E siamo al 24 agosto 97, finalmente un po' di vita in questi canali virtuali di Radio Coda Ritorta. Oggi prelevo dal Forum Musica un altro messaggio che "celebra" il proprio mito musicale. Cosi' tanti in cosi poco tempo. Sono contento di
cio'. Ora la "parola" a Denise che ci racconta di
David Bowie, e sembra proprio di ascoltare la musica del "Duca Bianco".
..."Avevo 17 anni e quindi correva l'anno 1979 massimo 1980.
L'estate precedente mi ero perdutamente innamorata di Andrea che, 17
anni dopo, diventerà il padre di Martina, la mia piccola gioia dagli
occhi celesti.
Lui allora stava insieme ad una tipa (Paola?) che adorava Bowie e, di
conseguenza, anche lui lo ascoltava spesso.
Noi ci vedevamo di nascosto, rintanandoci nella sua 500 beige, facendo
l'amore come pazzi in compagnia del "Duca".
Ritornata a Milano alla fine dell'estate avevo nostalgia di Andrea.
Il 28 settembre cadeva il giorno del mio compleanno e mia madre ebbe
l'idea di regalarmi un aggeggio strano che riusciva ad emettere musica.
Era uno di quei cosi che sembravano una seria ventriquattrore e che
invece al loro interno avevavo, come per magia, un piatto una puntina e
tutto quello che serve per ascoltare musica.
Insomma un giradischi portatile.
Per un pò di tempo ascoltai i 45 giri degli anni '60 di mio zio fino al
giorno in cui riuscii, economizzando le paghette settimanali, a
comprarmi il mio VERO primo disco: Changes One Bowie.
Una raccolta di vecchi pezzi di Bowie.
Lui mi aggredì dal tremendo e terrificante amplificatore con le note di "Ziggy
Stardust". A quel punto Andrea non aveva più nessuna importanza.
Non aveva assolutamente nessuna importanza il come fossi riuscita ad
arrivare a lui, l'importante è che cantasse ancora.
Sapevo che lo faceva anche per me.
Amore a primo ascolto.
Le note di "Space Oddity" entravano nel mio cuore mentre mi guardava
dalla copertina, con la sua mano appoggiata alle labbra.
La posa elegante e gli occhi fissi nei miei.
"Changes" mi faceva sentire meno sola nei miei jeans scoloriti e nei
miei modi bruschi, mentre "John I'm only dancing" portava la mia mente
verso sentieri umidi ed invitanti che non ho ancora abbandonato.
Ormai non potevo più farne a meno.
La mia gioventù è stata segnata dalle sue canzoni.
"Rebel rebel" accompagnava, a tutto volume, le litigate con mia madre
quando ero alla ricerca della mia identità.
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