parte 2 (il giornalista(?))
Anche se veramente pomposo, piacque cosi' tanto (e cosi'
inspiegabilmente) alla mia prof. che volle anche sperimentare la mia
capacita' come giornalista. Il risultato fu l'articolo che segue,
pubblicato sul "Corriere di Tunisi" (giornale italiano locale).
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Bruce Springsteen, "the Boss": il respiro del rock. Un Rock che,
attraverso i suoi testi, rispecchia la realta' cruda e spesso dolorosa
della nostra societa', i problemi come il razzismo, la disoccupazione,
la guerra; e tutto viene interpretato da una voce piena di rabbia.
Bruce si puo' definire, infatti, "poeta del vero".
Bruce Spingsteen e' nato in America, nel New Jersey, trentasette anni
fa, con una grande voglia di costruirsi, di riuscire con le proprie
forze, e cosi' ha fatto. In trentasette anni ha conosciuto i dolori e
le sofferenze della gente che viveva intorno a lui ed e' per questo che
non trattano di temi superficiali, ma profondi e ricchi di significato.
Si puo' definire un portavoce ella classe operaia e le sue canzoni sono
messaggi per un'umanita' sofferente.
Lo scopo delle sue canzoni non e' assolutamente venale, ma e'
piuttosto quello di riuscire a trasmettere il suo rifiuto per il
pregiudizio e l'ingiustizia, ai suoi fans, e di farli partecipi delle
sue belle idee.
"Bruce Springsteen incapsula un decennio di cambiamenti in 3 ore e
35 minuti di rock'n'roll" cosi' dice il famoso giornale londinese TIMES
della sua musica. In effetti, essa ingloba tutti gli sviluppi musicali
dell'era di Bob Dylan e della Beat Generation, da cui e' lievemente
influenzato.
"Ali alla liberta', e' la ragione perche' siamo al mondo, anche se
dobbiamo combattere per essa", e' con queste parole che Bruce, quasi ritualmente, conclude i suoi concerti, infatti, e' capace di
trasformare ogni suo concerto in un rito collettivo, felice e
liberatorio, che non ha precedenti nella storia del rock.
La sua ultima opera e' intitolata "WAR", ed e' un lungo discorso
contro la guerra. Le sue parole in questa canzone sono accompagnate da immagini molto suggestive, documenti visivi e testimonianze di cio' che
e' stata la guerra: morte, sangue, dolore e odio.
Bruce e le sue canzoni esaltano e ripropongono valori
fondamentali, ormai quasi dimenticati, quali la solidarieta' e il senso di umanita' verso i piu' deboli della nostra
societa', e, nello stesso
tempo, promuovono una lotta contro il razzismo e la droga. (...)
In pratica, Bruce Springsteen alimenta un movimento a fini
umanitari e culturali e testimonianze valide possono essere le
organizzazioni come USA for Africa e Sun City, cui Bruce ha aderito
molto volentieri.
Il look springsteeniano non e' composto da stravaganti abiti, atti
ad attirare l'attenzione del pubblico o a fare spettacolo, ma, al
contrario, vuole mostrare una semplicita' sia dal punto di vista
fisico, esteriore, che da quello morale e interiore. Bruce non ha mai
abbandonato i suoi jeans consumati e le sue semplici T-shirt.
Bruce si puo' considerare un fenomeno, un mito; e' il successore
di Elvis, per la musica moderna, perche' affronta gravi problemi con
vivo interesse, presentandoli in tono poetico e compartecipe. Oltre ad
esprimere rabbia, esprime anche tanta voglia di tenerezza, d'amore,
quell'amore che non ha ricevuto dai suoi genitori, e si riscatta in
questo modo.
Ecco perche' in una delle sue piu' belle canzoni, come per
proteggersi sotto un velo, una cupola di affetto e di tenerezza invita
la sua ragazza a coprirlo: "COME ON, BABY, COVER ME".
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