<Speravo ci fosse risparmiata la favola dell' economia che non funziona per colpa della gente non ha voglia di lavorare, almeno per rispetto alla dignità dei tanti che in questi mesi il lavoro lo hanno perso o lo stanno perdendo, spesso a causa di scelte di finanziarizzazione che non hanno nulla a che fare con la produttività e l' impegno individuale.
Alterare il mio pensiero non giova alla tua campagna d'invito a firmare la proposta di referendum. Ho detto e confermo che spesso il Sindacato ha tutelato il lavativo e il politicizzato che remava contro la produttività dell'azienda.
Non ho, comunque, fatto analisi sulle cause per cui siamo investiti da oltre tre anni dalla peggiore crisi del dopoguerra. Sarebbe complesso e se si vuole capirne qualcosa occorre documentarsi senza pregiudizi. Riporto in basso l'intero post, che è abbastanza breve.
Non si ha, invece, rispetto dei tanti, troppi lavoratori che hanno perso in questi anni il posto di lavoro e non riescono a reinserirsi in altre aziende o attività, raccontando la favola che cancellare le modifiche apportate all'articolo 18 o quelle alle dinamiche contrattuali, nella direzione di rendere i contratti coerenti alle singole realtà territoriali e delle aziende, ne avrebbero vantaggio i lavoratori e il popolo italiano. Ho cercato di far capire che ciò che deve prevalere è mantenere le aziende in Italia e liberarle dalla vecchia concezione del Sindacato che ha fatto male alla nostra economia.
Un ricordo e un esempio della storia sindacale, che i giovani non possono conoscere. Negli anni '70 ho vissuto diversi anni, da rappresentate del principale cliente, in diverse fabbriche italiane di livello mondiale. In una di queste (azienda a partecipazione statale) su 800 dipendenti, 45 di essi costituivano la rappresentanza sindacale interna ed erano praticamente in permanente riunione o giravano per lo stabilimento a spese di chi lavorava.
La scelta del referendum, a mio avviso, è in gran parte motivata dal tentativo del Sindacato di riconquistare la sua forza, e purtroppo se vincerà le elezioni la sinistra avverrà questo, che consisteva nel diritto di veto nei confronti del Governo e del Parlamento su materie del lavoro. Il Governo Monti ha rotto questa prassi e una volta ascoltati i Sindacati ha fatto decidere all'unico organo che rappresenta l'intero paese e non una minoranza: il Parlamento.
Sono invece d'accordo sull'urgenza dell'approvazione della legge sulla corruzione, anche se temo non basti se non si ha la capacità di riacquisire a livello di popolo quei valori di onestà che sembrano scomparsi.
Saluti Luigi
................. <Ma veramente le aziende hanno l’unico obiettivo di riuscire a stare sul mercato, curando l’efficienza e fare il possibile per farle crescere, quindi assumere più collaboratori. Se i lavoratori avessero come primo obiettivo di favorire l’efficienza delle aziende, la loro crescita e quindi la creazione di nuova occupazione, avremmo risolto il problema perché entrambi vanno verso il medesimo obiettivo. Sono, infatti, convinto che la maggioranza dei lavoratori hanno da tempo capito tutto ciò e non firmeranno quella proposta di referendum e se mai si farà, voteranno contro o non andranno a votare. <Di cosa si preoccupano la CGIL e i partiti di sinistra? Organizzare scioperi, dare addosso al primo governo che sta facendo ciò che si doveva fare da qualche decennio, promuovere referendum che nulla hanno a che vedere con la tutela dei giusti diritti dei lavoratori che hanno voglia di lavorare e di favorire l’efficienza della loro azienda per il bene delle famiglie e dell’intera popolazione. |