Riportiamo di seguito parte del testo di detto
documento, inviato al sindaco Taverniti ed a tutti i
capigruppo del Consiglio Comunale. Una parte del testo
è stata omessa in quanto riferita specificatamente ai
cittadini abitanti nelle vie Caviaga e Fermi, mentre
il Comitato intende trattare il problema parcheggi a
nome di tutti i cittadini indistintamente.
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Oggetto: Pass per le auto dei residenti - Risposta del
Sindaco del 21 marzo 2005 pro. 8388 alla
istanza del 9 marzo 2005 dei ns. rappresentati.
Signor Sindaco,
Con riferimento alla Sua risposta in oggetto,
prendiamo atto che Lei ha respinto l’istanza di
rimborso presentata dalle persone che ora noi
rappresentiamo precisando che gli importi pagati si
riferiscono all’avvenuta attivazione di un presunto
“servizio a tariffa”, la cui finalità dichiarata è
quella di addebitare ai residenti in possesso del
“pass” tutte le spese relative alla gestione degli
spazi di sosta. Spazi che, è bene precisare, sono
tutti regolamentati con limite temporale a “zona
disco”.
Premesso quanto sopra, abbiamo attentamente analizzato
la teoria che Lei ha esposto per motivare le decisioni
prese, concludendo però che detta teoria si basa su
presupposti tutti dimostrativamente erronei e
pretestuosi e pertanto la respingiamo decisamente.
Prima di entrare nel merito di detta teoria, poniamo
però in evidenza che mai è stato notificato ai
cittadini che il “pass” del 2005, secondo
l’Amministrazione Comunale (A. C.), non è una semplice
AUTORIZZAZIONE come quella rilasciata lo scorso anno
ma che ora si riferisce alla ATTIVAZIONE DI UN
SERVIZIO AL QUALE CORRISPONDE UNA TARIFFA. Sulla
abissale differenza fra questi due concetti non una
parola è scritta nello specifico e dettagliato
articolo informativo sul pass apparso sul periodico
comunale “San Donato” di gennaio 2005, dove invece si
è continuato ad usare il termine ingannevole di
“costo” e non di tariffa ed è stato introdotto quello
ancor più ingannevole di “rinnovo”, che tale proprio
non è vista la natura della nuova pretesa economica.
Rileviamo pertanto una vera e propria opera di
disinformazione e non solo una violazione del diritto
all’informazione dei cittadini di cui l’articolo 53
comma 5 dello Statuto del Comune di San Donato
Milanese. Si è tenuta accuratamente nascosta la vera
natura di ciò che è stato propinato ai cittadini in
modo da precludere legittime contestazioni. Il fatto è
grave ed inammissibile oltre che indegno di una
Amministrazione pubblica.
Di seguito, nel commentare la teoria da Lei esposta,
chiameremo “balzello” la pretesa economica sul “pass”
per i residenti in quanto per noi si tratta di una
tassa ingiustificata ed ingiusta.
1. I residenti in stato di necessità, senza box o
posto auto privato, SONO OBBLIGATI DI FATTO a
parcheggiare lungo le strade della propria zona non
solo perchè non è possibile parcheggiare in una zona
diversa dalla propria per invalidità del pass ma anche
per ovvie ed elementari necessità logistiche; ed
ovviamente essi NON POSSONO ESIMERSI dal pagare il
balzello che l’A. C. ha imposto e che pretende essere
“una tariffa per la fornitura di un servizio”.
Un servizio a tariffa è per sua natura OPZIONALE, cioè
una prestazione della quale c’è piena ed indiscutibile
libertà di scelta o di rinuncia. In questo caso
risulta evidente che l’attributo “opzionale” è
completamente fuori luogo e che l’inevitabile forzata
richiesta a pagamento del residente per ottenere
l’indispensabile pass sottintende una evidente ed
inammissibile TASSA DI FATTO.
2. L’autoveicolo, per la sua stessa definizione e
natura, è un mezzo di trasporto che i residenti
ovviamente usano come tutti gli utenti della strada.
Ciò nella pratica significa che giornalmente i
residenti della zona, intesi nella loro globalità, per
nulla “occupano il suolo pubblico a tempo
indeterminato impedendo il parcheggio ai non
residenti” come sostiene il postulato base della
teoria da Lei esposta ma, al contrario, andando
altrove LIBERANO gli spazi che i frequentatori vengono
poi ad occupare; salvo il fatto che, rientrando a casa
dal lavoro o dal viaggio, per eccesso degli stessi
frequentatori i residenti non riescono più a trovare
parcheggio. Quindi SONO I FREQUENTATORI CHE
IMPEDISCONO IL PARCHEGGIO AI RESIDENTI E NON
VICEVERSA. In questo contesto, del tutto reale e per
nulla teorico, non individuiamo alcuna ragione per la
quale noi residenti dovremmo pagare per l’uso gratuito
degli spazi di parcheggio concesso ai frequentatori.
Risulta ovvio che se i frequentatori non fossero
regolamentati la situazione sarebbe insostenibile in
quanto gli stessi occuperebbero in massa ogni posto
disponibile anche per l’intera giornata creando caos e
grossi problemi di natura talmente evidente che
proprio non ci pare il caso di dettagliare, visto che
nella ns. zona già sono stati sperimentati. LA CAUSA
DELLA LIMITAZIONE TEMPORALE ALLA QUALE SONO SOTTOPOSTI
I FREQUENTATORI E’ QUINDI ATTRIBUIBILE DIRETTAMENTE AI
FREQUENTATORI STESSI e non certo ai residenti. Le
limitazioni temporali non valgono nelle ore serali e
notturne, ad ulteriore conferma che non sono le auto
dei residenti a determinare le limitazioni medesime.
