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PROTEZIONE CIVILE |
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COS’È LA PROTEZIONE CIVILE ? |
Sinceramente illustrare la Protezione Civile non è cosa semplice, preferiamo riportarvi il testo tratto da:
"IMPARIAMO A DIFENDERCI DAI RISCHI"
a cura della Presidenza del Consiglio - Dipartimento della protezione civile.
Inoltre Vi invitiamo a consultare le "presentazioni" fatte da una nostra associazione, per facilitare la conoscenza generale ed operativa di alcuni aspetti della protezione civile, presentazioni normalmente usate durante alcuni corsi ad aspiranti volontari di protezione civile.
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COS’È LA PROTEZIONE CIVILE?
(da "IMPARIAMO A DIFENDERCI DAI RISCHI")
E difficile indicare cosa si intenda per Protezione Civile se non ci si riallaccia all’evoluzione che nel tempo ha avuto tale concetto nella coscienza sociale del paese.
Come spinta emotiva trova radici lontane nelle popolazioni contraddistinte da un profondo senso civico e rappresenta la manifestazione evidente dei sentimenti di solidarietà, collaborazione e spirito di organizzazione di un gruppo sociale.
La storia racconta di solidaristiche tese a portare il proprio aiuto in occasione di grosse emergenze già con gli ordini religiosi medievali e con le prime strutture laiche, quali le Misericordie sorte a FIRENZE nel 1240 o i Vigili del Fuoco presenti da secoli nelle vallate alpine.
D’altronde un territorio come il nostro, che è scosso periodicamente e ricorrentemente da calamità naturali, o catastrofi che provocano danni, talvolta ingenti, con gravissime ripercussioni sulla vita economica e sociale del paese, non poteva non vedere anche la nascita di una forte vocazione al volontariato che si è sempre caratterizzato come valido supporto dell’autorità di governo.
Sia le forze spontanee del paese che quelle facenti capo alle istituzioni pubbliche hanno avuto, in passato, strutture organizzate alfine di intervenire per prestare i soccorsi necessari per salvare vite umane, per alleviare le sofferenze dei malati, dei feriti, trovare un letto a chi avesse perduto la propria casa, distribuire cibo e vestiario, ripristinare le vie e i mezzi di comunicazione, insomma per cercare di riportare le zone colpite ad una situazione di vita nuovamente normale.
Fino a qualche anno fa il concetto di protezione civile era inteso prevalentemente quale attività di soccorso, successiva all’evento calamitoso. Dopo il terremoto in Irpinia, si è cominciato a rivedere tale concetto, ampliandolo notevolmente. Da un lato si sono sviluppate le attività di previsione e prevenzione, e dall’altro si è organizzata nel modo migliore la struttura d’intervento.
Cosa si intende per previsione e prevenzione?
La previsione consiste nelle attività dirette allo studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi ed alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi; mentre per prevenzione si intende l’attività volta ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi.
Ciò significa che la componente scientifica fa il suo ingresso nel mondo della protezione civile, acquistando un ruolo rilevante.
Nella fase dell’emergenza si va gradualmente affermando lo strumento della pianificazione, che, sulla base degli scenari individuati con l’attività di previsione-prevenzione, permette agli esperti del settore di realizzare non solo dei modelli di intervento operativo, ma di determinare i tipi di risorse da utilizzare nell’emergenza localizzandone i detentori sul territorio.
Dopo la fase dell’emergenza ha inizio quella dell’avvio della ripresa che consiste nella predisposizione di tutta una serie attività e di strumenti, anche di carattere legislativo che consentano e accelerino il ritorno alla normalità.
L’evoluzione del concetto di protezione civile cui oggi stiamo assistendo non si arresta e segue di pari passo I’ evolversi della coscienza civile.
L’opinione pubblica e i mass media hanno cominciato ad utilizzare tale espressione sempre più ricorrentemente, non legandola più solo ad eventi di notevole gravità ed entità, ma anche ad altri di minore portata.
In questa direzione si muove anche la recentissima Legge N. 225 del 24 Febbraio 1992, con la quale è stato istituito il «Servizio Nazionale della Protezione Civile» che ha, come recita l’art. l , il compito di «tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.»
Le Strutture
La nuova filosofia della Protezione Civile ha trovato una risposta nella legge N. 225 del 24 Febbraio 1992 che ha stabilito con sufficiente precisione gli ambiti di competenza dei principali organi tenuti a compiere attività di protezione civile, nelle varie fasi in cui si articola la complessa azione delle Amministrazioni e degli Enti in materia.
