> >Quindi, come trovo giusto che vi sia un equilibrio di genere nella politica, trovo altrettanto giusto che vi sia un equilibrio generazionale. I vecchi sono spesso conservativi e conservatori, mentre i giovani spesso peccano di ingenuità: dobbiamo evitare questi due estremi. >
Mi trovo d'accordo sul concetto di equilibrio, anche se ritengo la questione anagrafica secondaria rispetto alle qualità di una persona. Credo che una persona che fa politica ed è "in gamba", sia in grado di ascoltare e comprendere le varie generazioni con cui viene a contatto. Quello che è fondamentale è aprirsi al confronto. Un 50enne che parla solo a quelli della sua generazione può essere negativo allo stesso modo di un ventenne che si rivolge solo ai suoi coetanei. Se una persona è "aperta", lo è a 20 anni come a 80. Un "politico" che si apre al confronto "alla pari" con gli altri diversi dal lui (per età, sesso, idee, censo etc.), sapendone interpretare correttamente le istanze, è forse quanto di meglio si possa trovare nella ricerca di un equilibrio. (vecchio e giovane sono due termini che non danno alcuna connotazione al valore dell'individuo: nella mia classe al liceo non ricordo alcuna omogeneità tra le persone, c'era chi era conservatore, chi era dinamico, chi pigro, chi ottuso, chi sprezzante degli altri etc etc)
|