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Miscellanea - C.S.I.

MACISTE CONTRO TUTTI

"...Nel 1992 ci viene proposto dal direttore artistico del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, di organizzare una serata in cui gli ex-CCCP Fedeli Alla Linea, insieme agli ex-Litfiba, propongono dal vivo tutte le canzoni di "Epica Etica Etnica Pathos", che non erano mai state suonate in concerto. Lo spettacolo diventa così la scusa per tornare on stage tutti insieme e vedere cosa può scaturire da questo incontro per poi eventualmente continuare..."
(Gianni Maroccolo)

Il disco è la fedele registrazione della serata del 18 settembre 1992, con Üstmamò, Disciplinatha e, per la prima volta, C.S.I.

 


KO DE MONDO

"KO de mondo" è uno schiaffo poetico, sovversivo e nichilista, alle banalità quotidiane [...] La musica, propiziata da Gianni Maroccolo, segue e scontorna il frasario inquieto di queste poesie, costruisce una liquida e epica scenografia rock. E nell'insieme ne viene fuori un ritratto impietoso di quello che siamo oggi, ma anche la febbre ardente del desiderio che cova sotto le ceneri della desolazione. Il gruppo non teme il ritratto del panico, si avventura su strade minacciose e prive di guard-rail, lontano anni luce dai compromessi pop. [...] imbattersi in questa musica non può lasciare indifferenti"
Gino Castaldo, "la Repubblica", 22 gennaio 1994

 

LINEA GOTICA

Linea Gotica è un disco di chitarre elettrificate, anche alle tastiere, al basso, alla voce è prima consigliato poi imposto di adeguarsi. A conti fatti è questo il suono del nostro tempo, per quanto detestabile possa essere questo tempo e questo suono.
Una grande casa colonica in Val d'Orcia e tutto intorno a vista d'occhio grano maturo, milioni di chicchi che si sfiorano, si battono e ribattono, un accompagnamento tenue e sommesso, profondo e potente. Sui crinali, sui colli l'imbrunire evidenzia i paesi: Pienza, San Quirico, Castiglione, Campiglia, Abbadia San Salvatore, Radicofani. In faccia freschi e scuri i boschi dell'Amiata e oltre, per chi sa che c'è, la Maremma.
La voglia e la necessità di raccontarci, riflettere, essere catalizzatori e diffusori di energie vitali, cosa possibile alla musica, nel cuore dell'Italia a metà degli anni '90. Senza aver preparato niente, ognuno a suo modo pronto. Ci sono due testi che aspettano però, in qualsiasi direzione si muove la musica sono pronti ad imporsi.

di colpo si fa notte
s'incunea crudo il freddo
la città trema
livida trema

brucia la biblioteca i libri scritti e ricopiati a mano
che gli Ebrei Sefarditi portano a Sarajevo in fuga dalla Spagna

s'alzano i roghi al cielo
s'alzano i roghi in cupe vampe

brucia la biblioteca degli Slavi del sud, europei del Balcani
bruciano i libri
possibili percorsi, le mappe, le memorie, l'aiuto degli altri

s'alzano gli occhi al cielo, s'alzano i roghi in cupe vampe
s'alzano i roghi al cielo, s'alzano i roghi in cupe vampe
di colpo si fa notte
s'incunea crudo il freddo
la città trema
come creatura

cupe vampe livide stanze
occhio cecchino etnico assassino
alto il sole: sete e sudore
piena la luna: nessuna fortuna
ci fotte la guerra che armi non ha
ci fotte la pace che ammazza qua e là
ci fottono i preti i pope i mullah
l'ONU, la NATO, la civiltà
bella la vita dentro un catino bersaglio mobile d'ogni cecchino
bella la vita a Sarajevo città
questa è la favola della viltà