L’indicazione riguarda, principalmente, le attribuzioni affidate al Presidente del Consiglio dei Ministri e, per esso, al Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile, che si sviluppano nell’area degli interventi straordinari o comunque connessi ad eventi eccezionali, nonché quelle confermate alla Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi del Ministero dell’Interno in materia di coordinamento tecnico-operativo.
Tutto il sistema delle norme riceve impulso e definizione di competenze e responsabilità dalle previsioni dell’art. 2 con il quale gli eventi calamitosi vengono distinti in tre categorie.
La prima categoria - tipo a - é quella che prevede l’intervento in via ordinaria di una sola componente del complesso sistema organizzatorio; si tratta, come é ovvio, del primo livello di intervento che si risolve normalmente con l’attivazione di una sola forza operativa.
La seconda categoria - tipo b - concerne quei tipi di eventi che comportano la presenza sul territorio di diverse componenti e richiede, necessariamente, l’intervento coordinatore di un’autorità straordinaria; si tratta, quindi, dell’intervento del Prefetto, il quale dirige e coordina le attività di più Enti o Amministrazioni competenti in via ordinaria.
In tale ipotesi di dispiega in tutta la sua articolazione la macchina organizzativa della Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi del Ministero dell’interno, sia per l’adozione di eventuali provvedimenti integrativi di quelli già emanati dal Prefetto per assicurare i primi interventi di soccorso, sia per il coordinamento tecnico operativo dell’attività di emergenza, che per il collegamento con il resto del territorio nazionale per tutte le ulteriori risorse che si rivelassero necessarie.
La terza categoria - tipo c - riguarda infine le calamità naturali, le catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari.
Da questa fattispecie prende l’avvio la straordinaria organizzazione per cui il Presidente del Consiglio dei Ministri, e per esso, il Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile, previa deliberazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, assume la responsabilità politica del coordinamento di tutte le attività legate all’emergenza.
L’emergenza, che possiamo definire di «rilevanza straordinaria», può essere gestita in sede centrale oppure attraverso la nomina di Commissari delegati: per la prima il Ministero si avvale del Comitato Operativo, mentre per la seconda viene decentrato sul territorio il punto di riferimento principale delle attività legate agli effetti degli eventi calamitosi.
La decisione del Consiglio dei Ministri e le successive scelte di conduzione dello stato di emergenza si inseriscono, ovviamente, nella gestione delle attività di soccorso ed assistenza mentre in provincia è già in pieno svolgimento l’azione coordinatrice del Prefetto.
E proprio il Prefetto, infatti, il motore di tutte le azioni di emergenza e la informazione che egli é tenuto a dare specialmente agli organi centrali é la molla che fa scattare anche l’eventuale dichiarazione dello stato di emergenza.
Al Prefetto é attribuita la responsabilità di predisporre il piano per fronteggiare l’emergenza su tutto il territorio della provincia e di curarne l’attuazione.
Ma quali sono in sostanza gli organi che operano nella struttura della protezione Civile? A questa domanda dà una risposta l’art. 11 della legge N. 225 del 24.02.1992.
Essi sono: il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, le Forze Armate, le Forze di Polizia, il Corpo Forestale dello stato, i Servizi Tecnici Nazionali, i gruppi nazionali di ricerca scientifica, la Croce Rossa Italiana, le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, le organizzazioni di volontariato, il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino.
I VIGILI DEL FUOCO costituiscono la componente fondamentale, dotata di specifiche conoscenze operative, di uomini particolarmente addestrati per l’uso di strumenti e risorse predisposte per i più svariati interventi tecnici.
I Vigili sono dotati di mezzi antincendio, ma anche di elicotteri, natanti, macchine idrovore, fuoristrada per un’attività così varia che lo spegnimento di incendi rappresenta solo una tra le tante emergenze che richiedono il loro intervento.
Le FORZE ARMATE sono impiegate sia per prestare aiuti alla popolazione con l’allestimento di tendopoli, cucine e ospedali da campo, sia per intervenire per la rimozione delle macerie e in genere per tutte quelle operazioni che richiedono un massiccio impiego di uomini.
