Testo: Lea Ferrante
Musica: Godano, Bergia, Tesio
Registrazione e mix: Marco L. Lega, Studio Emme, Calenzano, Firenze
Dicono di questo album
(informazioni tratte da "Nuovo? Rock? Italiano!",
1996, di Alberto Campo, ed. Giunti):
AA. VV., Materiale resistente (Dischi del
mulo, 1995)
Disco fortissimamente voluto dal Consorzio Produttori Indipendenti per celebrare
in modo non rituale il cinquantesimo anniversario della Liberazione. Niente
retorica superflua, ma linguaggi sincronizzati sul tempo corrente. Ecco allora
che alcuni tra i protagonisti della nuova musica italiana - CSI, Modena City
Ramblers, Ustmamo' - reinterpretano vecchi canti partigiani, mentra altri - Mau
Mau, Africa Unite, Marlene Kuntz - propongono canzoni inedite ispirate alla
Resistenza. Il cerchio si chiude quando il coro di Fabbrico intona Spara Juri
dei CCCP. E' una tappa cruciale nella crescita politica e culturale della scena
nazionale.
Dicono di questo album
(informazioni tratte dal C.P.I.):
IL CONCERTO
I giorni precedenti non era stato bel tempo. La
pioggia aveva funestato lo svolgimento delle normali attività quotidiane ed
anche le decine di Feste De L'Unità sparse per l'Emilia Romagna ne avevano
risentito. L'appuntamento però era alla Festa nazionale di Reggio Emilia,
sarebbe andato in scena un concerto "Resistente". Il sole con timidi
raggi aveva salutato le prime ore del giorno, ci aspettava una bella giornata.
Il mio viaggio verso Reggio Emilia é funestato da un terribile mal di denti che
ormai mi accompagna da qualche giorno. Arrivato al primo pomeriggio entro
nell'arena adibita agli spettacoli. La prima persona che incontro é Massimo
Zamboni, scambio di convenevoli e vado a salutare tutti gli altri sparsi per il
prato, al mixer, sulla collinetta. Mi domando se ci sarà gente questa sera ed
il mio dubbio é subito fugato da centinaia di persone che corrono verso il
palco appena vengono aperti i cancelli. Sarà una grande spettacolo. Assolvo ai
miei doveri di cronista e faccio qualche chiacchierata con i curatori di
"Materiali Resistenti" libro e film, parlo col nuovo bassista dei
Marlene, mia vecchia conoscenza per altre questioni legate alla musica,
"intervisto" Giovanni, anche se il verbo intervistare non si addice
alla sua persona e mi vado a godere il concerto. Aprono gli Ustmamò, da troppo
tempo assenti dai negozi di dischi, e vanno via lisci come un treno. Gli onori
di casa vengono fatti da Sergio Messina, in arte Radiogladio, persona, qui non
si tratta di essere artisti o meno, acuta ed intelligente. Via via sfilano gli
altri gruppi, Yo Yo Mundi, Marlene Kuntz, Disciplinatha, AFA, Umberto Palazzo,
Corman e Tuscadù. Tutti con il loro carico di storie, tutti con la loro musica
apprezzata da un pubblico variopinto e multiforme. Ci sono vecchi punk (vecchi
in senso anagrafico) sopravvissuti al '77, ci sono le giovani leve con i loro
capelli verdi o fuscia, ci sono giacche e cravatte, c'é la più alta
concentrazione di T-shirt con gruppi musicali dell'intera penisola. Molto
gettonate quelle dei C.S.I., Nine Inch Nails, Fugazi, No Fx. Come dire:
"Dimmi cosa indossi e ti dirò chi sei". Anche i banchetti attorno al
mixer sono presi d'assalto, ogni gruppo ha messo in mostra il proprio
"armamentario" fatto di dischi, magliette, adesivi, manifesti. Tra
tutti spicca quello con "Materiali Resistenti" in versione libro, le
copie cominciano a girare di mano in mano, i commenti sono tutti entusiastici.
Mi sposto dalla collinetta per andare vicino al palco, stanno per uscire i
C.S.I. Il loro set é asciutto, senza inutili fronzoli, Giovanni ringrazia per
la benevolenza del pubblico quando la band presenta due nuove canzoni. Gli
applausi scrosciano da tutte le parti, l'atmosfera è quella giusta, le note si
irradiano ed arrivano a tutti i presenti. I C.S.I. salutano. I cancelli vengono
riaperti per consentire il deflusso degli spettatori. I commenti tra la gente
sono concordi sulla qualità dei nuovi brani. Adesso non rimane che aspettare di
sentire il resto. E ' stata bella serata.