lo stato delle cose, il punto di partenza, la Jugoslavia.
Ancora una volta l'Europa dimostra più che la propria incapacità la propria inconsistenza al di là di un sistema di produzione e consumo. produci consuma crepa cantavamo 10 anni fa irridendo la triade imperante, qualcosa è cambiato e non in meglio da queste parti: si consuma di più, si produce in meno sempre in meno, si crepa molto di più e in malo malissimo modo.
Anni di guerra feroce sulle rive del mare Adriatico, morti, feriti, orrore. Anni di viltà, di disinteresse o di alti interessi, di un qualche tornaconto anche enorme.
L'Europa che vuole contare, quella che fa i conti e con cui bisogna farli, in questo secolo con le leggi razziali e la conseguente distruzione della sua componente ebraica si è macchiata di un abominio che la guerra e la Resistenza hanno potuto farci credere se non perdonato almeno fortemente scontato. La Jugoslavia è qui a ricordarci che non è vero. Da questa eterna cloaca di sange, spirito, interessi economici sgorga continuamente il nostro peggio e il nostro meglio e non riusciamo a porvi rimedio. Chi non sa farsene una ragione può sempre porre fine ai suoi giorni. Si perderà il peggio e anche il meglio e poi, dove crede di andare?

Lo sguardo pensieroso, stanco di eccessive complessità s'ingrezza, si semplifica, tende al lineare. favoriti i documenti si parte, poco il bagaglio, essenziale

sogni e sintomi

del bisogno d'essere scaldato, d'essere nutrito
del bisogno nostro di essere consolati

frutto di una innocenza remota
imbastardita
stretta di carne accattivante

nessuno può permettersi rimpianti
nessuno può permettersi rimpianti mai

che i sogni siano sintomi
che i sogni siano segni
sanno i sogni sanno i sogni sanno i sogni
che

parole sussurrate che stanno appiccicate in gola
e possono strozzare meglio soffiarle
parole pronunciate che stanno conficcate in gola
e possono far male meglio lasciarle
parole comandate che stanno conficcate in gola
e possono strozzare meglio sputarle

come un animale che non sa capire
guardo il mondo con occhio lineare
come un animale che non sa cos'è il dolore
guardo il mondo con occhio lineare
come un animale che non può capire
guardo il mondo con occhio lineare
come un animale nel tempo di morire
cerco un posto che non si può trovare
come un animale nel tempo di morire
mi accontento di un posto in cui sostare
come un animale nel tempo di morire

che i sogni siano sintomi che i sogni siano segni
sanno i sogni sanno i sogni sanno i sogni che

esce insopprimibile l'attitudine punk che non rinuncia ad attaccare uno stile appena codificato e già insopportabile nel suo revival, quindi rallenta la velocità, abolisce la batteria, canta sottovoce, apre alla psichedelia eppure è punk, determinato dalla consapevolezza del "no future". Il resto è un mucchio di vestiti brutti e scomodi, spazzatura, questo era il suo valore, la sua bellezza. Adesso, 20 anni dopo, con la spazzatura fanno la TV, i giornali, le campagne elettorali e quei vestiti li vendono a caro prezzo, quanto agli atteggiamenti la nostra nuova classe dirigente a parte non saper pogare deve essere uscita da un corso per corrispondenza di Malcolm Mc Laren. Questi sì che trasformano la merda in oro, Alchimisti vergognatevi!
Nella confusione tra sogni e sintomi, punk e moda, media e spazzatura, pogare e pagare

e ti vengo a cercare

per ricomporre, a modo nostro, una unità. Una canzone italiana tra le più belle, da un Battiato che ci onora della sua attenzione e della sua simpatia e con la sua voce chiude, d'incanto, questa voglia d'amore, questa necessità.
Poi ci sono le chitarre a ripartire a individuare lo spazio di movimento, a decidere il tempo. La voce si lascia risucchiare, le parole poche galleggiano

memoria parla consolante
succedono le età
succedono le età meravigliose
che non c'è età assoluta
altro vi fu e sarà e quanto
e in quale forma

qui la luce si ritrae e l'aria è satura dell'eco di lamenti
scorteccio le parole
aride schegge secche adatte al fuoco

