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Comitato dei Cittadini per i parcheggi

 

 1°) Richiesta di rimborso dei 20 euro della tassa sui pass auto
inoltrata al sindaco Taverniti da un gruppo di cittadini

 

San Donato M.se, 9 marzo 2005 Al Sindaco di San Donato Milanese
Achille Taverniti

Oggetto: Pass per le auto dei residenti


Signor Sindaco,

la presente istanza annulla e sostituisce integralmente la nostra precedente in data 28 febbraio 2005 pari oggetto.

....................................................................... (omissis).....................................................................................

Nel 2004 il COSTO indicato e riscosso per un singolo pass era di 5 euro. Il richiedente doveva però fornire il bollo da 11 euro, affrontando quindi un onere totale di 16 euro.

Nel corrente anno il bollo statale non ci è stato richiesto, ma quanto preteso dal Comune è salito a ben 20 EURO, e cioè PARI AL 400% rispetto ai 5 euro riscossi in precedenza. Appare chiaro che di fronte a questi numeri non si può certo parlare di “costo”, in tutta evidenza trattandosi invece di una VERA E PROPRIA TASSA. Noi non usufruiamo di una concessione, la quale dovrebbe riferirsi all’art. 7 comma 11 del Codice della Strada e che prevede spazi riservati. Il pass è solamente una autorizzazione che esenta i residenti dal limite temporale della “zona disco”; deve quindi essere rilasciato al COSTO DI PRODUZIONE, così come anche si trae dalla lettera a Sua firma datata 18 dicembre 2002, protocollo 37074 del 19 dicembre, che alleghiamo in copia. Detto costo di produzione, o dir si voglia RIMBORSO SPESE, è chiaramente indicato in 2 euro dall’Amministrazione sul periodico “San Donato” di gennaio 2005, così come sul modulo di richiesta del pass.

Non è nostra intenzione fare rivalse sui trascorsi ma comunque facciamo notare che, alla luce dei
2 euro ora indicati, anche il “costo” del pass precedente (5 euro) proprio tale non era.

Premesso che abbiamo dovuto rinnovare il pass entro i termini ed alle condizioni imposti, essendo in stato di necessità e non esistendo altro parcheggio che quello offerto dalle vie residenziali a fondo chiuso ove abitiamo, per quanto da noi argomentato in merito all’oggetto della presente

CHIEDIAMO

IL RIMBORSO DELLE SOMME ECCEDENTI I 2 EURO, SOMME CHE ABBIAMO DOVUTO PAGARE INDEBITAMENTE.

Se non riceveremo risposta entro 30 gg. riterremo la nostra istanza rigettata e ci regoleremo di conseguenza.

Deleghiamo i signori, residenti in San Donato:

....................................................................... (omissis).....................................................................................

a rappresentarci e a dare corso a tutte le azioni che essi riterranno necessarie od opportune per giungere al soddisfacimento delle nostre richieste. Distinti saluti.


(Lettera firmata da otto cittadini)

 

 

 

2°) Risposta negativa del sindaco Taverniti, accompagnata
da una inedita ed assurda teoria;

 

 

3°) Replica dettagliatamente motivata dei rappresentanti
dei cittadini con reiterazione della richiesta di rimborso
(NESSUNA RISPOSTA DAL SINDACO)

 

Riportiamo di seguito parte del testo di detto documento, inviato al sindaco Taverniti ed a tutti i capigruppo del Consiglio Comunale. Una parte del testo è stata omessa in quanto riferita specificatamente ai cittadini abitanti nelle vie Caviaga e Fermi, mentre il Comitato intende trattare il problema parcheggi a nome di tutti i cittadini indistintamente.

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Oggetto: Pass per le auto dei residenti - Risposta del Sindaco del 21 marzo 2005 pro. 8388 alla
istanza del 9 marzo 2005 dei ns. rappresentati.


Signor Sindaco,

Con riferimento alla Sua risposta in oggetto, prendiamo atto che Lei ha respinto l’istanza di rimborso presentata dalle persone che ora noi rappresentiamo precisando che gli importi pagati si riferiscono all’avvenuta attivazione di un presunto “servizio a tariffa”, la cui finalità dichiarata è quella di addebitare ai residenti in possesso del “pass” tutte le spese relative alla gestione degli spazi di sosta. Spazi che, è bene precisare, sono tutti regolamentati con limite temporale a “zona disco”.

Premesso quanto sopra, abbiamo attentamente analizzato la teoria che Lei ha esposto per motivare le decisioni prese, concludendo però che detta teoria si basa su presupposti tutti dimostrativamente erronei e pretestuosi e pertanto la respingiamo decisamente.

