rappresenta il principio universale delle
conoscenza e della conservazione attraverso la scrittura quindi, in senso filosofico, continua ad avere la sua importanza al di
là di ogni possibile forma concreta...
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