è l'instabilità che ci fa saldi ormai
negli sgretolamenti quotidiani

problemi molto gravi fra le creature, gravi problemi con il Creatore, innamorati della creazione. Non c'è la fantasia possibile che valga un'alba blu, anche se genererà una giornata di merda

aspetta chi è aspettato 
che sia compiuta l'attesa di chi attende
non sono strutturato in modo di poter reggere per molto tempo ancora

sotto la calma apparente
un assordante frastuono
dissonanze chiassose e confuse
armonie affannate sconnesse
leggere increspature agli orli

ho dato al mio dolore la forma di parole abusate
che mi prometto di non pronunciare mai più

alimenare catena implacabile
pause tranquille atte alla digestione
intransigenze mute
rabbiose devozioni

ho dato al mio dolore la forma di parole abusate
che mi prometto di non pronunciare mai più
ho dato al mio dolore la forma di abusate parole 
lasciando perdere attese e ritorni
ho aperto gli occhi dall'orlo increspato
ho visto l'alba blu

ci sono poi le giornate molto particolari che hanno un rapporto speciale con l'alba che le ha generate: 
25 aprile 1995 Lemizzone di Correggio R. E.
concerto di Materiale Resistente

Alba la presero in duemila il 10 ottobre
la persero in duecento il 2 novembre dell'anno 1944
anche la disperazione impone dei doveri
e l'infelicità può essere preziosa
non si teme il proprio tempo è un problema di spazio
non si teme il proprio tempo è un problema di spazio
geniali dilettanti in selvaggia parata
ragioni personali una questione privata

la facoltà di non sentire
la possibilità di non guardare
il buon senso la logica i fatti le opinioni le raccomandazioni
occorre essere attenti per essere padroni di se stessi occorre
essere attenti

luogo della memoria pomeriggio di festa
giovane umanità antica fiera indigesta
cielo padano plumbeo denso incantato incredulo
un canto partigiano al Comandante Diavolo
non temere il proprio tempo è un problema di spazio
non temere il proprio tempo è un problema di spazio
geniali dilettanti in selvaggia parata
ragioni personali una questione privata

la facoltà di non sentire la possibilità di non guardare
il buon senso la logica i fatti le opinioni le raccomandazioni
occorre essere attenti per essere padroni di se stessi occorre
essere attenti
la mia piccola patria dietro la Linea gotica
sa scegliersi la parte la mia piccola patria
occorre essere attenti per essere padroni di se stessi occorre
essere attenti
occorre essere attenti occorre essere attenti
e scegliersi la parte dietro la Linea gotica
Comandante Diavolo Monaco Obbediente
Giovane Staffetta Ribelle Combattente
la mia Piccola Patria dietro la linea gotica
sa scegliersi la parte

Materiale Resistente è ora un CD, un libro, un film, acquisiteli
ognuno fa quello che può nell'arco dei millenni.
Mai sentito nominare alcuni dei Nomi di Dio così tanto come in questi ultimi anni. Dalla Jugoslavia al Nord Africa, dal Medio e Vicino Oriente alle Americhe povere e ricche e più si chiama in causa Dio più aumenta il livello del dolore, delle atrocità, della violenza. Come è possibile che "Colui che tergerà ogni lacrima dai loro occhi" li stia facendo annegare nelle lacrime?

Millenni di Patto millenni di Legge millenni d'Osservanza
millenni di Croce per nuove Alleanze millenni nel Nome di Dio
millenni di sangue versato a concime
millenni di imperi e regimi millenni di regni di dio
millenni di Parole Sante millenni nel Nome di Dio
che non so dire
Generatore
che pare amare ogni ingiustizia in faccia al sole
troppi tiranni in terra, in cielo
Millenni di Patto millenni di Legge millenni d'Osservanza
millenni di Croce per nuove Alleanze millenni nel Nome di Dio
millenni di sangue versato a concime
millenni di imperi e regimi millenni di regni di dio
millenni di Parole Sante millenni nel Nome di Dio
millenni di regni di dio