Il pass per le auto dei residenti è quindi CONSEGUENZA
delle limitazioni temporali e non certo la causa, come
invece sostenuto nella realtà invertita della teoria
da Lei esposta. Sarebbe ben grave infatti che i
residenti fossero “temporizzati” come i frequentatori;
da qui la necessità di una correzione (il pass) che la
stessa A. C. ritiene “giusto riconoscere” pur
definendola “un privilegio”. Ma allora perché, ci
chiediamo, E’ GIUSTO riconoscere soltanto a noi
residenti questo “privilegio” e non agli altri?
L’ovvio motivo è che non può essere negato ai
residenti IL DIRITTO di utilizzare la propria auto,
concetto assai diverso da quello di privilegio. In
assenza di box o posto auto privato, la possibilità di
poter parcheggiare senza limitazioni temporali sulle
strade pubbliche nei pressi dell’abitazione
costituisce una condizione indispensabile per
l’effettivo esercizio del diritto medesimo; che
altrimenti verrebbe di fatto negato. Quanto affermiamo
è generalmente ben confermato dalle azioni delle
Amministrazioni Comunali le quali, in tutte le aree
regolamentate, tutelano i residenti in stato di
necessità riservando loro specifici spazi di
parcheggio a TITOLO GRATUITO (Milano, Pavia, ….); al
contrario della A. C. di San Donato che obbliga i
residenti a condividere gli spazi delle zone disco con
gli altri utenti della strada e che pure avanza
pretese economiche prive di fondamento.
3. Nell’accedere al parcheggio in “zona disco” i
residenti sono in diretta concorrenza con tutti gli
altri utenti della strada e non usufruiscono di spazi
a loro riservati che potrebbero giustificare una
qualche forma di pagamento almeno dal punto di vista
legale, anche se non certamente da quello dell’etica
politica. L’articolo 7 comma 11 del Codice della
Strada prevede infatti che, in condizioni particolari,
ai residenti possono essere riconosciuti spazi di
parcheggio a loro RISERVATI a titolo oneroso o
gratuito. Solo in questo caso l’Amministrazione
Comunale potrebbe avanzare richieste economiche
specifiche ai residenti interessati in quanto la
segnaletica, l’organizzazione ed il controllo di detti
spazi sarebbero inequivocabilmente riferiti ad una ben
definita tipologia di utenti. Le “zone disco” sono
invece spazi di parcheggio pubblico usufruibili da
chicchessia A TITOLO GRATUITO e, proprio per queste
loro caratteristiche di uso indistinto e gratuito, non
possono essere onerosamente associate ad una definita
tipologia di utenti e tanto meno ai residenti, i quali
GIA PAGANO al proprio Comune sia in forma diretta che
indiretta (riversamenti dallo Stato) le tasse e le
imposte di Legge che sostengono il Comune stesso e
quindi anche tutto ciò che è connesso alla viabilità.
Quanto sostenuto nella teoria esposta a proposito
delle spese che “il privilegio dei residenti comporta
per l’Ente” è quindi manifestamente privo di senso. Se
si esclude il costo per il cartellino pass, da sempre
considerato a parte, tutto ciò che è relativo ad una
“zona disco” (segnaletica, controlli) è del tutto
indipendente dalla presenza o meno in sosta di auto
dei residenti dotate di pass, dato che l’esistenza
della limitazione temporale è collegata all’eccesso di
auto dei frequentatori. Esigere quindi un pagamento
extra dai residenti mentre i frequentatori
parcheggiano gratis non è soltanto ingiusto ma anche
un evidente controsenso.
4. La iniquità del pagamento per il supposto
“servizio” inventato dalla A. C. risulta evidente
anche affrontando la questione da un altro punto di
vista.
Un non residente che decide di raggiungere la zona ove
noi abitiamo utilizzando l’auto piuttosto che altri
mezzi fa ciò per LIBERA SCELTA affrontando la
eventualità di non trovare parcheggio o di dover
pagare per usufruirne. I residenti in zona invece NON
HANNO SCELTA in quanto DEVONO parcheggiare sulle
strade della propria zona (altrimenti dove?); dovere
che comunque, come già evidenziato, le regole imposte
dalla A. C. rende assolutamente imperativo. Ci pare
evidente che in questo contesto il mantenimento della
totale parità di diritto tra i residenti in zona e gli
altri utenti della strada nell’accedere a spazi di
parcheggio congestionati è CONDIZIONE VESSATORIA nei
confronti di chi non può scegliere, e cioè nei
confronti dei residenti.
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Con quanto esposto, signor Sindaco, ben pensiamo di
avere dimostrato la inconsistenza del castello di
carte sul quale poggia la cervellotica quanto
pretestuosa ed insostenibile teoria da Lei esposta. Al
di là del denaro, che ancora chiediamo sia restituito
ai nostri rappresentati, come cittadini di questo
Comune esprimiamo la nostra viva e vera preoccupazione
per il fatto che l’Amministrazione Comunale si
permette di deliberare provvedimenti come questo sulla
sosta, basato su una improbabile rappresentazione
della realtà, al solo scopo di “fare cassa”; e nel
contempo continua ad ignorare i veri problemi in
merito ai parcheggi per i residenti, e non solo. Il
fatto poi che sulla specifica natura del provvedimento
i cittadini non sono stati per nulla informati, anzi
addirittura depistati, a ns. avviso dimostra la
precisa coscienza della A. C. sulla assai dubbia
validità del marchingegno adottato e quindi la logica
convenienza di mantenerlo sommerso.
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Distinti saluti
(Lettera firmata dai rappresentanti dei cittadini che
hanno presentato la richiesta di rimborso)
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