L'ALBUM
Materiale Resistente sono cover di canzoni della
Resistenza. Musica partigiana, dunque di parte, canzoni di gesti eroiche, di
contadini diventati guerrieri poi, quasi per caso, eroi, "martiri",
canzoni che scandivano i ritmi del sopravvivere nelle notti ghiacciate
sull'Appennino o nei fienili delle case di latitanza.
Materiale che sfida la corrosione del mezzo secolo, uscito indenne dal BOOM dal
PUNK dal TREND, dal CAF dai BOT, dal BIG BANG. Il nemico numero uno lo
snocciolarsi della retorica, la celebrazione ciclica, l'enfasi cinquantenaria.
Ora il silenzio serve più dello slogan: meglio scalare la marcia, calare il
cappello, riflettere.
Per questo abbiamo invitato gruppi (ciascuno a suo modo) "ben
pensanti", gruppi solidi, di terra e solo in seconda battuta di musica (
non ce ne vogliano...), come AFA, YO YO MUNDI, MARLENE KUNTZ, UMBERTO PALAZZO E
IL SANTO NIENTE, C. S. I., SETTORE OUT, CORMAN & TUSCADU, DISCIPLINATHA,
OFFICINE SCHWARTZ, MAU MAU, MODENA CITY RAMBLERS, GANG, CORO A. N. P. I., LOU
DALFIN, SKIANTOS, ROSSO MALTESE, ÜSTMAMO', a reinterpretare musica resistente,
a metterne a nudo l'ossatura robusta, il nervo elettrico, a scoprire
implicazioni postume. Che sono tante.
Una, forse la più inquietante, ce la regala Neznad Maksumic, poeta bosniaco,
nel libretto interno al CD: di come i pugni si fanno pietra, poi carne poi
sangue e infine di nuovo pietra; parole che si conficcano in memoria come lame
di ghiaccio, istruzioni per sopravvivere, forse le stesse che come grani di
rosario abbiamo sentito mormorare in Palestina, Ruanda, Cile, Caucaso.
Scongiuri, e ragionevoli raccomandazioni belliche, e della necessità di non
ascoltarle: così fecero, e come loro tanti i fratelli Saltini, Vittorio e
Vandina, da Correggio (RE), il cui cippo anima la foto della nostra copertina;
glorioso nella sua umiltà, con le bandierine di carta e il sempreverde a
cornice, simile a migliaia sparsi lungo le campagne o lungo i bordi delle
provinciali.
La Resistenza è nel territorio, a dispetto degli smemorati, in quei monoliti di
cemento o marmo corroso in un improbabile fasto floreale di lauro, edera o
plastica.
E' questo il fiore del partigiano?
Forse sì.
Alle genti che passeranno, un insegnamento: non temere il tuo tempo.
IL FILM
Davide Ferrario e Guido Chiesa si sono ispirati al
progetto e hanno girato un film documentario sul cinquantenario della
resistenza, con la partecipazione di tutti gli artisti che hanno preso parte
alla compilation. Il lungometraggio è stato realizzato quasi interamente il 25
aprile a Correggio, quando oltre 5000 persone si riunirono per ricordare quella
giornata di mezzo secolo prima.
IL LIBRO
Il libro é stato presentato il 9 settembre alla
festa nazionale de L'Unità di Reggio Emilia, in occasione di un concerto
"Resistente". L'opera letteraria contiene alcuni scritti (Giovanni
Lindo Ferretti, Davide Ferrario, Guido Chiesa e Fabrizio Tavernelli degli A.F.A.)