Millennio del signore, sesto
o secondo che finisce 
o secondo che avanza
Urlo da lama
Santa Mattanza
non sono scrupoloso al riguardo di dio
è a nostra immagine e somiglianza
non sono scrupoloso al riguardo di dio
è a nostra immagine e somiglianza

sia chiaro ciò non farà di me un anticlericale, di tutte le sette la più sciocca, anche se di questi tempi la meno pericolosa.
Non si interrompe questa emozione, anzi giù dall'enormità dei millenni tocca un'ora della giornata e rilancia
Tutti quelli che, bambini, sono cresciuti sotto lo sguardo di Dio, respirando la religione domestica e parrocchiale sanno, se vorranno ascoltarla, di cosa si suona si canta. Sono le braccia calde contro il gelo del firmamento che, nell'adolescenza, minano da sempre la credibilità della nostra morale religiosa conciliante con tutto, con il potere in maniera addirittura scandalosa, ma non con il nostro corpo, come se l'essere carne e sangue e nervi possa essere ridotto a una casualità insignificante e futile e da reprimere, disprezzare, avvilire.
Tutti gli altri dovrebbero vedere "Maciste all'inferno" perché questa è la rielaborazione di una parte didascalica di quella colonna sonora che occasionalmente eseguiamo in giro

eccola l'ora delle tentazioni
è questa l'ora delle tentanzioni

il vento il fuoco una porta che sbatte

pensieri parole
posso tutto ciò che voglio
voglio tutto ciò che posso

rosa è una rosa una rosa è una rosa
mistica rosa rosa carnosa

sfiorisci bel fiore

ORO oro e piaceri e paradisi mussulmani

La Casa La Chiesa a Modo e per Bene

la casa la chiesa a modo e per bene campana che suona
la notte che viene cattolico decoro cattolico decoro
cattolico decoro cattolico decoro la luce si spegne

scaldano le braccia del peccato scaldano il freddo
del firmamento che è fredda la notte
è fredda la notte

le chitarre, ovvio, si infilano anche qui. luogo inadatto, consono a voce pianoforte brevi accenni di violino, compaiono seducenti come un jingle pubblicitario appena l'atmosfera si apre e restano lì come leggero disturbo pronte a trasformarsi in pseudo zampogne cornamuse pur di ribadire la propria necessità. Hanno ragione.

Sempre più spesso penso pensieri che non mi piacciono e la mia confusione si amplifica in quella di chi mi sta vicino. Della inadeguatezza di questo debole pensiero, debolissimo, più capace di capire un Etrusco aspettando l'imbrunire in una pozza calda della val d'Orcia che di capire, pur dandosi da fare, i propri contemporanzi. Coltivo allora il mio lato animale. Dopo migliaia di anni di mutuo rapporto è possibile avere dagli animali addomesticati informazioni sostanziali sull'uomo?
Vi racconterò una storiella, quasi due.

-è croata, dall'oriente, al levar del sole-
era la prima volta che, bambino, vedevo una cavallina grigia, gli altri cavalli che conoscevo, bai o morelli, erano Bardigiani o Maremmani. Croati o Furlani (friulani), così i vecchi montanari delle mie parti chiamavano dei cavalli grigi o roani, cavalli adatti alle mulattiere alla vita di montagna. Di loro non ho più sentito parlare fino a quest'estate. Una piccola notizia, due righe in un articolo, un si raccontano nuove strane leggende.
"sul fronte dell'assedio a Sarajevo un piccolo gruppo di cavalli croati requisiti dai militari si è suicidato gettandosi in un burrone". Questa non è una leggenda, credetemi, è un insegnamento, sicuramente adatto a pochi, ma quei pochi potranno farne tesoro.
Tancredi è un giovane cavallaccio, nato in casa e ben allevato, sempre rotto e rovinato ovunque per troppa energia che non sa ancora controllare. Io l'allevo, semibrado, lui allevia le mie tristezze e mi insegna lo sguardo animale, che ha l'anima ma non puù approfittarne, sul mondo. Lo sguardo lineare di chi può solo subire il verificarsi degli avvenimenti storici e li subisce avendo a disposizione per sopravvivere un codice genetico che, date certe condizioni di vita, può diventare coscienza individuale, ma senza poterne trarre profitto.

