Secondo me quello che dici è giusto, ma con alcune correzioni.
Il problema è che si è creato da decenni un legame perverso tra politica e affari, non solo in Italia. L'obiettivo è lo sfruttamento dei cittadini, come sempre. I politici fanno leggi a favore degli affaristi, spendono oltre misura per distribuire denaro pubblico agli stessi e creano un'enorme schema di ponzi, planetario.
Siccome l'ingordigia umana non ha limiti, lo schema scricchiola (2008) e ora rischia di rompersi del tutto in un "global meltdown", come ogni schema di ponzi.
Siamo in questa merda fino al collo e dobbiamo ringraziare soprattutto la classe politica e imprenditoriale, oltre che la mafia e in parte la Chiesa, per averci condotto qui.
A questo punto abbiamo due possibilità:
- uscire dal gioco, dichiarare default, abbandonare l'euro e così via. I costi sociali sarebbero mostruosi per decenni.
- stare al gioco e cercare di bilanciare rigore e crescita, ingraziandosi i nostri padroni, ovvero chi ha in mano il nostro debito
Non c'è via d'uscita.
Nella seconda ipotesi, quella praticata oggi, è ovvio che il rigore verrà chiesto soprattutto ai cittadini, perchè è nello schema di gioco, ma non da ora: da decenni. Solo che ora è più evidente.
Inoltre, anche a voler estendere il rigore ai grossi patrimoni, non sarebbe possibile, perchè i politici hanno negli anni fatto leggi che, di fatto, impediscono ogni iniziativa.
Per quanto riguarda il problema del lavoro, io vedo solo una possibilità: che i giovani diventino imprenditori e creino il tessuto economico del futuro, in contrapposizione con quello attuale.
RecSando
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