Prima di entrare nel merito di detta teoria, poniamo però in evidenza che mai è stato notificato ai cittadini che il “pass” del 2005, secondo l’Amministrazione Comunale (A. C.), non è una semplice AUTORIZZAZIONE come quella rilasciata lo scorso anno ma che ora si riferisce alla ATTIVAZIONE DI UN SERVIZIO AL QUALE CORRISPONDE UNA TARIFFA. Sulla abissale differenza fra questi due concetti non una parola è scritta nello specifico e dettagliato articolo informativo sul pass apparso sul periodico comunale “San Donato” di gennaio 2005, dove invece si è continuato ad usare il termine ingannevole di “costo” e non di tariffa ed è stato introdotto quello ancor più ingannevole di “rinnovo”, che tale proprio non è vista la natura della nuova pretesa economica. Rileviamo pertanto una vera e propria opera di disinformazione e non solo una violazione del diritto all’informazione dei cittadini di cui l’articolo 53 comma 5 dello Statuto del Comune di San Donato Milanese. Si è tenuta accuratamente nascosta la vera natura di ciò che è stato propinato ai cittadini in modo da precludere legittime contestazioni. Il fatto è grave ed inammissibile oltre che indegno di una Amministrazione pubblica.

Di seguito, nel commentare la teoria da Lei esposta, chiameremo “balzello” la pretesa economica sul “pass” per i residenti in quanto per noi si tratta di una tassa ingiustificata ed ingiusta.

1. I residenti in stato di necessità, senza box o posto auto privato, SONO OBBLIGATI DI FATTO a parcheggiare lungo le strade della propria zona non solo perchè non è possibile parcheggiare in una zona diversa dalla propria per invalidità del pass ma anche per ovvie ed elementari necessità logistiche; ed ovviamente essi NON POSSONO ESIMERSI dal pagare il balzello che l’A. C. ha imposto e che pretende essere “una tariffa per la fornitura di un servizio”.
Un servizio a tariffa è per sua natura OPZIONALE, cioè una prestazione della quale c’è piena ed indiscutibile libertà di scelta o di rinuncia. In questo caso risulta evidente che l’attributo “opzionale” è completamente fuori luogo e che l’inevitabile forzata richiesta a pagamento del residente per ottenere l’indispensabile pass sottintende una evidente ed inammissibile TASSA DI FATTO.

2. L’autoveicolo, per la sua stessa definizione e natura, è un mezzo di trasporto che i residenti ovviamente usano come tutti gli utenti della strada. Ciò nella pratica significa che giornalmente i residenti della zona, intesi nella loro globalità, per nulla “occupano il suolo pubblico a tempo indeterminato impedendo il parcheggio ai non residenti” come sostiene il postulato base della teoria da Lei esposta ma, al contrario, andando altrove LIBERANO gli spazi che i frequentatori vengono poi ad occupare; salvo il fatto che, rientrando a casa dal lavoro o dal viaggio, per eccesso degli stessi frequentatori i residenti non riescono più a trovare parcheggio. Quindi SONO I FREQUENTATORI CHE IMPEDISCONO IL PARCHEGGIO AI RESIDENTI E NON VICEVERSA. In questo contesto, del tutto reale e per nulla teorico, non individuiamo alcuna ragione per la quale noi residenti dovremmo pagare per l’uso gratuito degli spazi di parcheggio concesso ai frequentatori. Risulta ovvio che se i frequentatori non fossero regolamentati la situazione sarebbe insostenibile in quanto gli stessi occuperebbero in massa ogni posto disponibile anche per l’intera giornata creando caos e grossi problemi di natura talmente evidente che proprio non ci pare il caso di dettagliare, visto che nella ns. zona già sono stati sperimentati. LA CAUSA DELLA LIMITAZIONE TEMPORALE ALLA QUALE SONO SOTTOPOSTI I FREQUENTATORI E’ QUINDI ATTRIBUIBILE DIRETTAMENTE AI FREQUENTATORI STESSI e non certo ai residenti. Le limitazioni temporali non valgono nelle ore serali e notturne, ad ulteriore conferma che non sono le auto dei residenti a determinare le limitazioni medesime. Il pass per le auto dei residenti è quindi CONSEGUENZA delle limitazioni temporali e non certo la causa, come invece sostenuto nella realtà invertita della teoria da Lei esposta. Sarebbe ben grave infatti che i residenti fossero “temporizzati” come i frequentatori; da qui la necessità di una correzione (il pass) che la stessa A. C. ritiene “giusto riconoscere” pur definendola “un privilegio”. Ma allora perché, ci chiediamo, E’ GIUSTO riconoscere soltanto a noi residenti questo “privilegio” e non agli altri? L’ovvio motivo è che non può essere negato ai residenti IL DIRITTO di utilizzare la propria auto, concetto assai diverso da quello di privilegio. In assenza di box o posto auto privato, la possibilità di poter parcheggiare senza limitazioni temporali sulle strade pubbliche nei pressi dell’abitazione costituisce una condizione indispensabile per l’effettivo esercizio del diritto medesimo; che altrimenti verrebbe di fatto negato. Quanto affermiamo è generalmente ben confermato dalle azioni delle Amministrazioni Comunali le quali, in tutte le aree regolamentate, tutelano i residenti in stato di necessità riservando loro specifici spazi di parcheggio a TITOLO GRATUITO (Milano, Pavia, ….); al contrario della A. C. di San Donato che obbliga i residenti a condividere gli spazi delle zone disco con gli altri utenti della strada e che pure avanza pretese economiche prive di fondamento.