ed una enorme quantità di foto. Nei fotogrammi scattati da Fabrizio Cicconi e
Marianna Bertagnoli, si possono vedere i preparativi del concerto, i partigiani,
l'arrivo del pubblico, i gruppi sul palco, la fine della giornata e le uniche
foto a colori che testimoniano i ceppi dei partigiani caduti sotto i colpi dei
nazi fascisti. Vittorio Saltini, Vandina Saltini, Cismo Tirabassi, Campedelli
Contardo, Dario Ascari e Ferrante Bertocchi sono i nomi dei martiri da ricordare
insieme ad altre centinaia, che hanno dato la loro vita per un'ideale di
libertà,. Quell'ideale messo oggi in discussione a qualsiasi momento del giorno
da gente senza memoria, nostalgici di ogni razza e pseudo intellettuali. Intorno
alle ore 20.00 del 9 settembre, la piazza Unità, situata nel cuore della festa,
in contemporanea con lo svolgimento dello spettacolo, si é popolata di giovani
ed anziani. Di seguito troverete la fedele rilettura di quella presentazione,
che ha visto alternarsi al microfono, Davide Ferrario, Giovanni LIndo Ferretti,
Massimo Zamboni e Guido Chiesa.
Davide Ferrario
"Questo libro parla del progetto "Materiale
Resistente". Un disco, uscito per il 25 aprile, pieno di cover di canzoni
partigiane che ha avuto un enorme successo, più di quanto si aspettassero i
suoi partecipanti. Quando Guido ed io abbiamo saputo che ci sarebbe stato un
grande concerto nel giorno d'uscita del cd, organizzato dai gruppi e dal comune
di Correggio, ci é venuta la voglia, e forse la necessità, di girare un film.
All'inizio non c'erano delle idee molto chiare sul da farsi, ma poi col passare
dei giorni l'idea si é articolata. Il film, adesso in fase di montaggio, é in
pratica una ricognizione lunga novanta minuti sul sentimento dell'antifascismo.
Non ci saranno solo le canzoni, con tutte le esibizioni dei gruppi presenti
nella compilazione, anche se la musica é l'elemento conduttore del film,
perché molte interviste e tanto materiale di repertorio andranno a completare
il lungometraggio. Abbiamo cercato di dare un taglio moderno ad un tema che é
moderno e storico allo stesso tempo. Noi crediamo che l'antifascismo non sia
solo un ideale, un'idea, una convinzione politica, o peggio ancora un fatto che
é succeso 50 anni fa. Guido ed io crediamo che sia qualcosa di estremamente
vivo e reale. Un qualcosa di quotidiano, che si mangia come pane e si respira
come l'aria ed inoltre che sia una affermazione di essere e lasciar essere, di
voler vivere in una società dove ci sia tolleranza e libertà. Abbiamo cercato
di capire se questa idea dell'antifascismo era quella dei giovani e dei vecchi,
dei ribelli della montagna di un tempo ed dei ribelli delle città di oggi. Il
libro invece é nato come una ulteriore voglia, più privata e personale, di
documentare attraverso delle immagini ferme e delle parole, che non fossero dei
trattati, ma delle testimonianze, questo sentimento. Il libro é composto dalle
foto di Fabrizio Cicconi, fotografo reggiano, più alcuni scatti di altri
giovani fotografi; dalla grafica di Filippo Partesotti, anche lui emiliano; dai
testi di Giovanni Lindo Ferretti, Guido Chiesa, Fabrizio Tavernelli e Davide
Ferrario e da scheggie verbali che sono state prese dalle interviste del film, o
da altro materale legato all'antifascismo. Il libro é un pò il film. Se
vedrete il libro potrete capire come sarà il film. Il concetto di fondo che mi
ha colpito in tutto questo, è stato il senso di collettività che si é
generato, non solo perché c'era tanta gente, ma perché è stato collettivo
nella sua creazione. Io credo che ci sia stata una comunità che ha investito
nel progetto "Materiale Resistente", i musicisti in primis e poi tutti
quelli che ci hanno dato una mano a realizzare il film ed il libro. Il mio
pensiero va alla Colorado Film, società di Salvatores, che ci ha dato un pò di
soldi, a tutti coloro che hanno portato le attrezzature ed hanno lottato con la
pioggia, alla marea di persone che sono rimaste coinvolte. Se il materiale
resistente ha prodotto delle belle cose ed io sono convinto che ha dato vita a
delle belle canzoni e dei grandi momenti, ha inoltre fatto lavorare insieme
tanta gente e questo é una grandissima soddisfazione. Abbiamo collaborato
insieme su un progetto, sull'importanza di dire che noi crediamo a una certa
cosa. Tutti ci sentiamo uniti su quella "Linea Gotica" di cui parlano
i CSI nella canzone. Vorrei ricordare infine che tutto il progetto, dal cd al
libro, passando per il film, è stato autoprodotto. Non troverete nessuna
sponsorizzazione, nessuna etichetta famosa che abbia messo dei soldi, o comprato
dei diritti. Tutto è nato dalla buona volontà e dalla voglia di fare".