io e Tancredi

somiglia il mio vedere all'occhio dei cavalli
cieco da distorsione nell'immediato fronte

fondo e pungente ai lati in connessioni ardite
preda dello sgomento
facile allo spavento

ma docile e tranquillo e temerario e ardito
al giusto carezzevole necessario contatto

ricorda questo incedere il passo dei cavalli
pesante e travogente leggero e titubante

e testardo e ribelle paziente e strafottente
capace di volare e pronto a incespicare

ma docile e tranquillo e temerario e ardito
al giusto carezzevole necessario contatto
e testardo e ribelle paziente e strafottente
disposto a stramazzare se l'occasione vale

a volte è difficile sapere se sono io o è lui a pensare certi pensieri, a volte, è sicuro, è un'entità che ci contempla entrambi. Chi pensa chi?
Risposta non c'è o forse chi lo sa.........l'atmosfera è psichedelica, d'altra parte ai privilegiati del mondo cosa resta da fare se non allargare l'area della coscienza?
-ma non hai un po' di coscienza?-
ce l'hanno anche le chitarre che, quasi da sole, si cantano anche un pezzetto di Pasolini citato a memoria

l'incombere umorale degli affetti del sangue
l'incombere umorale delle idee delle istanze
l'insolente promessa sciocca vacua solenne di bastare a sé

non tornerò mai dov'ero già
non tornerò mai a prima mai

l'incombere umorale delle idee delle istanze
l'incombere umorale degli affetti del sangue
potessi dirti quello che nemmeno posso scriverti esiterei
nel farlo

oggi è domenica domani si muore
oggi mi vesto di seta e candore
oggi è domenica domani si muore
oggi mi vesto di rosso e d'amore

...ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario mi trovo imbarazzato sorpreso ferito per una irata sensazione di peggioramento di cui non so parlare né so fare domande......

Pasolini è una buona compagnia per finire. Così fuori luogo e così parte in causa. Per come va il nostro mondo tutti quelli che denunciano il degrado umano contribuiscono, malgrado loro, ad aumentarlo
e questo "malgrado" è tutto ciò che resta alla nostra buona coscienza.
buon anno, ragazzi.

Giovanni Lindo Ferretti

 

IN QUIETE

In quiete dopo la tempesta
in quiete prima della battaglia
in quiete all'apparenza per nascondere il tumulto
in quiete in sostanza per poter roteare nel caos.

Alla fine di maggio Videomusic propose al Consorzio Suonatori Indipendenti di registrare uno spettacolo acustico
perche no ? Beh, alcuni buoni motivi ci sono
perche si ? E` un'occasione fortuita che ci
obbliga ad approfondire un progetto musicale
come il nostro, che cerca di definirsi nel fare
musica moderna percorrendo le strade a lato,
quelle meno battute, capaci di sorprendere

Come si puo vedere abbiamo accettato, non solo,
su istigazione della Polygram ne abbiamo fatto
un disco ed un home video e ci siamo proposti al nostro
pubblico in questa insolita, per noi, dimensione.
Ne valeva la pena ? Non lo sappiamo ancora.

Quanta violenza puo contenere un soffio ?
Quanta disperazione un sussurro ?
In quiete non e come dire relax
credetemi.

Giovanni Lindo Ferretti

 

La Terra, la Guerra, una questione privata
Concerto in onore e a memoria di Beppe Fenoglio.
Alba, 5 ottobre 1996 - Chiesa di San Domenico
Il cd esce il 29 gennaio 1998.
Il cd verrà ritirato dal mercato il 1° maggio 1998.
Non è una questione economica, è una questione privata.

 

 

Note di Copertina:

LA TERRA

Le colline, le cascine, i boschi, i campi, le forme e i colori delle Langhe in una serena ed assolata giornata d'autunno, poi Alba, la chiesa di San Domenico. Volte gotiche, fredde, austere, sospettose di quel palco al posto dell'altare. Cominciamo a suonare ed è il panico, tutto rimbomba acuto e fragoroso. L'idea di registrare la serata ci appare ora in tutta la sua arroganza: niente che funziona, la tensione che sale. Sconsolati, fermarsi, guardarsi negli occhi... ricominciamo... forzare la tensione, concentrarsi sull'intenzione, contenersi. Non è un concerto, è una serata in onore e a memoria di Beppe Fenoglio.