3. Nell’accedere al parcheggio in “zona disco” i residenti sono in diretta concorrenza con tutti gli altri utenti della strada e non usufruiscono di spazi a loro riservati che potrebbero giustificare una qualche forma di pagamento almeno dal punto di vista legale, anche se non certamente da quello dell’etica politica. L’articolo 7 comma 11 del Codice della Strada prevede infatti che, in condizioni particolari, ai residenti possono essere riconosciuti spazi di parcheggio a loro RISERVATI a titolo oneroso o gratuito. Solo in questo caso l’Amministrazione Comunale potrebbe avanzare richieste economiche specifiche ai residenti interessati in quanto la segnaletica, l’organizzazione ed il controllo di detti spazi sarebbero inequivocabilmente riferiti ad una ben definita tipologia di utenti. Le “zone disco” sono invece spazi di parcheggio pubblico usufruibili da chicchessia A TITOLO GRATUITO e, proprio per queste loro caratteristiche di uso indistinto e gratuito, non possono essere onerosamente associate ad una definita tipologia di utenti e tanto meno ai residenti, i quali GIA PAGANO al proprio Comune sia in forma diretta che indiretta (riversamenti dallo Stato) le tasse e le imposte di Legge che sostengono il Comune stesso e quindi anche tutto ciò che è connesso alla viabilità. Quanto sostenuto nella teoria esposta a proposito delle spese che “il privilegio dei residenti comporta per l’Ente” è quindi manifestamente privo di senso. Se si esclude il costo per il cartellino pass, da sempre considerato a parte, tutto ciò che è relativo ad una “zona disco” (segnaletica, controlli) è del tutto indipendente dalla presenza o meno in sosta di auto dei residenti dotate di pass, dato che l’esistenza della limitazione temporale è collegata all’eccesso di auto dei frequentatori. Esigere quindi un pagamento extra dai residenti mentre i frequentatori parcheggiano gratis non è soltanto ingiusto ma anche un evidente controsenso.

4. La iniquità del pagamento per il supposto “servizio” inventato dalla A. C. risulta evidente anche affrontando la questione da un altro punto di vista.
Un non residente che decide di raggiungere la zona ove noi abitiamo utilizzando l’auto piuttosto che altri mezzi fa ciò per LIBERA SCELTA affrontando la eventualità di non trovare parcheggio o di dover pagare per usufruirne. I residenti in zona invece NON HANNO SCELTA in quanto DEVONO parcheggiare sulle strade della propria zona (altrimenti dove?); dovere che comunque, come già evidenziato, le regole imposte dalla A. C. rende assolutamente imperativo. Ci pare evidente che in questo contesto il mantenimento della totale parità di diritto tra i residenti in zona e gli altri utenti della strada nell’accedere a spazi di parcheggio congestionati è CONDIZIONE VESSATORIA nei confronti di chi non può scegliere, e cioè nei confronti dei residenti.

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Con quanto esposto, signor Sindaco, ben pensiamo di avere dimostrato la inconsistenza del castello di carte sul quale poggia la cervellotica quanto pretestuosa ed insostenibile teoria da Lei esposta. Al di là del denaro, che ancora chiediamo sia restituito ai nostri rappresentati, come cittadini di questo Comune esprimiamo la nostra viva e vera preoccupazione per il fatto che l’Amministrazione Comunale si permette di deliberare provvedimenti come questo sulla sosta, basato su una improbabile rappresentazione della realtà, al solo scopo di “fare cassa”; e nel contempo continua ad ignorare i veri problemi in merito ai parcheggi per i residenti, e non solo. Il fatto poi che sulla specifica natura del provvedimento i cittadini non sono stati per nulla informati, anzi addirittura depistati, a ns. avviso dimostra la precisa coscienza della A. C. sulla assai dubbia validità del marchingegno adottato e quindi la logica convenienza di mantenerlo sommerso. ---------------------------------------------------------(omissis)----------------------------------------------------------------------

Distinti saluti


(Lettera firmata dai rappresentanti dei cittadini che hanno presentato la richiesta di rimborso)
 

 

 

 

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