Giovanni Lindo
Ferretti
"Oggi, quando Davide é arrivato col libro, mi sono reso
conto che il 25 aprile di quest'anno é stato una serie infinita di sorprese,
che non é ancora finito e magari riserva delle altre novità. Un giorno verso
la fine di febbraio, Massimo ha pensato di organizzare un concerto per il
cinquantesimo anniversario della resistenza ed io non ho detto niente, poi piano
piano, nel giro di pochi giorni, mi è cresciuta nella testa una specie di
scomessa. Volevo verificare se davvero dopo 50 anni dalla fine della resistenza
era rimasto qualcosa al di là della retorica e dell'ideologia del 25 aprile a
cui eravamo stati abituati nella nostra infanzia ed adolescenza. La prima
sorpresa è stata il 25 aprile in un campo di Correggio, fuori dal mondo. Dopo
una settimana di pioggia, con la sicurezza che si sarebbe presa soltanto
dell'acqua, non doveva giungere nessuno. Invece siamo arrivati alle 11 di
mattina e c'era già delle gente del Veneto, poi sono arrivati dal Piemonte,
dalla Liguria, da tutto il nord Italia. E' stata una grande sorpresa, erano
delle faccie belle, delle faccie strane, assolutamente inusuali alle
commemorazioni, delle persone che non andrebbero mai a delle celebrazioni. La
gente continuava ad arrivare, c'erano alcuni bambini in carrozzina e degli
anziani che percorrevano a fatica il sentiero che conduceva al luogo del
concerto. Ho pensato che il materiale della resistenza era un materiale molto
resistente se riusciva a muovere, in un posto assurdo e tramite della gente
assurda come noi, delle persone così belle. Mi sembrava gente antica, faccie
difficili da fregare. Nel film ci sono delle persone che dicono delle cose e
quelle cose dette da quelle faccie e da quegli occhi hanno un significato molto
profondo. Valgono di più di qualsiasi articolo di fondo di qualsiasi giornale,
perché vanno al di sopra delle parole, che in questo periodo comunicano ben
poco perché usate nel modo più vasto ed inappropriato possibile. Le parole per
poter comunicare qualcosa hanno bisogno di una faccia, di una voce, di uno
sguardo che le sostenga. Se certe frasi te le dice una faccia precisa sai se é
la verità, o sono delle menzogne. La seconda sorpresa é stata questo film.
Quando ne ho visto una trentina di minuti mi sono reso conto di aver perso molte
cose ed avevo bisogno di rivederlo. Questo film era come un disco che ti piace e
lo riascolti senza interruzione. L'ultima sorpresa é stata questo libro. Penso
che sia stato giusto aver dato una grande importanza a quel pomeriggio,
cominciato molto bene e finito sotto un'acquazzone. Credo che il film, il libro
ed il cd possano essere una buona compagnia per la nostra testa. Per trascorrere
un piacevole inverno".
Massimo Zamboni
"Il progetto é cresciuto in maniera inaspettata. Era
nato come una richiesta da parte del Comune di Correggio di organizzare qualcosa
che riguardasse i gruppi del paese emiliano per celebrare il cinquantenario
della resistenza. Poi credo che siamo stati travolti da questa onda che é
montata. Personalmente non mi sarei mai aspettato che le cose sarebbero andate
in questa maniera. Un libro, un film, un disco, solo Woodstock credo li abbia
realizzati. Il bello di tutto questo é stato riuscire a radunare per un
concerto 5.000 persone, che hanno pagato un biglietto di 1.000 lire. Lo
spettacolo di per se potrebbe essere anche stato molto banale, ma chi c'era sa
che non è stato così. Un'altra cosa che é rimasta da quella giornata é una
canzone che si intitola "Linea Gotica", che i C.S.I. hanno voluto
dedicare al comandante Germano Nicolini. La sua é una figura importante e
forte. Sono queste persone che oggi mi permettono di stare qua a dire delle
stupidaggini al microfono. Senza Nicolini, senza quella generazione, senza il
fatto di aver combattuto perché era giusto farlo, oggi tutto questo non ci
sarebbe".