Le FORZE DI POLIZIA intervengono soprattutto per assicurare il mantenimento dell’ordine e della sicurezza, eseguono gli ordini che le autorità impartiscono in tali occasioni, come la chiusura di una strada o lo sgombero di un edificio pericolante. Ancora reprimono i reati tipici di eventi in cui regnano la confusione e l’incertezza, quali ad esempio lo sciacallaggio.
Il CORPO FORESTALE DELLO STATO tutela il patrimonio boschivo attraverso un’opera di prevenzione, controllo, spegnimento degli incendi, ma anche nella vitale attività di rimboschimento.
I SERVIZI TECNICI NAZIONALI sono impegnati nel campo del rischio idrogeologico, di quello sismico e delle dighe. Il loro impegno è essenzialmente di studio, di ricerca e di controllo del rispetto delle normative di sicurezza.
I GRUPPI DI RICERCA SCIENTIFICA pongono al servizio degli esperti di protezione civile tutte le conoscenze, gli studi necessari per l’attività di prevenzione per le varie ipotesi di rischio.
La CROCE ROSSA ITALIANA e le strutture del SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE assicurano l’immediata assistenza sanitaria nelle località colpite con l’invio in loco di ospedali da campo e portando alla massima capacità operativa tutte le strutture sanitarie impegnate nell’accoglienza dei feriti.
Il VOLONTARIATO agisce come supporto delle istituzioni pubbliche nella difficile opera di soccorso. Vi sono associazioni particolarmente impegnate nel campo sanitario, altre specializzate nell’attività di avvistamento degli incendi boschivi, nel soccorso subacqueo, altre hanno unità cinofile per la ricerca di dispersi sotto le macerie o nel soccorso alpino.
Molto importanti nella gestione di emergenza sono quelle associazioni che assicurano le comunicazioni radio, consentendo di ovviare alle interruzioni nei normali mezzi di comunicazione, molto frequenti durante grosse calamità.
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Con quanto sopra esposto pensiamo di averVi illustrato genericamente COS’È LA PROTEZIONE CIVILE, ci siamo limitati ad evidenziare i compiti del VOLONTARIATO, in quanto, nelle, purtroppo, frequenti emergenze è sempre presente, e sempre con maggiori risorse preparate, cioè un volontariato veramente professionale,
Purtroppo è "volontariato", pertanto non sempre è possibile avere tutte le risorse disponibili che si hanno "sulla carta", ed è per questo che invitiamo, Voi che leggete questa, pagina a prendere in seria considerazione questa possibilità: essere volontario.
Penserete che i volontari di protezione civile sono dei "super " con tanto tempo a disposizione e la possibilità di assentarsi da casa e dal lavoro per moltissimo tempo. NON è VERO, non immaginate nemmeno, a volte (secondo attività e specializzazione della associazione), quanto poco tempo è richiesto al volontario, vi sono attività che possono essere svolte con molto poco tempo rubato alla famiglia, altre chiaramente richiedono un impegno maggiore.
Vi invitiamo a visitare i "siti" delle organizzazioni di volontariato presenti sul territorio e ve ne renderete conto. Sono tutte organizzazioni, veramente senza fini di lucro e democraticamente gestite.
TUTTE HANNO COME MINIMO DUE Necessità:
TROVARE SOCI, E SOSTENITORI.
Chissà, se qualche "navigatore" dopo aver visitato i relativi "siti" fa il grande passo e si avvicina al volontariato.
CONCETTO DI PROTEZIONE CIVILE
Col termine " protezione civile " si tende a indicare una precisa funzione dei pubblici poteri finalizzati alla salvaguardia di persone e cose di un dato territorio.
La protezione civile non può considerarsi come una attività di sola assistenza dopo che un evento dannoso si sia verificato, ma piuttosto come una attività di previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, di soccorso alle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria diretta a superare l’emergenza.
L’attività protezione civile deve armonizzarsi, infine e compatibilmente con le necessità imposte dalle emergenze, con i programmi di tutela e risanamento del territorio.
DEFINIZIONE DI PROTEZIONE CIVILE (1)
E’ concetto ormai sufficientemente accettato che l’incidente diventa catastrofe, ed il soccorso diventa protezione civile, quando la gravità o la complessità di un evento calamitoso sono tali da richiedere un intervento complesso e coordinato di più forze specialistiche.
La protezione civile può essere pertanto definita come "l’insieme coordinato delle attività volte a fronteggiare eventi straordinari che non possono essere affrontati da singole forze ordinarie ".
1). da " LINEE GUIDA DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE "
- M. MOIRAGHI - D. VERDERI