LA GUERRA

La sera la chiesa si riempie di colpo, qualcuno costretto a restare fuori non s'arrende e continua a lungo a rimarcare la propria rabbia alimentando il nostro disagio, ma alle prime note risulta evidente che la situazione  mutata. Le arcate gotiche, soddisfatte accolgono, amplificano e colorano le voci, i suoni, assegnando loro spazio sacro, spazio architettonico e mentale. L'emozione materiale, palpabile, spesso consolante, per qualcuno dolorosa. Allarga i sorrisi, trema i cuori, riempie di lacrime gli occhi. E' intima, squisitamente individuale e insieme collettiva. Fa bene essere tanti e stretti, scalda.
Gli applausi esplodono fragorosi, una necessità fisica subito controllata e sopita, incontenibile e timorosa, consapevole, d'istinto, di essere parte di qualcosa di sacro. Non  è un concerto, è una serata in onore e a memoria di Beppe Fenoglio, ad Alba, nella chiesa di San Domenico.

UNA QUESTIONE PRIVATA

Picchia duro. Riascoltata un anno dopo la registrazione ci ha turbato. Abbiamo deciso di fermarla, di trasformarla in un disco. Un disco eccessivo che non si può tenere nascosto, né si può consumare a cuor leggero. Difficile da gestire. Non è un disco live, nemmeno un concerto, è una serata in onore e a memoria di Beppe Fenoglio. Un luogo, un pubblico, un contesto irripetibile.
Uscirà il 29 gennaio 1998, ci accompagnerà durante il "mimporta 'nasega" tour, ma non ce ne sarà traccia in quei concerti.

Giovanni Lindo Ferretti

Link a Sonica, per vedere il Concerto di inizio Millennio, con i CSI e Goran Bregovich Link al sito ufficiale Sonica, per vedere il Concerto di inizio Millennio, con i CSI e Goran Bregovich

Noi non ci saremo Vol.1 - Vol.2

 

Questi due Cd del Consorzio Suonatori Indipendenti sono gli ultimi. Un'unica nuova canzone scritta dai CSI è contenuta in volume 2, dal titolo NON TORNA.

In un adesivo appiccicato sulla copertina incellofanata, sul volume 2,  c'e scritto: " Una raccolta di episodi a noi cari. Momenti Importanti, essenziali. Qualcosa che ancora mancava... Noi non ci saremo!!! vol 2". Contiene 11 versioni mai pubblicate prima.

I brani sono tutti registrati dal vivo con nuovi arrangiamenti.

Nel libretto che accompagna il cd, si legge:

Noi non ci saremo
Un anno passato ad ascoltare, selezionare, manipolare musica e parole. Un tuffo in ciò che siamo stai. Qualche sorpresa... orgoglio misto ad amarezza. Una manciata di canzoni...qualche incompiuta, molti episodi dal vivo, qualcosa di nuovo, altro ancora ceh reclamava maggiore luce. Il tentativo di rimarcare un percorso artistico e umano, di sottolineare sia le tappe fondamentali che quelle meno note. Un anno passato a raccogliere materiale filmato, a visionare foto, a ricostruire ciò che mentre vivi ti risulta così poco evidente. Appunti di viaggio di un decennio di vita e di musica trascorso insieme.

Così nasce e si realizza Noi non ci saremo... Due volumi, come megli anni 70, quando ascoltare musica non era certo legato al ritmo frenetico della vita di oggie al turbinio imperante dell'usa e getta. Nella speranza che le parole dette lascino ora spazio alla musica, alle canzoni, a quella che è stata la ragion d'essere dei CSI.

Gianni Maroccolo

Colgo l'occasione per ringraziare di cuore tutti coloro che hanno percorso con noi questo pezzo di vita. Non posso farne a meno.

 

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