Guido Chiesa
"La cosa che mi ha fatto più piacere é stata una frase
pronunciata dal sindaco di Correggio. Il primo cittadino ha detto che questo
concerto e l'idea che era nata di fare il cd e tutto il resto, univa idealmente
due generazioni, quella del rock e quella dei partigiani, due generazioni che
altrimenti non si sarebbero mai parlate. Abbiamo girato un centinaio di
interviste, in prevalenza con dei giovani, non sò se cioé é dovuto all'età,
o alla saggezza maturata con l'eperienza, ma quando si dice che gli anziani
parlano in maniera retorica, si afferma una grande bugia. Ebbene io credo che
gli anziani che abbiamo intervistato, abbiano detto delle cose molto più
interessanti della mia generazione. Questo mi ha fatto sentire parte di una
generazione ignorante. La sinteticità con la quale i partigiani raccontavano,
non solo la loro esperienza, ma il presente, é stata una straordinaria lezione.
Davide dice sempre che la nostra generazione é una generazione senza padri ed
allora chi meglio può rappresentare i nostri padri se non i partigiani. Per me,
oltre che essere persone che hanno fatto qualcosa di importante per il Paese e
per le loro stresse vite, sono stati gli unici ad aver vinto. Intervistandoli mi
sono sentito sciocco, insignificante e banale. Semmai tra qualche anno verrà
fatto un documentario su questi nostri lavori, come è successo per Woodstock,
spero che anche noi potremo raccontare delle cose intelligenti come hanno fatto
i partigiani".
fonte: http://www.marlenekuntz.com
( il vecchio sito dei Marlene Kuntz)
dicono dalla
carta stampata di questo disco:
" 'Materiale Resistente' non un disco. E', piuttosto, un documento vivo e pulsante che rappresenta tutte quelle 'genti' che sono passate e passeranno".
Daniela Amenta "IL MUCCHIO SELVAGGIO" - 1995
"... in edicola un disco, patrocinato da "Il Manifesto", col singolare titolo di 'Materiale Resistente' che raduna il versante più aspro e scabroso del rock italiano intorno ai temi della resistenza. L' effetto straordinario [...] 18 gruppi tra cui
C.S.I., ispiratori del progetto, Skiantos, Ustmamò, Gang".
Gino Castaldo "REPUBBLICA" - 1995
"... la compilation 'Materiale Resistente' anche una dimostrazione di tenacia e bravura di una delle poche etichette indipendenti italiane che abbia tracciato una precisa linea produttiva e culturale".
Alessandro Robecchi (Roberto Giallo) "UNITA' " - 1995
"A conti fatti, un'idea così bella e realizzata così bene poteva venire solo da menti lucide e creative come quelle del Consorzio Produttori Indipendenti [...] ' Materiale Resistente' semplicemente un bel disco".
Davide Sapienza "BUSCADERO" - 1995
"Lo spirito di questa compilation uno spirito forte che, attraversando indenne una bella fetta di tempo trova nell'interpretazione dei 'nostri eroi italiani' una nuova valenza [...] I gruppi chiamati sono tanti e pur mantenendo le proprie caratteristiche non mancano di rispettare il coraggio che animava questi canti [...] 'Materiale
Resistente', un'altra coraggiosa proposta dei 'tipi del Consorzio'".
Roberto Mancinelli "ROCKSTAR" - 1995
"... estremamente significativo che molte tra le migliori band della penisola abbiano raccolto l' invito dei C.S.I. a una riflessione sulla Resistenza, riflessione e non retorica. Mente e cuore per capire e ricordare. Un disco, un libro, un film per
(ri)scoprire il nostro passato".
Giancarlo Susanna "IL MUCCHIO SELVAGGIO" - 1995
"... generazioni a confronto il 25/4/95 per celebrare insieme il 50° anniversario della Liberazione. Un grande concerto, una grande emozione collettiva che si trasforma in cd, poi in libro per immagini e infine in film. Davide Ferrario e Guido Chiesa hanno filmato le fasi del concerto per poi miscelarle con un flusso libero di immagini che attraversano la memoria collettiva. Lontani dalla retorica celebrativa Chiesa e Ferrario ne rivivono il mito colpendo direttamente al cuore, come il rock".
"EVENTI AL CINEMA" - 1996
fonte: http://www.sonica.it/home.htm
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